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di...stillati

Il principe del riciclo, ovvero come predisporsi degnamente a un buon distillato

Ricordo che, più  o meno venti anni fa, in una splendida isoletta del Mediterraneo,nel cuore di un mare blu e smeraldo incontaminato sorgeva un’unica costruzione.

Si trattava di un albergo di una certa classe che ospitava quelle poche persone che vi erano indirizzate o che per caso, come me, venivano a conoscerlo.

Le bellezze naturali marine e terrestri, il comfort dell’albergo,​ le splendide viste​ erano accompagnate la sera da incredibili buffet marinari: ancora ricordo di aver visto e assaggiato addirittura un barracuda,​ oltre a svariati piatti a base di lampuga e pesce bandiera o spatola che dir si voglia.

Con stupore,​ piacere e gusto ma anche con molto interesse per la novità.

Inutile aggiungere che c’era pure tutto il resto: gamberi, frutti di mare,​ calamari, dentici, ricciole e chi più ne ha più ne metta.​ Il ricordo di quella esperienza mi ha accompagnato in questi anni fino a guidarmi, dopo tanto tempo, verso la scelta della stessa località, e dello stesso albergo,​ per trascorrervi qualche giorno in totale balia di onde, sole e mare.

Si sa il mondo cambia, e la gente pure,​ e così il management dell’hotel che, da svizzero quale era, nel frattempo si era reinventato indigeno.

Col risultato che, a parità di natura (e anche qui una piccola riserva sui giorni festivi e sul numero di barche e barconi non ci sta male)​ anche il vitto aveva subito una decisa trasformazione a discapito della qualità.

Autore dell’inversione di rotta, agita con tenacia, pervicacia e un’inventiva da fare invidia ai creativi culinari di tutto il mondo, tale Hubert, chef (sic!) di origine francese forse,​ ma soprattutto creatore spietato di piatti improbabili e determinato a far sì che nulla delle sue preparazioni potesse correre il rischio di avanzare.

E così  strani pesci locali cotti nei modi più impensati,invariabilmente con salsa di pomodoro, sono apparsi sul tavolo del buffet con nomi fantasiosi e/o reali per descrivere la versione minimalista​ di animali preistorici dotati a volte persino di ossature e vertebre degne di un mammifero.

Colori dal bianco latte all’aranciato dei vini rossi troppo invecchiati, dimensioni ragguardevoli per un normale frigorifero e speciali attrezzi per dividerli in porzioni proporzionate ai piatti, consistenza semi-rocciosa ma elastica, docile alla forchetta ma ostile alla dentatura e, soprattutto, una longevità di presenza nel menu che in alcuni casi ha toccato i tre pasti consecutivi, ogni volta con travestimenti e presentazioni diverse.

Che dire? I​ barracuda si saranno rivoltati nelle loro tombe digestive di allora, gli altri pesci avranno disconosciuto questi colleghi futuristi e immortali. Ma che grinta questo Hubert!
Ha preparato dapprima un secondo, poi un intermezzo e infine un antipasto.

Chapeau e applauso!

P.s.- naturalmente per una digestione accettabile  è stato necessario trovare adeguati distillati, per fortuna forniti da un vicino pub irlandese. Quindi,  irish whiskey con tripla distillazione e pot still, morbido, fruttato e speziato con un bel finale di uva passa, nocciola e mandorla: Redbreast 12 years old. Prosit!

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Scritto da

Carlo Bertilaccio vive a Roma ed è attualmente curatore della rubrica "di...stillati" per la testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collabora anche con Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it) e ha collaborato per le edizioni 2017/2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Ha collaborato per le edizioni 2015-2016 con la guida Slow Wine, e con la guida "Vini buoni d'Italia" dall'edizione 2010 fino all'edizione 2013. È autore di diversi articoli su distillati e vini su Scatti di Gusto (www.scattidigusto.it). Ha infine scritto diversi libri per Palombi editore su cocktails e altri argomenti, e prodotto inoltre quattro dischi di giovani talenti italiani nonché le canzoni per un musical su Marilyn Monroe, recentemente premiato al teatro Sistina di Roma. Giudice per Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles. Giudice di Radici del Sud. Giudice di Grenaches du Monde.

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