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I Vini della Cantina ARPEPE in Valtellina – L’Eleganza del Nebbiolo delle Alpi

La Valtellina del vino è sinonimo di ripide colline e terrazzamenti scoscesi sostenuti dai tipici muretti a secco –  l’arte della costruzione dei muri a secco della Valtellina è stata riconosciuta dall’Unesco come patrimonio mondiale -, dove la vite si aggrappa a quel poco di terra che la separa dalla roccia e dà origine a quella peculiare e secolare attività contadina che va sotto il nome di viticoltura eroica, a testimonianza della difficoltà che comporta il lavoro in vigna a quelle altezze e con quelle pendenze. Se poi consideriamo il vitigno principe coltivato in quella zona, il Nebbiolo – che lì prende il nome di Chiavennasca – un’uva non certo facile da gestire, che richiede cure e attenzioni particolari, legate all’estrema sensibilità alle condizioni del suolo e del clima, allora si capisce meglio il significato di viticoltura eroica. Ma la fatica e l’impegno richiesti ai viticoltori vengono ripagati dalla possibilità di realizzare vini di grande caratura, longevi, dal sorso elegante e sottile, dove la finezza dei profumi e dei sapori possono raggiungere vette di grande complessità e piacevolezza, atti a soddisfare i palati più esigenti.

 

Vigneti Retici e Alpi Orobie, con particolare dei terrazzamenti realizzati da muretti a secco di roccia rossa

 

La Valtellina è la più ampia zona di viticoltura alpina in Italia. È una valle di origine glaciale solcata dal fiume Adda, che si sviluppa da Est a Ovest per 120 chilometri, dal passo dello Stelvio fino al lago di Como, racchiusa fra le Alpi Retiche e le Orobie. I vigneti sono locati su una serie di terrazzamenti (“terragne”) che arrivano fino a quasi 1000 metri sul livello del mare. La natura dei terreni è principalmente sabbiosa, derivata dallo sfaldamento delle rocce granitiche durante il periodo del ritiro dei ghiacciai che coprivano tutta la Valtellina, un terreno molto permeabile, adatto alla coltivazione della vite. L’esposizione a Sud delle vigne e la protezione delle Alpi dai venti freddi del nord, fanno sì che si mantenga un clima abbastanza temperato durante tutto l’anno, realizzando un microclima ottimale per la vite. La denominazione dei vini Valtellina abbraccia una serie di comuni della provincia di Sondrio ed in particolare la denominazione Valtellina Superiore raggruppa le aree più vocate, che danno origine alle sottozone Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella.

Una delle cantine che più hanno contribuito alla valorizzazione di questi vini, con una produzione improntata da sempre ad una qualità assoluta e che ha trovato riscontro tra gli appassionati wine-lovers, è la cantina ArPePe, dove l’acronimo sta per Arturo Pelizzatti Perego, il fondatore. L’azienda possiede 15 ettari di vigneti, di cui 13 dedicati al Nebbiolo, nelle aree più pregiate della denominazione (Sassella, Grumello e Inferno).

Emanuele, Isabella e Guido Pelizzatti Perego

 

<<Nati nel 1860. Rinati nel 1984. Cresciuti nel 2004>> questo l’incipit con cui la famiglia Pelizzatti Perego descrive le tre tappe principali della loro storia, cominciata ai tempi dell’Unità d’Italia e segnata da diverse peripezie. Nel 1973 sia il marchio sia i vigneti e l’attività vera e propria furono ceduti, ma già nel 1984 l’omonimo nipote del fondatore (e padre degli attuali proprietari, Emanuele, Isabella e Guido), Arturo Pelizzatti Perego, decise di rimettersi in gioco utilizzando il suo acronimo – ARPEPE -, riuscendo a recuperare una discreta superficie di vigneti e a rientrare in possesso anche delle cantine utilizzate per l’affinamento.  Ritenuto ai suoi tempi un visionario, riprese la produzione con l’obiettivo dichiarato di voler esaltare al massimo le potenzialità del Nebbiolo delle Alpi in un terroir unico quale è la Valtellina, seguendo il principio del “giusto tempo di attesa” nella realizzazione dei propri vini, che implicava tempi di maturazione molto più lunghi di quelli previsti dai disciplinari e, soprattutto, delle “usanze” dell’epoca, che vedevano i vignaioli dedicarsi sempre più a prodotti di massa senza più rispettare, tra le altre cose, alcun rigore nell’affinamento.

Dal 2004 Isabella, Guido ed Emanuele Pelizzatti Perego – la quinta generazione della famiglia – conducono l’azienda continuando con impegno il progetto paterno, seguendo il principio del giusto tempo di attesa e valorizzando le peculiarità delle uve delle singole vigne, con le sfumature e i colori delle diverse annate. Una ponderata innovazione è stata introdotta all’insegna della sostenibilità, al fine di migliorare la gestione dei vigneti, la qualità delle uve e rendere meno difficoltoso l’operato dei viticoltori: la potatura soffice, le attrezzature leggere a batteria e l’utilizzo di piccole cassette per la raccolta delle uve ne sono alcuni esempi.

Ho avuto l’occasione di assaggiare recentemente alcuni dei vini della Cantina ARPEPE. Di seguito vi riporto le mie impressioni.

 

Rosso di Valtellina 2021

Uvaggio 100% Chiavennasca (Nebbiolo). Le uve effettuano una macerazione di 45 giorni in tini di legno da 50 ettolitri, l’affinamento di 6 mesi avviene in legno grande, cemento e bottiglia. Dal classico colore rubino chiaro del Nebbiolo di montagna, il naso viene subito avvolto da intensi e fragranti profumi floreali (rosa rossa, violetta) e di piccoli frutti di bosco rossi, con cenni di humus ed erbe balsamiche. Sorso sottile, dissetante, con ritorni di fragoline e lamponi maturi.  L’equilibrio tra sapidità e finezza dei tannini genera una grande bevibilità del vino.

Valtellina Superiore Grumello “Rocca de Piro” 2019

I vini della sottozona Grumello si caratterizzano per l’intensità e la fragranza degli aromi fruttati e per una struttura fine, di buon corpo; qualità che si traducono in una beva intrigante e gratificante. Il Castel Grumello, una fortezza sita nell’omonima zona vinicola, nel quattordicesimo secolo era proprietà della famiglia De Piro, da qui il nome del vino. Vigne esposte a sud, con uvaggio 100% Chiavennasca. Dopo una lunga macerazione (106 giorni) in tini di legno da 50 ettolitri, l’affinamento di 24 mesi avviene in legno grande (15 mesi), cemento e bottiglia. Colore rubino limpido e lucente, più intenso del Rosso. Complesso, dai sentori fruttati intensi (fragolina di bosco, amarena, lamponi), floreale (viola, rosellina rossa) con sfumature di cuoio, spezie e sottobosco. Sorso sostanzioso, succoso, accattivante. Ha un’acidità fine e vibrante, in equilibrio con un tannino sottile e levigato. Il finale persistente, sapido, con ricordi di piccoli frutti rossi ne evidenzia la grande piacevolezza gustativa.

Valtellina Superiore Sassella “Stella Retica” 2019

La Sassella è la sottozona che genera vini austeri, algidi, ispirati ad uno stile di estrema eleganza e raffinatezza. Il nome del vino deriva da una “via” sulle alpi Retiche che uno scalatore gli ha dedicato. Vigne esposte a sud/est a 400-600 metri di altitudine. Uvaggio 100% Chiavennasca. Le uve effettuano una lunga macerazione (102 giorni) in tini di legno da 50 ettolitri, l’affinamento di 24 mesi avviene in legno grande (15 mesi), cemento e bottiglia. Colore rubino con riflessi granati. Profumi di frutta scura (prugna, mirtillo, ribes nero, bacche), balsamici (eucalipto), di viola, sottobosco e chiodi di garofano, con note di radici e cuoio. Il sorso leggiadro ed emerge un’acidità raffinata e sottile, molto persistente, con ricordi di china e liquirizia. Il tannino setosissimo si accompagna ad una sapidità finale che stimola e rende la beva seducente e di superba eleganza.

Valtellina Superiore Inferno “Fiamme Antiche” 2019

Il nome del vino si ispira alla roccia granitica che si scalda al sole e ricorda il calore di una fiamma, calore di cui beneficiano le uve, 100% Chiavennasca, provenienti dai ripidi e assolati pendii esposti a sud del Comune di Poggiridenti, nella sottozona Inferno. Dopo una lunga macerazione (104 giorni) in tini di legno da 50 ettolitri, l’affinamento di 24 mesi avviene in legno grande (15 mesi), acciaio e bottiglia. Colore rubino luminoso con riflessi aranciati. Bouquet variegato, con profumi intensi di frutta rossa (ciliegia, ribes rosso, arancia rossa) a corredo di erbe selvatiche, spezie (cannella, pepe nero) e note balsamiche. I sapori di frutti rossi integrano un’acidità fine e citrina, accompagnata da tannini sottili e levigati che donano freschezza ed eleganza all’assaggio. Un vino che si pone a metà strada tra la “calda” accoglienza del Rocca de Piro e “l’austera” eleganza della Stella Retica.

 

Via Buon Consiglio, 4  – 23100 Sondrio, Italy

Tel +39.0342.214120, info@arpepe.com

 

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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