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Piombaia a Montalcino: una storia familiare di profondo rispetto per la natura

In occasione di Benvenuto Brunello 2023 avevo in programma alcune visite tra cui quella a Piombaia: conosco bene i vini, mi hanno sempre incuriosito per il loro carattere e l’impegno di Francesco Cantini a seguire le indicazioni della biodinamica.

In cantina mi ha accolto Maurizio Giannelli, in arte Ghesio, per iniziare la degustazione. Una persona davvero speciale, che si occupa di comunicazione e arte grafica e ha disegnato le meravigliose etichette che colpiscono immediatamente e lasciano lo spazio per divagazioni e suggestioni.

Un albero che collega le radici alla chioma, in varie declinazioni, un simbolo alchemico, che ricorda le connessioni tra il micro e il macrocosmo, lo yin e lo yang e quante cose ancora…

La storia di questa realtà ilcinese è legata all’unione delle famiglie Rossi e Cantini. La figlia di Mario e Carolina Rossi, Lida sposa Vittorio Cantini, che acquistando il podere Piombaia, aggiunge nuovi terreni per la coltivazione delle uve. I vigneti occupano circa 12 ettari e sono infatti posizionati nella zona nord est di Montalcino: gli 8 ettari dell’appezzamento Croce hanno piante di circa 40 – 60 anni, mentre quello esclusivamente di Sangiovese Grosso di circa 4 ettari, con viti di 45-50 anni, si trova a ridosso del Poggio della Civitella, una collinetta digradante ricca di galestro, con esposizione sud.

Francesco Cantini ha operato la conversione alla pratica biodinamica, rendendosi conto di come le vigne vecchie rispondevano bene, con maggiore vigore e vitalità rispetto a quando seguiva sistemi convenzionali: non l’unica, ma sicuramente la prima cantina a dichiararne l’utilizzo.

Dopo un percorso di formazione come stagista presso cantine del Sud Italia e dopo aver conosciuto un produttore biodinamico, ha strutturato la sua attività in tal senso a partire dal 2008.

Il fratello Vittorio aveva già iniziato dieci anni prima a utilizzare il biologico nella coltivazione dei prodotti ortofrutticoli, dimostrando una grande sensibilità.

Sicuramente quando Francesco, un giovane di 25 anni fresco di studi, iniziò 3 lustri or sono a parlare di rispetto della natura, di biodinamica eccetera eccetera… non venne preso molto sul serio: oggigiorno le sue scelte sono promosse e condivise da molti produttori e il ritorno a una agricoltura attenta a ciò che sta intorno, non ultimo l’uomo, è un’idea largamente condivisa.

Uno dei capisaldi della lavorazione in vigna è il sovescio, per la fertilizzazione, oltre all’utilizzo del cavallo e del rispetto della biodiversità: le uve arrivano perfette in vinificazione. La selezione si fa però in cantina, dividendo le varie parcelle in vasche separate, per far esprimere al meglio le caratteristiche di ogni vigneto.

Inizio l’assaggio della produzione con un Rosato da Sangiovese Grosso, vendemmia manuale, di nome Baltato: le uve vengono dal vigneto ricco di sabbia intorno alla cantina e sono vinificate in acciaio senza controllo della temperatura, con fermentazione spontanea e macerazione di circa 12 ore sulle bucce. Conquista immediatamente per il profilo olfattivo succoso, la piacevolezza di beva, e la scorrevolezza del sorso.

Succo di Piombaia nasce come vino quotidiano, ha un colore rosso rubino vivace e sentori di melograno e un tannino presente e dinamico; dopo quindici giorni di macerazione e 3, quasi 4, mesi di affinamento in cemento, è poi imbottigliato senza essere filtrato. Viene utilizzato il Sangiovese Grosso e la sua qualità e le sue caratteristiche lo rendono fruibile anche dopo 5 anni e più. Maurizio spiega che questo rappresenta l’adolescenza per il Sangiovese, mentre il Rosso di Montalcino è la gioventù, il Brunello è l’età adulta.

 

Macerato di Piombaia 2020  è un Sangiovese che macera 6 mesi sulle bucce, in orci di terracotta e vi è la presenza dei raspi per un 40% della massa; seguono due anni di affinamento in bottiglia. È frutto del tempo. Infatti scrive Francesco nel retro etichetta: “ la pazienza genera lunghe attese, ed esse la alimentano”. Si sente la gioventù, la trama tannica preannuncia una lunga vita per questo vino così affascinante, in cui la frutta rossa dialoga con le note floreali e di erbe di campo.

Rosso di Montalcino 2021 è ottenuto da Sangiovese Grosso, 25 giorni di macerazione in vasca, fermentazione spontanea senza lieviti aggiunti, dieci mesi di affinamento in barrique di terzo passaggio. Al naso ciliegia, viola, mora, elicriso, una delicata speziatura. Mostra grande freschezza, sorso agile e tannini perfettamente integrati. Buona la persistenza e la chiusura su note fruttate.

Brunello di Montalcino Docg 2018 nasce da uve di Sangiovese che hanno macerato a lungo, circa 50 giorni, sulle bucce; affinamento in botte grande per 3 anni. È figlio di una annata fresca e piovosa, con un settembre che seppe regalare belle giornate di sole, interrotte però dalle grandinate verso fine mese. La vendemmia è stata un pochino anticipata; il vino ha profumi puliti e netti con sentori di marasca, iris, timo, pepe, caffè, un tannino apprezzabile e un sorso pieno e ben strutturato.

Brunello di Montalcino Docg 2017: annata molto difficile a causa della siccità, con il 50% delle uve che è stato perso o mangiato dagli animali selvatici in cerca di cibo e acqua…Aver lavorato bene in vigna paga sempre e questo vino lo dimostra: elegante, austero, con un grado alcolico perfettamente bilanciato e profumi delicati ma definiti che ricordano la mora, il mirtillo, poi cenni balsamici e di viola. Si apprezzano la freschezza, una garbata astringenza e la chiusura su note di lentisco.

Toscana Igt Dono 2015 è un vino unico nel suo genere: dalle vigne più antiche della famiglia, le uve di Sangiovese di una annata a cinque stelle, forse l’ultima in cui le stagioni avevano una parvenza di normale prevedibilità, vengono vinificate in modo particolare. Un calice che è la ”summa” dello stile di vita di Francesco Cantini, che vuole portare in primo piano più che la denominazione,  la bontà del vino stesso. Il nome richiama il rapporto intimo tra Uomo e Divinità , veicolato appunto attraverso il vino e la percezione che si ha in questa realtà di Montalcino, della fortuna ricevuta e della gratitudine verso la natura. Fermentazione in vasche di acciaio senza controllo della temperatura, né lieviti né solfiti aggiunti; macerazione di 35 giorni sulle bucce e affinamento per 36 mesi in botti da 15 e 30 ettolitri e successivi 4 anni in bottiglia. Un luminoso colore granato, un bouquet che offre cenni di viola, di ciliegia, di prugna, cuoio, tabacco, pepe, ribes nero, mirto. Tannino levigato, sorso avvolgente e agile, finale lungo e persistente. La produzione è a tiratura limitata, meno di 1500 bottiglie.

 

 

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Medico Psichiatra, stregata da Dioniso, divento sommelier nel 2013, Degustatore Ufficiale nel 2014 e Miglior sommelier della Liguria 2019. Nel 2016 nasce il mio blog wineloversitaly e dal 2018 sono molto attiva sui Social con il profilo @wineloversitaly. Nel 2021 sono la vincitrice del sondaggio proposto da The Fork nella categoria Wine Influencer. Ideatrice e Curatrice della prima guida Social " I vini del cuore" che uscirà a fine 2021. Collaboro come Social media coach con aziende e partners del mondo del vino. Non smetto mai di studiare: ho superato il Wset level 3 con il massimo dei voti. Comunicare il vino con passione e rispetto è il mio desiderio e il mio impegno.

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