Per alcuni la “panina” è salata (con i ciccioli per intendersi), per altri invece è dolce e speziata (con le uvette e il pepe).
La ricetta che proponiamo affonda le sue radici nella tradizione: è quella della panina dolce e gialla.
Che sta bene con la cioccolata dell’uovo di Pasqua o con l’uovo sodo la mattina della festa.
Le nonne la ricordano a memoria, ma per chi vuole cimentarsi nella preparazione di questa delizia, ecco come fare.
Ingredienti:
85 grammi di rigatino toscano (pancetta)
130 grammi di farina 0
130 grammi di farina Manitoba
10 grammi di lievito di birra disidratato (tipo Mastrofornaio)
1 cucchiaino di zucchero semolato
30 grammi di strutto
140 ml di acqua
1 cucchiaino di sale fino
1 cucchiaino di pepe nero macinato
Procedimento:
Tagliate il rigatino (pancetta) a cubetti piccoli e fatelo rosolare in una padella antiaderente SENZA AGGIUNGERE OLIO (sarà il grasso stesso a sciogliersi e a fare da base per la rosolatura). Appena il rigatino sarà croccante, mettete da parte e fate raffreddare.
Nella ciotola della planetaria, mettete le due farine, il lievito, lo zucchero e lo strutto e fate lavorare brevemente con la frusta a gancio. Aggiungete l’acqua tiepida e quando avrete ottenuto una palla, unite il sale, il pepe e il rigatino ormai freddo, comprensivo del grasso sciolto.
Fate impastare per 3/4 minuti, fino a che tutti gli ingredienti si saranno completamente amalgamati, poi coprite la ciotola con la pellicola e mettete l’impasto a lievitare tutta la notte dentro al forno spento.
A quel punto infornare per 30/40 minuti a 180 gradi e la vostra panina pasquale sarà pronta.
La panina si mangia insieme a salumi (preferibilmente capocollo) ed eventualmente l’uovo sodo benedetto.
Con la panina ed i salumi la Redazione di Vinodabere consiglia in abbinamento un vino di cui abbiamo parlato un po’ di tempo fa sulla nostra testata (link):
Lugherino Pinot Nero Rosato 2018 – Vallepicciola
Questo rosato da Pinot Nero è davvero sorprendente! Tra l’altro, uno dei pochissimi rosati del suo genere, che io sappia. Un vino nato proprio dall’amore per il Pinot Nero del proprietario di Vallepicciola, che ha chiesto a Cotarella di interpretare al meglio quest’uva piantata nei migliori appezzamenti della tenuta. Il colore è rosa tenue, come vuole il mercato. Cotarella spiega che la ragione è in realtà tecnica: il rosato teme i tannini, che danno secchezza e che tendono a coprire la freschezza. Allora pochi antociani = poco colore = pochi tannini. Oltre alla parte aromatica di frutto, che per un vino da uve Pinot Noir è prevedibile, la vera sorpresa è il sapore. È fresco e stimola la salivazione in maniera incredibile, minerale, salino, dalla beva compulsiva.