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Reportage

Alla scoperta delle zone vitivinicole e nuove generazioni della Champagne – Deuxième étape: La Grande Montagne

Nella Montagne de Reims troviamo la zona di eccellenza e la sottozona dalla quale nascono i Grandi Cru e “La Grande Montagne”.

Ritroviamo finalmente il suolo della pura “craie”, che ricordiamo essere il frutto di rocce sedimentarie, calcaree e gesso. A prima vista solida e di un bianco accecante, tanto da rinfrangersi nelle cantine sotterranee e storiche di Reims in tutto il suo splendore.

Viaggeremo dalla piccola frazione di Ludes in cui il Meunier si ritaglia uno spazio importante, al fianco del re Pinot Noir, per fare poi tappa a Verzy, teatro vitato di molte Maison di spicco in cui anche i piccoli vigneron in proprio realizzano vini verticali e freschi.

Per completare il nostro tour, voleremo a Ambonnay dove nonostante la robustezza e muscolarità del terroir, possono nascere Champagne di estrema finezza e generosità.

Una zona di elezione che vanta storicità e alcuni frammenti di storia che rimarranno tali perché non sempre vi è continuità rispetto al passato, ma senza dubbio si mantiene a lungo la memoria.

Il fatto che queste zone siano davvero uniche, sebbene spesso battute da degustatori esperti, non fa altro che accentuare la voglia di scoperta e continua curiosità.

Tra le cantine che ho deciso di mettere in evidenza per questa occasione, troveremo su tutte: Béreche et Fils, Mouzon Leroux e Marie-Noëlle Ledru.

Béreche et Fils

Se parliamo dei fratelli Béreche, dobbiamo citare Vincent e soprattutto Raphaël che dopo aver rilevato l’azienda dal padre hanno impresso tutto il loro talento e visione contemporanea per una decisa sferzata che punta su un nuovo vigneto con annessa cantina. Ci troviamo a Craon de Ludes luogo suggestivo dove le fermentazioni spontanee e l’uso di botti nuove, (da 350 litri di capienza) di provenienza dalle foreste della Borgogna, donano a questi vini eleganza e prestigio.

La cosa che salta agli occhi è che tutti i tiraggi, passaggio indispensabile per gli champagne che riposano durante la seconda fermentazione, avvengono con i tappi in sughero “bouchon liege”. Espressione questa che a seconda dello Champagne scelto, sempre fra quelli di casa Béreche, conduce a stili freschi e vibranti passando ad una linea precisa in cui le note ossidative sono controllate, tanto da esplodere in bouquet di grande ampiezza e spinta olfattiva.

Champagne Reserve Brut s.a, 35% Meunier, 35% Chardonnay e 30% Pinot Noir

Lo Champagne con cui i Béreche si fanno conoscere e subito ricordare, si distingue per grande bilanciamento tra le note acido-minerali e tenendo conto che ci troviamo davanti sempre ad una “Reserve” e che la freschezza delle note aggrumate e spezie in primis regalano note sempre molto complesse, non può che farci venire voglia di conoscere gli altri prodotti della sua linea.

Abbinamento con spiedino di anguilla laccata nel miele e cotto sulla brace sulla piastra giapponese yakitori in brodo di anguilla e erbe aromatiche.

Mouzon Leroux

Sebastien Mouzon è invece un paladino della sostenibilità in vigna, ci troviamo qui nella zona del Grand Cru di Verzy, in cui molte Maison di pregio detengono e acquisiscono le uve per le loro cuvée d’assemblage.

Sebastien predilige l’utilizzo di legni usati che abbiano almeno 4 o 5 passaggi alle spalle, si rifornisce da un noto domaine della borgogna, dimostrando idee chiare di “vin du champagne” che possano esprimere le delicate sfaccettature delle vigne di Verzy. Con la chiara peculiarità di crescere su una tipologia di suolo ricca di “silex“, una vera chimera che pochi in Champagne possono vantare, che rende il Pinot Nero più rigido e asciutto al gusto. Particolare attenzione è rivolta alla natura, Sebastien invece di piantare nuovi vigneti sta a poco a poco innestando alberi di ciliegio, castagno e pesco per avere più sostenibilita ambientale, inoltre usa come fertilizzante naturale i fiori di calendula ottenuti come residuo delle tisane di casa Mouzon.

Champagne L’Atavique Extra Brut s.a, 70% Pinot Noir e 30% Chardonnay (cuvée 2015 + vin de reserve)

Il nome “Atavique” si riferisce al ritrovamento di un carattere passato e storico in riferimento ad un tema futuro, ed esalta la caratteristica tipica per cui possiamo citare: “No filtrazioni e minima solforosa impiegata”.

Champagne fragrante di eleganza dalle sfumature minerali di grande godibilità, seguite da note di frutta secca e agrumi. Consiglio di bere a temperatura di 8-10 gradi al fine di lasciarlo esprimere al meglio.

Abbinamento con lumache cotte in acqua di prezzemolo e servite con chips di polenta fritta e aglio nero fermentato.

Marie-Noëlle Ledru

Che dire poi de la “madame” che per molti incarna la regina di Ambonnay. Siamo nel noto villaggio dove il Pinot Noir è conosciuto per austerità e potenza, ma che grazie alla “madame” si è imposto come chiaro vessillo di cuvée d’ assemblage di estrema eleganza e freschezza.

Ma quale può essere il suo segreto?

In una parola: semplicità, perché non fa nessun uso di legni ma si affida alla conoscenza del proprio terroir in modo esclusivo. Pensate che produce circa 13.000 bottiglie l’anno, tutte sboccate “a voile” dalla stessa Marie

Champagne leggendari, quasi introvabili che tra qualche anno scompariranno del mercato delle vendite purtroppo, ma che hanno segnato una generazione ed hanno contribuito senza dubbio a portare avanti il mito di questa Regione.

La sua storia in breve è che nel 2011 alla morte del padre ha perso 2/3 dei vigneti coltivati. Fino a quel momento pagava un affitto ai due fratelli, vendeva a una grande Maison parte del raccolto e imbottigliava circa 23.000 bottiglie annue.

Dato l’elevato valore il contratto in famiglia è stato disatteso e i terreni in locazione venduti ad alto prezzo (in Francia alla morte di un genitore per proseguire l’attività di famiglia bisogna versare allo stato un elevata cifra per entrare in posseso della propria eredità), successivamente dal 2011 al 2016 il lavoro è continuato con circa 14.000 bottiglie annue. Poì dal 2017 al 2019 il mosto è stato conferito alla Cantina Sociale di Ambonnay. Le ultime notizie sono che nel 2020, l’ettaro abbondante rimasto è stato affittato in parte a un grande piccolo vigneron (per motivi di privacy non lo nomino) di cui amo il suo blanc de noir e il resto a un giovane del villaggio.

Nel frattempo le sue bottiglie hanno raggiunto quotazioni folli a livello internazionale. Ed è normale che ci sia tanta richiesta.

Champagne Grand Cru Blanc de Noirs Cuvéè du Goultè Extra Brut 2015, 100% Pinot Noir

Il suo esempio di Blanc de Noir di Ambonnay è di perlage finissimo, al naso potente ed elegante. Inizialmente note tostate di caffè e zabaione, sorprendente se si pensa che non fa legno, per poi attendere l’arrivo dell’agrume rosso, dell’arancia sanguinella con un continuo ed incessante di susseguirsi di sensazioni.

Al palato, rimane fine, contrassegnato da una potenza viva ma ragionata che delizia il palato tanto non vorresti finisse mai.

Abbinamento con sella di agnello della Val di Funes, cotto nel suo grasso e burro con insalatina di bieta e levistico marinati.

Eccoci già alla fine di questo secondo appuntamento, cui ne seguiranno altri che ci accompagneranno attraverso una disamina approfondita di queste tipologie, passando dai territori o dalle singole parcelle e cercando di trasmettere esperienza e curiosità.

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Sommelier originario della Val Gardena nel cuore delle Dolomiti, a cui gli studi sono stati illuminanti: è da questi che nasce il suo amore per il mondo del vino. Il suo trampolino di lancio è stato il ristorante tristellato St. Hubertus - Rosalpina a San Cassiano in Alta Badia, dove ha ricoperto il ruolo di Sommelier e durante il lavoro consegue il diploma WSET (Wine and Spirits Education Trust) nel 2019. La sua voglia di mettersi in gioco lo ha spinto a partecipare anche ad alcune competizioni, classificandosi 1° al Trofeo del Soave 2019; 1° al Master Chianti Classico 2020 premio comunicazione; 1° al Master dell’Albana 2020; 1° italiano a vincere il Master del Pinot Nero nel 2021, la consacrazione con il Titolo di Miglior Sommelier d'Italia nel 2022 seguita dal premio alla carriera come miglior sommelier professionista dell’anno 2022 nella ristorazione italiana - Premio Solidus. Oggi, è relatore presso l’Associazione Italiana Sommelier, Scuola Concorsi AIS Veneto, direttore del GDS e consigliere regionale di AIS Alto-Adige. Docente all’Istituto alberghiero di Merano, giudice per la guida vini Gault & Millau Italia, Concours Internacional Grenache du Monde, Concorso Emergente Sala, Concours Mondial de Bruxelles, tra i candidati personaggio dell'anno di Italia a Tavola 2023 e partecipa alla stesura della Guida Vitae - I migliori vini d’Italia. Idrosommelier - brand ambassador per Cedea luxurywater della Val di Fassa. Svolge attualmente il ruolo di Wine & Beverage Consultant per molte realtà italiane attraverso: costruzione/assistenza delle carte da vino - vincitore del premio Carta Vino dell’anno 2022 alla Milano Wine Week, premio di Wine & Beverage Consultant 2023 per Food & Travel Italia, nella formazione del personale ristorativo, recensione vini, guida di masterclass per cantine, consorzi di tutela nelle principali fiere mondiali: Vinitaly e Prowein.

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