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Il racconto dei nostri assaggi a Life Of Wine 2019 – Sedicesima Puntata – Boscarelli e la Riserva di Vino Nobile di Montepulciano in sette magnum

Puntate precedenti: Prima Puntata, Seconda PuntataTerza PuntataQuarta PuntataQuinta PuntataSesta PuntataSettima PuntataOttava PuntataNona PuntataDecima PuntataUndicesima PuntataDodicesima PuntataTredicesima PuntataQuattordicesima Puntata, Quindicesima Puntata.

Ho già scritto poco tempo fa della famiglia De Ferrari Corradi e dei vini Boscarelli (https://vinodabere.it/boscarelli-il-nobile-che-non-tradisce-mai/) e a quell’articolo rimando per una puntuale contestualizzazione dell’azienda.
Qui mi limito a ripetere quanto sia stato importante storicamente il lavoro di questa cantina, negli ultimi cinquant’anni, per le fortune del Vino Nobile di Montepulciano.
Circostanza confermata anche dalla spettacolare verticale della Riserva “Etichetta nera” di Nobile, da sole magnum, che Nicolò De Ferrari ha deciso di portare a Roma per la recente edizione di “Life Of Wine”.
Si tratta di un vino nato nel 2001 per sostituire la Riserva storica, che vestiva un’etichetta bianca e per vent’anni, fino al 1992, era stata prodotta con sole uve autoctone. L’Etichetta nera, invece, prevedeva di solito l’80-85% di Sangiovese (localmente noto come Prugnolo Gentile) e saldi variabili di Cabernet Sauvignon e Merlot.
Oggi è tutto cambiato: nel 2010 torna ad affiancarla la Riserva “Etichetta bianca” da solo Sangiovese; nel 2011 l’aggiunta della dicitura “Sotto Casa”, per annunciare la scelta di vinificare a parte una singola vigna nei pressi dell’abitazione e della cantina, a Cervognano; nel 2014, infine, l’abbandono definitivo di Cabernet e Merlot, per puntare anche con il cru sul Sangiovese in purezza.
I terreni, a circa 300 metri s.l.m., ben ventilati, sono calcarei di origine alluvionale e sabbiosi con buona percentuale di limo, argilla e scheletro sassoso. La fermentazione avviene in tini di rovere riempiti per due terzi, con soli lieviti autoctoni e a temperatura controllata per circa dieci giorni; la macerazione sulle bucce varia, a seconda dell’annata, tra le due e le tre settimane. L’affinamento in botti grandi di rovere di Slavonia dura circa due anni e mezzo; quando c’erano le cultivar bordolesi si utilizzavano anche carati di rovere francese.
Ma ecco le mie note di degustazione.


Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2004. Profumi di sottobosco, ghianda, con cenni minerali e silvestri; ancora di bella freschezza, sorso goloso, armonico e suadente, bell’allungo e lunga persistenza sui frutti rossi. Un vero signore.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2005. Sentori di frutti di bosco, etereo, leggermente fumé e salmastro; bocca un po’ rigida e tannino non del tutto risolto, ma dal sapore ben definito, longilineo, di discreta tensione nel finale. Meno scattante e più stanco del 2004.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2006. Naso speziato ed ematico, terroso e floreale; assomma positivamente le caratteristiche dei due vini precedenti, di ottima struttura e frutto, leggermente alcolico ma con spinta ancora robusta e sviluppo gustativo grintoso, autorevole anche in chiusura.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2007. Olfatto ampio, molto speziato (pepe), un po’ ferroso, con prugna e sottobosco; bocca austera e tannica, ma potente e saporita; finale incisivo e succoso di frutti di bosco che recupera slancio e freschezza.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2008. Naso equilibrato, alloro, rosmarino, tabacco; sorso sapido e avvolgente, compatto e profondo, con persistenza terrosa e fruttata, sembra però più indietro dei precedenti e con ulteriori margini di crescita.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2009. Profumi ariosi e slanciati, ciliegie, note balsamiche e intensa speziatura; al palato emergono una raffinata qualità dei tannini e un notevole carattere, spinge bene e allunga con eleganza in chiusura. Grande evoluzione, sembra il suo momento.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva “Sotto Casa” 2014. Prima annata da solo Sangiovese. Olfatto più minerale e floreale (viola), ribes e menta; bocca tannica ma dalla trama già godibile, fragrante, tonica e dinamica. Supera agevolmente i limiti di una vendemmia fredda e umida.

Nato nel Luglio del 1969, formazione classica, astemio fino a 14 anni. Giornalista professionista dal 2001. Cronista e poi addetto stampa nei meandri dei palazzi del potere romano, non ha ancora trovato la scritta EXIT. Nel frattempo s’innamora di vini e cibi, ma solo quelli buoni. Scrive qua e là su internet, ha degustato per le guide Vini Buoni d’Italia edita dal Touring Club, Slow Wine edita da Slow Food, I Vini d’Italia dell’Espresso, fa parte dal 2018 della giuria del concorso Grenaches du Monde. Sogna spesso di vivere in Langa (o in Toscana) per essere più vicino agli “oggetti” dei suoi desideri. Ma soprattutto, prima o poi, tornerà in Francia e ci resterà parecchi mesi…

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