Dopo un anno dalla prima tappa (La Petite Montagne link ) di questo tour nelle zone più affascinanti della Champagne (ricordiamo le precedenti tappe: seconda tappa La Grande Montagne link, terza tappa Le Mesnil-sur-Oger link, quarta tappa I grandi vigneron link, quinta tappa Côte des Blancs link) arriviamo alla sua conclusione con la sesta e ultima tappa nella Vallée de la Marne, patria del Meunier (dal 2015 si utilizza solo l’antico nome senza la parola “pinot”) e non solo.
Purtroppo la sua superficie vitata è in lenta discesa perché questo vitigno soffre molto il caldo che negli ultimi dieci anni sta affliggendo ogni angolo del pianeta. Questo non toglie che la sua diminuzione ha portato dei benefici in quanto le rese più base hanno portato ad un incremento della qualità sia tra i piccoli vigneron e le maison più blasonate, soprattutto nelle vinificazioni in purezza.
La Vallée de la Marne è considerata la patria del Meunier, piantato principalmente a fondovalle e pianura, perché non teme le gelate a differenza degli altri vitigni della zona.
La valle la si può suddividere in ben quattro sottozone “Grande Vallée de la Marne”, “Rive Droit”, “Rive Gauche” e “Coteaux sud d’Epernay”.
Capiamo nel dettaglio la formazione dei vari terreni che formano queste quattro sottozone:
Nella “Grande Vallée de la Marne” si trovano village importanti come Tours sur Marne, Cumieres, Maresuil-sur-Ay per citarne alcuni, la conformazione del suolo presenta una buona presenza di “craie” (gesso) e in aggiunta, di strati di argilla, calcare e marna.
Questo è il regno dove nasce un Pinot Noir di grande finezza e dalle sensazioni sottili nonostante sia una zona molto fredda a livello climatico.
La “Rive Droit” e “Rive Gauche” sono il regno del Meunier, pensate che in queste due zone questo vitigno copre una superficie vitata pari al 70% del totale, non a caso molti vigneron e maison ne possiedono diversi ettari vitati. Questa è una delle zone dove le uve di Meunier sono di estrema qualità dando vita a Champagne molto longevi, grazie ad un suolo ricco e variegato con appena il 16% di “craie” e grande presenza di sabbia, argilla e limo.
Per finire la “Coteaux sud d’Epernay”, che definiremo il cuscinetto tra la Côte des Blancs e la Vallée de la Marne, vanta village come Pierry, Moussy e Chavot, qui lo Chardonnay la fa da padrone, risultato delle influenze di un suolo ricco di componenti belemnitici (fossili di cefalopodi) della vicina Côte des Blancs , che lascia esprimere al meglio questo vitigno con le sue nuances agrumate, tropicali e minerali.
Tra le cantine in risalto vi segnalo:
J.M.Seleque
Presso Pierry, il grande appassionato Jean-Marc Seleque, la terza generazione della famiglia, dopo il nonno Henri e papà Richard, che hanno contribuito molto alla crescita dell’azienda e dopo gli investimenti fatti in vigna e per le attrezzature, il salto di qualità è avvenuto nel 2008 grazie a Jean-Marc, che ha portato una sua visione stilistica di Champagne passando dalla tradizione all’arte contemporanea.
Champagne Quintette Extra Brut s.a, 100% Chardonnay (base 2014 + 20% metodo Solera)
Nasce in una bellissima parcella nel territorio di Pierry, Vertus e Dizy, da vigne di oltre 45 anni, che dopo un affinamento di 48 mesi sui lieviti, dà vita ad una vera perla locale. Questo è un Blanc de Blancs, da solo uve a bacca bianca, molto strutturato e ricco con giochi su note acido-ossidative. Jean Marc preferisce dosaggi bassi, pertanto qui non si superano mai i 2 grammi/litro. All’assaggio, è uno Champagne ricco di quella tensione minerale derivante dai suoli della Côte des Blancs e dalle uve Chardonnay perfettamente mature, si caratterizza con note tropicali e persistenza di corpo.
Abbinamento con Trota di fiume cotta al vapore su crema di prezzemolo, finferli freschi e pane pucia.
Cazé-Thibaut
A Chatillon-sur-Marne, sulla riva destra della marna, da una famiglia con lunga tradizione vitivinicola, il giovane Fabien Cazé appena trentenne con l’idea di dar vita a Champagne estremante contemporanei, parte da un terreno di proprietà di soli 2,6 ettari per una produzione di 14.000 bottiglie l’anno.
La sua linea di prodotti si alterna con lunghi affinamenti sui lieviti dai 24 ai 72 mesi, puntando su un lavoro meticoloso nelle parcelle per dar vita alla nascita di Champagne millesimati e che strizzano l’occhio al consolidato trend di vin du champagne e dallo stile contemporaneo – ossidativo.
Champagne Naturellement Dosage Zero s.a, (100% Meunier)
Champagne da vigneti immersi nel sole dei vigneti sud-est e adagiati sul famoso letto di gesso cretaceo, si scelgono e si producono solo due barrique ricercando la più sottile espressione di Meunier che dalle marne libera grande salinità e finezza, espressa olfattivamente in note di buccia di limone, burro di arachidi e frutta esotica energica e che al sorso fa emergere le classiche texture dolci e saline.
Abbinamento con Gazpacho di pomodori del Vesuvio con perle di anguria e gamberi rossi di Mazzara del Vallo.
Laherte Frères
Aurélien guida l’azienda nel village di Chavot, sulla carta risulta essere un N.M (Négociant Manipulant cioè un produttore che acquista anche uve da terzi) ma per il lavoro che svolge in vigna e in cantina, ci mostra la sua impronta da R.M (Récoltant Manipulant cioè proprietario e produttore di vini da le sole uve di sua proprietà).
Produttore emergente che con gli anni ha convinto il padre nel praticare una coltivazione biodinamica in vigna con ricerca improntata alla selezione di prodotti che esaltino precisione ed espressività. La storia di questo produttore N.M. è molto antica tanto che già dal 1889 possiede tra i suoi filari tutti e sette i vitigni storici prodotti in Champagne (li ricordiamo: Chardonnay, Pinot Noir, Meunier, Petit Meslier, Arbanne, Pinot Blanc e Fromentau). Sceglie di fare ampio uso di botti, per ben 75% dei vini dell’azienda, dove la massa fermenta e affina in legno tostati in maniera molto leggera avvalendosi di costanti bâtonnage per esaltarne gli aromi varietali dell’uva e puntando sul rapporto acidità e mineralità.
Champagne Rosé de Meunier Extra Brut s.a. (100% Meunier)
Rosé di grande fragranza, vinificazioni e affinamenti in legno con una macerazione del 30%, 10% di vino rosso e 60% vinificazione in bianco di Meunier piantato in zone in cui non teme le gelate perché coltivato a fondovalle e pianura. Champagne adatto a tutto pasto molto generoso nell’aroma di fragoline, lamponi e pompelmo rosa, regala morbidezza, vinosità a metà palato senza perdere tensione nel finale. Molto belle le etichette di stile artistico che presto figureranno su tutta la linea dei suoi Champagne.
Abbinamento con variazione di agnello nelle sue consistenze di filetto battuto, sella arrostita, spalla brasata con semi di senape, cavolo stufato e patate parigine.
Concluso questo percorso a tappe, proseguiremo il viaggio sui Pinot Nero italiani iniziato lo scorso aprile (link).
Inoltre ricorre l’anniversario di un anno dall’inizio della mia collaborazione con la redazione di Vinodabere e il direttore Maurizio Valeriani e ci tengo a esprimere pubblicamente il mio grande grazie a tutto lo staff per questa bellissima opportunità nata un’anno fa. Cheers!!!
Ci vediamo alla prossima lettura e viaggio…
Sommelier originario della Val Gardena nel cuore delle Dolomiti, a cui gli studi sono stati illuminanti: è da questi che nasce il suo amore per il mondo del vino. Il suo trampolino di lancio è stato il ristorante tristellato St. Hubertus - Rosalpina a San Cassiano in Alta Badia, dove ha ricoperto il ruolo di Sommelier. Nel fratempo la sua voglia di mettersi in gioco lo ha spinto a partecipare anche ad alcune competizioni, classificandosi 1° al Trofeo del Soave 2019; 1° al Master Chianti Classico 2020 premio comunicazione; 1° al Master dell’Albana 2020; 1° italiano a vincere il Master del Pinot Nero nel 2021, la consacrazione con il Titolo di Miglior Sommelier d'Italia nel 2022 seguita dal premio alla carriera come miglior sommelier professionista dell’anno 2022 nella ristorazione italiana - Premio Solidus. Oggi, è relatore presso l’Associazione Italiana Sommelier, Scuola Concorsi AIS Veneto, direttore del GDS e consigliere regionale di AIS Alto-Adige. Docente all’Istituto alberghiero di Merano, giudice per la guida vini Gault & Millau Italia, Concours Internacional Grenache du Monde, Concorso Emergente Sala, Concours Mondial de Bruxelles, tra i candidati personaggio dell'anno di Italia a Tavola 2023 e partecipa alla stesura della Guida Vitae - I migliori vini d’Italia. Idrosommelier - brand ambassador per Cedea luxurywater della Val di Fassa. Svolge attualmente il ruolo di Wine & Beverage Consultant per molte realtà italiane attraverso: costruzione/assistenza delle carte da vino. Tra i quali vanta: tre volte vincitore del premio Carta Vino dell’anno nel 2022 nella categoria Ristorante Hotel, nel 2024 per le categorie Fine dining e Ristorante Hotel alla Milano Wine Week, premio di Wine & Beverage Consultant 2023 per Food & Travel Italia. La sua attività prevede formazione del personale ristorativo, recensione vini, guida di masterclass per cantine, consorzi di tutela nelle principali fiere mondiali: Vinitaly e Prowein.
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