Ho atteso tanto prima di raccontare questo distillato top scovato un paio di anni fa a Jesi, all’Hostaria Santa Lucia di Gianni Giacani, luogo magico cui il nostro Giovanni Monticelli ha dedicato tanti racconti (link1, link2).
E qui, insieme a un un’offerta enogastronomica e di olio veramente eccellente, non potevano mancare distillati all’altezza: una selezione per tutte, quella di whisky e rhum di Samaroli.
Ma io ho adocchiato questo Calvados “Domfrontais“, così denominato perché in questa regione della Normandia si utilizzano per la distillazione anche (e in maggioranza) le pere insieme alle mele.
E anche perché la distillazione avviene con un alambicco a colonna. Risultato: profumi e sapori di grande complessità e intensità, tutti da ricordare.
Si tratta del Calvados Domfrontais Lelouvier Hors d’Age (blend di annate da 15 a 25 anni).
Ho atteso tanto, quindi, e alla fine ho scelto di scriverne durante queste festività e in occasione del nuovo anno, bevendolo fiducioso e speranzoso in giorni migliori dopo un 2020 a dir poco sciagurato.
E almeno l’assaggio è stato decisamente beneaugurante.
Al naso spicca l’aroma varietale delle pere, insieme a sentori di rosa e albicocca, confetteria e frutta secca, tabacco e cuoio, vaniglia e pepe bianco.
Al palato si ritrovano, con potenza (42 gradi) non priva di eleganza, le caratteristiche tipiche dei Calvados “domfrontais”: sentori netti di pere al forno, ciliegie sotto spirito, prugna e pasta frolla, uvetta e Lychee, insieme a sfumature agrodolci di zenzero, anice e liquirizia.
Una vera delizia di lunga e decisa persistenza.
Lode quindi al Calvados Lelouvier, prodotto da un’azienda storica (1933), piccola ma famosa più in Francia che da noi.
Scrupolosa e attenta nelle selezioni di pere e mele, delle botti piccole e delle miscele di diversi millesimi per un invecchiamento ottimale.
Lo si ritrova per l’appunto nei migliori ristoranti francesi.
Bonus per la bottiglia con tappo in ceralacca, austera ed elegante come il suo contenuto.