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TENUTA DI ARTIMINO PRODUCE VINI DI QUALITÀ IN ATTESA DELLE MOSSE PER IL FUTURO

Le scelte dell’azienda Artimino sono volte ad inseguire un progetto lungo decenni, grazie al supporto dell’agronomo Alessandro Mattioli in vigna e dell’enologo (fino a pochi mesi fa) Filippo Paoletti, entrambi lontani dai riflettori. Dagli anni ’80 del secolo scorso, quando Giuseppe Olmo ciclista recordman dell’ora nel 1935 acquisì la splendida villa medicea La Ferdinanda (di cui abbiamo parlato qui: link), la ruota è girata velocemente.

A sinistra Annabella Pascale Amministratore Delegato di Tenuta di Artimino

I tempi non sono stati semplici, sia per gli investimenti necessari a ripristinare i vecchi poderi semiabbandonati, sia per l’appartenenza nello spazio di un ventaglio tra colline prospicienti, a due denominazioni di origine: Chianti Montalbano e Carmignano. Scelte commerciali affatto semplici da attuare quando non hai alle spalle la potenza di fuoco delle colleghe blasonate; bisogna dirlo con onestà anche a costo di lasciare l’amaro in bocca a qualcuno. D’altro canto 70 ettari di vigneti vanno pur gestiti con una cospicua produzione di bottiglie se non si vuole occupare solo il ruolo di conferitori conto terzi.

Concentrarsi sui numeri temendo la bassa qualità è un falso problema, basti vedere le funzionali cooperative alto atesine che coniugano quantità ad eleganza in tante etichette. Semmai sarebbe più idoneo affrontare il concetto stesso di identità di una cantina, ma richiederebbe un articolo lungo quanto un tomo e non è questo il momento adatto. Possiamo, invece, apprezzare gli sforzi compiuti da dirigenza e staff per ampliare i propri orizzonti con prodotti in netto miglioramento per carattere e finezza. Quando sembrava raggiunto un equilibrio consolidato, ecco la nuova svolta enologica con l’arrivo di Riccardo Cotarella a raccogliere le redini di un progetto già definito. Ci auguriamo si possa proseguire nella giusta opera di revisione stilistica e modernizzazione sin qui avviata. Ed ora la parola ai vini in assaggio non prima di qualche foto panoramica degli appezzamenti vitati.

I versanti della denominazione Carmignano


Il versante collinare del Chianti Montalbano

Molte etichette da degustare al ristorante della tenuta, in veranda o nelle sale del luxury resort dalle camere splendidamente arredate nel tipico stile toscano amato in tutto il mondo. Preferiamo non descrivere il bianco Artumes 2021 completamento della gamma e blend di Trebbiano e Chardonnay, ritenuto dal finale troppo morbido, partendo direttamente dai rossi aziendali.

Chianti Montalbano 2021 – toni officinali e speziati. Denota leggera evoluzione virando su nuance scure e salmastre. Di sicuro hanno influito le potenti estati calde, sempre più ravvicinate con sempre maggiori deficit idrici per tutto l’areale.

Barco Reale 2020 Ser Biagio – la classica formula da supertuscan ante litteram dall’era di Caterina de’ Medici che introdusse il Cabernet (Franc) in zona. L’uvaggio è per il 70% Sangiovese ed il resto se lo dividono Cabernet Sauvignon e Merlot. Solo acciaio inox per l’affinamento di un anno e mezzo. Presenza marcata del Sangiovese nelle sensazioni di ciliegia matura. Chiosa ciccolattoso, non lunghissimo eppure buono e territoriale.

Carmignano 2018 Poggilarca – sosta un anno in legno grande, con speziature di liquirizia, pepe nero in grani ed emazie. Annata più fresca che si avverte da una concentrazione materica sottile.

Carmignano Riserva 2016 Grumarello – si aggiunge alle varietà già indicate un piccolo saldo di Syrah. La Riserva beneficia di una annata a dir poco unica, dove per fare male bisognava impegnarsi. Vivacità di frutta succosa tra marasche e visciole, con sbuffi balsamici in chiusura. Tannini di ottima fattura integrati al resto delle componenti. Gastronomico.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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