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Champagne

Atelier dello Champagne 2019 – il nostro racconto

Il momento di pace, lo trovo ancora in una flûte indorata da quello stesso champagne che cresce e migliora sul pigro traliccio del tempo

Un piccolo estratto dell’introduzione scritta nella prima pagina della guida “Champagne in cinque punti essenziali”  da  Ivano Antonini, uno degli organizzatori dell’Atelier dello Champagne, Miglior Sommelier d’Italia nel 2008.

Gran Palace Hotel di Varese

ll  Wine Tasting si è tenuto al Gran Palace Hotel di Varese domenica 24 e lunedì 25 marzo, in cui le Maison di Champagne presenti hanno saputo esprimere attraverso le bollicine, le loro storie, racconti, aneddoti di un grande territorio..numerosi RM (Récoltant Manipulant) con pochi ettari di proprietà ma anche Maison la cui produzione supera il milione di bottiglie.

I vitigni principali , Chardonnay, Pinot Nero, Meunier (ora non si dice più Pinot Meunier ma direttamente Meunier), Pinot Bianco si sono confrontati nei classici territori rappresentativi ma anche in zone in cui le caratteristiche pedoclimatiche non avrebbero mai portato il degustatore a pensare all’uvaggio proposto, il tipico,“blend” di uve che la Champagne utilizza da tradizione.

la sala di degustazione

I vigneti , Aoc dal 1927, collocati tra i 90 e i 300m s.l.m. sono ripartiti in quattro principali regioni , la Montagne de Reims, la Valléè de la Marne, la Côte des Blancs, la Côte des Bar. Si trovano al limite settentrionale consentito dalla coltivazione della vite, prevalentemente parcellizzati, si suddividono in 17 villaggi classificati Grand Cru e 42 classificati Premier Cru. Il clima severo, con gelate primaverili, le piogge  frequenti, la composizione del terreno gessoso  (Craie), composto da microrganismi marini e da fossili di belemniti, dona la caratteristica mineralità ai vini che contraddistingue la Champagne.

Le degustazioni

da sinistra Carte d’Or

Ardinat- Faust (RM)  – Vallée de la Marne

Rosé Oeil de Perdrix (Occhio di Pernice) – 100%Meunier

0,8 ettari, negli anni ’60 è stato uno dei primi produttori a essere biologico, certificato dal 1971. La tecnica “de Saignée“, utilizzata sin dal Medioevo, apporta un colore rosato intenso dalle sensazioni olfattive di mela Stark, ciliegia, pompelmo, scorza di arancia. Al sorso, la verticalità del frutto  avvolge il palato con estrema morbidezza lasciando la scia minerale della nota iodata.

 Ardinat- Faust (RM)  – Vallée de la Marne

Carte d’Or – 100% Meunier

Un Blanc de Noir coltivato su un terreno più marnoso. L’assenza di trattamenti sia in vigna che durante le fasi di vinificazione, conducono il degustatore in un stile unico e senza pregiudizi. Il colore oro brillante esaltato da bollicine fini e numerose, la nota prevalente affumicata dona sensazioni piacevoli e intriganti al palato che non nascondono il suo terroir.

Brut Grande Réserve

 

Dehours et Fils – (RM)  – Vallée de la Marne

Brut Grande Réserve – 60% Meunier, 30% Chardonnay, 10% Pinot nero

Gerome Dehours dal 1998 vinifica questa cuvée con il 15% di Vin de Reserve utilizzando il methode perpetuel de vinification (metodo Soleras), rinnovando la botte contenente il vino di Riserva con il vino nuovo dell’annata. Uno Champagne dal colore intenso, tendente al dorato, il bouquet olfattivo esaltato da sbuffi di sottobosco autunnale, funghi, resina, piccoli frutti rossi che fanno capolino all’intenso cestino fruttato di ciliegia, lampone, mandarino, rivestito da sensazioni balsamiche che accompagnano il sorso nella piacevole scorrevolezza e  incredibile bevibilità.

Cuvée Vielle Vigne

 

Bouquin-Dupont  (RM) – Avise – Côte des Blancs

Cuvée Vielle Vigne – 100% Chardonnay – Grand Cru

Piccolo Vigneron ( 3,1 ettari di proprietà), le sue vigne si trovano nei villaggi di Avize , Cramant, Oger e Mesnil-sur Oger. Una Cuvée derivante da una vigna di 70 anni in cui lo Chardonnay esprime se stesso attraverso sensazioni floreali e agrumate, mantenendo la delicatezza e l’eleganza tipica del vitigno.

Blanc de Blanc 2009

 

Philippe Gonet  (RM) – Le Mesnil sur Oger – Côte des Blancs

Blanc de Blanc 2009  – Chardonnay – Grand Cru

La selezione delle migliori 13 parcelle del Grand Cru, solo le annate considerate eccezionali, sprigionano un colore paglierino accattivante attraverso un perlage sottile ed infinito, esalta le  note burrose, pan brioche, cenni tostati e  agrumi canditi. Un bouquet che si ritrova al sorso ricco, carnoso, elegante nel suo finale.

Gautherot (RM) – Côtes de Bar

Rosé – 100% Pino Nero

Francois Gautherot  ultimo discendente di una lunga tradizione famigliare , utilizza tecniche manuali sia in vigna con l’utilzzo del “psou” (piccone) che in cantina, senza alcun intervento. Un Rosé che nasce da uve perfettamente sane e mature, attraverso la tecnica “Saignée”, apporta un colore rosato intenso, ventaglio olfattivo fruttato, ribes, lampone, cenni floreali, sbuffi iodati, alla degustazione alla cieca, sembra un vino rosso mascherato, supportato da una struttura importante. Lungo e intensamente fruttato  il finale di bocca.

Notes Blanches

Gautherot (RM) – Côtes de Bar

Notes Blanches – 80% Pinot Bianco – 20% Chardonnay

Precisione e pazienza,  due parole che rappresentano lo stile della famiglia Gautherot attraverso questo Blanc de Blanc e nei 60 mesi di rifermentazione in bottiglia. Bollicine cremose e spumeggianti che illuminano la veste paglierina e rivelano sensazioni delicate di frutta  polpa bianca, mela, mela, fiori di campo, brezza primaverile. Un sorso delicato ed elegante accompagna le note iodate di un bagnasciuga appena assolato.

Oltre alle Maison presenti, sono state presentate alcune Masterclass di approfondimento davvero interessanti che troverete prossimamente su Vinodabere.

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Scritto da

Maura Gigatti si è avvicinata al mondo della ristorazione in modo graduale, prima con collaborazioni nei principali locali di Parma e poi nel 2008 come imprenditrice, grazie all’incontro con Mariano Chiarelli, compagno nella vita e nel lavoro. L’ingresso nella sommellerie professionale inizia nel 2013, prima con il diploma Ais e poi con il master ALMA Ais, seguito nel 2015 dal titolo di Sommelier professionista; sempre nello stesso anno frequenta il Corso tecniche di servizio del Sommelier, proseguendo con la partecipazione a seminari e corsi di degustazione più specifici. La conoscenza sempre più approfondita del vino e l’attività di sommelier aiutano Maura a focalizzarsi sui concorsi dedicati ai vini, a partire dal Master del Lambrusco, per poi passare a quello del Vermentino e al Trofeo del Soave. In un settore tuttora a forte prevalenza maschile, Maura ha saputo distinguersi e farsi apprezzare, arrivando già nel 2015 alla semifinale del Miglior Sommelier d’Italia, così come gli anni successivi. Nel frattempo arrivano anche i premi, con il secondo posto al Trofeo Consorzio vini di Romagna e la vittoria al Master del Lambrusco. Il 2017 si è caratterizzato con il titolo di terza classificata al Master del Nebbiolo, prima classificata al Master del Primitivo e seconda al Trofeo miglior sommelier del Vermentino. Nel 2018 è entrata a far parte, come sommelier, dell’Associazione Le Donne del Vino - con le quali ha partecipato al Concorso internazionale Feminalise di Parigi come degustatrice e alla presentazione a New York di Wine Spectator - e di Noi di Sala. Sempre quest’anno ha ottenuto il titolo di seconda classificata del Trofeo miglior Sommelier del Vermentino 2018 e ha partecipato come ospite e docente alle masterclass del Primo Primotivo Day di Parma.

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