Rimani in contatto con noi
[the_ad id="81458"]

ISCRIVITI

News

CERASUOLO, COLORE D’ABRUZZO

Il fascino segreto, antico e selvaggio dell’Abruzzo. Il suono del silenzio, del vento. Un mare di montagne e creste che si riversano nell’Adriatico. Il Cerasuolo è il vino di tutti i giorni, quello che meglio ritrae la quotidianità rurale di questa terra, che sta scrivendo sottovoce un capitolo interessante del vino, costruito su valori semplici e autentici. 14 Cerasuolo a confronto, in una degustazione organizzata da Marco dal Tio, profondo conoscitore del territorio.

 

IL CERASUOLO

Visto da Roma l’Abruzzo è una regione di montagna. Il Gran Sasso, la Maiella e tutte le successive creste appenniniche, precludono l’altra metà della regione che diventa pedemontana, collinare e infine ampiamente pianeggiante lungo tutta la costa adriatica. Proprio questa seconda area coincide con l’area di produzione del Cerasuolo d’Abruzzo.

È un vino rosato, pensato come rosso (a differenza del Montepulciano d’Abruzzo, vino nero…), un vino che ristora la fatica, disseta e ben si accompagna con piatti semplici e tradizionali.

Vi è forse, nel bere il Cerasuolo il senso di un atto agricolo, come gesto quotidiano che ci rende partecipi di una natura che dà e riceve, di cui siamo parte e custodi.

Ma è soprattutto nei colori delle immagini che si svela questo incanto, nelle tinte Cerasuolo d’Abruzzo.

 

CURIOSITÀ STORICHE

La storia che intreccia le sorti di questo vino è la storia di agricoltori e pastori, scenario di sfondo alla Storia con la S maiuscola. L’uva impiegata è il Montepulciano, nome che compare fin dal XVII secolo e che inequivocabilmente genera confusione con l’omonimo paese toscano, nonché con la denominazione del Vino Nobile di Montepulciano.

Si tratta di un’uva autoctona abruzzese, distinta dal Sangiovese, a Montepulciano chiamato Prugnolo Gentile, probabilmente di origini molto antiche. La confusione nata in epoche relativamente recenti, per un’errata associazione “all’uva di Montepulciano”, frutto di scambi commerciali e tecnici in campo enologico con la Toscana.

La presenza della vite è testimoniata da Polibio che riporta come “dopo la vittoria di Canne (216 a.C.) lodava i vini di quest’area in quanto avevano guarito i feriti e rimesso in forze gli uomini.”[1]

Sopravvissuto alla fillossera, il Montepulciano ha trovato diffusione in tutta la regione. Ad inizio Novecento, nella seconda edizione del “Vademecum del Commerciante di Uve e di Vini in Italia”, gli autori Edoardo Ottavi e Arturo Marescalchi ricordano che “nella provincia di Chieti, si producevano vini cerasuoli (cerasella) diventati poi nel tempo tra i vini più tipici e caratteristici dell’Abruzzo.”[2]

Negli anni Sessanta del Novecento, il Cerasuolo compare come tipologia nel Disciplinare del Montepulciano d’Abruzzo. La questione se avere o meno una titolarità della Denominazione, trova risposta oltre 40 anni dopo, nel 2010, con il riconoscimento della DOC Cerasuolo d’Abruzzo.

 

DEGUSTAZIONE

La degustazione segue un percorso territoriale o meglio attraverso terroir, dove la posizione, il microclima e la mano del produttore portano a profili ed espressioni peculiari, a volte affini a volte differenti tra loro.

Per la precisione è un percorso che ignora le definizioni della Doc Cerasuolo di Abruzzo, per territorio, altitudine o scelta del produttore di stare fuori dal disciplinare. È tuttavia un percorso articolato tra i cerasuolo abruzzesi, intesi come Montepulciano d’Abruzzo rosati, dunque vini fortemente identitari e radicati nelle tradizioni.

VdT Tralumescuro 2022 | MonteTino. È un Cerasuolo fuori disciplinare, tra l’altro per la posizione della vigna a 700 metri, oltre il limite dei 500. È “un capriccioso giovane puledro con un carattere indomito” e anche per questo particolarmente accattivante. Vendemmia manuale, fermentazioni spontanee in cemento, pratiche di cantina nel rispetto delle fasi lunari.

Nonostante nessuna chiarifica o filtrazione, il vino si perfetta limpido. Puntuto e leggiadro nei profumi, fragoline ed erbe selvatiche, stile naturale, con un cenno di volatile. Fluido al sorso, sapido, dissetante, scorrevole.

Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2022 | Praesidium. Vinificazione con fermentazione spontanea in botti d’acciaio con macerazione di circa 2 giorni, con uso del salasso. Maturazione per almeno cinque mesi in acciaio. I solfiti vengono aggiunti in quantità molto inferiori al limite massimo imposto dalla certificazione biologica.

Colore cerasuolo concentrato. Quadro olfattivo ampio e a tinte scure, dal frutto, con more di rovo, alle note vegetali di ruta e genziana, poi china, echi minerali, ghisa. Lievissima carbonica all’assaggio ed una vivida freschezza che contiene l’elevato tenore alcolico, per un buon equilibrio complessivo.

Terre Aquilane Rosato Somnium Igt 2021 | Marco Rossi. Particolare nella vinificazione con una tecnica tradizionale: la “svacata”. Ovvero abbiamo una porzione di uva vinificata in rosso e usata come piede, innestata poi con un’altra parte vinificata in bianco. Tutto in acciaio.

Il risultato è ottimale. Bel colore cerasuolo limpido, cristallino. Fragoline di bosco, aghi di pino, ricordi di frutta bianca. Coerente al sorso, vivace ed espressivo ed una lunga parabola gustativa.

 Cerasuolo d’Abruzzo Sotto il Ceraso Doc 2022 | Caprera. Da una piccolissima vigna di 90 anni nel Parco nazionale del Gran Sasso, su suoli sabbiosi e sassosi. L’uva viene diraspata, pigiata, fermenta spontaneamente in serbatoi di acciaio. Affina in acciaio e tonneau.

Rosa antico. Anacardi tostati ed erbe essiccate, lieve mineralità. Denota un buon equilibrio al sorso ed una discreta persistenza seppur accompagnata da una sensazione pseudocalorica in chiusura.

 Terre Aquilane Rosato Eughenos Igt 2022 | Di Cato. Una notte sulle bucce poi affinamento in acciaio. Non viene stabilizzato, né chiarificato né filtrato, e viene imbottigliato con la luna piena di febbraio.

Cerasuolo piuttosto intenso. Ciliegia e prugna, con rifiniture speziate, liquirizia e un’idea di tabacco, nonostante l’assenza di legno. Sorso ben bilanciato, con una freschezza incalzante. Buona persistenza.

 Cerasuolo d’Abruzzo Estroversa Doc 2022 | Cirelli. Due giorni di macerazione in cemento, poi svinatura in acciaio dove completa la fermentazione e affina per 6 mesi.

Cerasuolo. Ritornano sensazioni di anacardi, già riscontrate nel precedente vino “Sotto il Ceraso”. Anche note di piccoli frutti di bosco, terra, un cenno di volatile. Sorso agile, sottolineato da una componente acido-sapida ben definita.

 VdT Sogni d’anarchia 2022 | Di Cato. Vinificazione in bianco, fermentazione spontanea con lieviti indigeni e affinamento in legno per 9 mesi in botte scolma e senza tappo. Solo 600 bottiglie prodotte.

Cerasuolo, leggermente velato. Amarene sotto spirito e in confettura, sensazioni ossidative. Facile, accattivante, originale, con latenza surmatura, richiami speziati ed una discreta acidità a tenere le fila del sorso.

 Cerasuolo d’Abruzzo Suffonte Doc 2022 | Lorenza Ludovico. Da un solo ettaro di vigneto, pratiche naturali, uve torchiate e vinificate in bianco. Fermentazione e decantazione in acciaio.

Splendida veste corallo. Garbate note di melagrana, lampone, erbe aromatiche, fiori di campo. Sorso intrigante. Affilato, largo, con un finale terso e persistente.

VdT LaLèna 2022 | Colle Florido. I grappoli vengono pressati con i raspi dopo la raccolta manuale. Fermentazione spontanea in acciaio e successivi sei mesi di affinamento.

Tonalità salmone., leggermente diversa dai precedenti. Vi è una ricerca di freschezza nella definizione dei tratti. Frutta rossa, anacardi, un cenno di volatile. Coerente al sorso, vivido, tipicamente naturale.

 Cerasuolo d’Abruzzo Le Vasche Doc 2021 | Caprera. Raccolta manuale e fermentazione spontanea in acciaio.

Frutti di bosco e fiori essiccati, arancia disidratata ed erbe officinali. Ghiaia. Sorso succoso, con una misurata acidità ed un buon equilibrio. Chiude sapido.

 Cerasuolo d’Abruzzo Tauma Doc 2022 | Giuliano Pettinella. Uve da vigneti ad alberello di Tocco da Casauria e da Silvi Marina allevati a cordone speronato. Fermentazione e affinamento in legno e poi in acciaio.

Cerasuolo. La componente vegetale ricorda vagamente i rum agricole; poi piccoli frutti rossi, erbe aromatiche e toni floreali. Al sorso l’ingresso è severo e ancora in chiusura l’acidità serra le fila, a dispetto di una struttura ampia e sferica.

 Cerasuolo d’Abruzzo Le Cince Doc 2022 | Nicoletta de Fermo. Fermentazione e affinamento in botte grande.

Naso sottaciuto, ma non per questo trascurabile: erbe fini, frutti bianchi, mineralità. Al sorso svela un equilibrio impeccabile, con una bilanciata sinergia tra le componenti.

Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2022 | Bossanova. Raccolta leggermente anticipata. Vinificazione in bianco e affinamento in vasche di cemento.

Limpido. Incipit selvatico, con sensazioni minerali, ferrose. Il sorso è scorrevole e si snoda in più tempi. Struttura importante, con 13,5% gradi alcolici.

 Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2022 | Emidio Pepe. Ormai il vino di Emidio Pepe non è più il vino di Emidio Pepe, ma quello di Chiara de Paoli e ci racconta la sua interpretazione. Vinificazione in bianco, fermentazione in piccole vasche di cemento vetrificato.

Cerasuolo concentrato. Sensazioni fumé e frutto scuro, corteccia, sottobosco. Coerente e succoso al sorso, con acidità intensa e mineralità ben delineata in chiusura.

[1] Disciplinare di Produzione dei vini a Denominazione Di Origine Controllata “Cerasuolo D’abruzzo”

[2] idem

avatar
Scritto da

Michelangelo Fani, da oltre 15 anni appassionato di vino, distillati e gastronomia. Nel 2010 scrive occasionalmente su Dissapore. Nel 2012 collabora alla guida Bibenda 2013. Negli anni successivi partecipa ai panel per le Guide “ai sapori e ai piaceri regionali” di Repubblica (Lazio, Abruzzo, Marche Umbria, Puglia, Sardegna) e collabora con l’associazione Ateneo dei Sapori. Dal 2019 scrive sulla guida ViniBuoni d’Italia, edita dal Touring Club. Degwineandspirits.com è il suo taccuino di viaggio nel mondo del vino e dei distillati. Perché in fin dei conti, “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla” (Danny Boodman T.D. Lemon Novecento – Novecento, A. Baricco).

Iscriviti alla Newsletter

Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia

NELLA CLASSIFICA DEI 10 CAFFÈ PIU’ COSTOSI AL MONDO 4 DERIVANO DALLA MASTICAZIONE DEGLI ANIMALI

News

La classifica dei migliori 10 Panettoni d’Italia del 2019 secondo Vinodabere

News

La classifica dei migliori 20 Panettoni d’Italia del 2021 secondo Vinodabere

News

La Classifica dei migliori Cannonau della Piccola Guida della Sardegna di Vinodabere – Seconda Edizione (assaggi effettuati nel 2019)

News

Connect
Iscriviti alla Newsletter

Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia