Seconda giornata di assaggi qui in Cina allo Spirits Selection 2019, la kermesse mondiale dei liquori e distillati ideata e organizzata dal Concours Mondial de Bruxelles.
Le batterie di oggi sono state molto divertenti:!
Primo flight tocca al Pisco Cileno Riserva.
Sono dei brandy, cioè dei distillati di vino, che contemplano una miriade di stili e varianti: la menzione Reservado è quella che in genere raccoglie prodotti con maggiore gradazione alcolica (40°-42°) e affinati qualche anno in legno. A essere sincero mi aspettavo di meglio: uno solo il campione notevole (e infatti è andato ad Oro) in mezzo ad altra roba trascurabile.
Secondo flight ed è il turno degli Armagnac VSOP, sempre un brandy ma prodotto secondo un disciplinare specifico nella omonima regione francese. Nella versione VSOP fanno almeno 4 anni di affinamento, e rispetto al Pisco cileno è tutta un’altra musica! Grandi eleganze, complessità, sfaccettature, per una serie di assaggi davvero coinvolgenti: una Gran Gold, due Gold e una Silver testimoniano l’altissima qualità media.
Terzo flight “Whisky Single Malt Cask Strenght“: qui le mie papille gustative si erano già eccitate, quando ho poi scoperto che non si trattava degli Scotch, che sono in una categoria a se. Quindi whiskies da tutto il mondo con tante interpretazioni e alcune cose davvero bizzarre…tre medaglie in tutto.
Per chiudere l’immancabile tornata dei Baijiu, ancora una volta in versione Aroma Forte. Ormai sono diventato un esperto a forza di essere bombardato da questi aromi di ananas stramaturo e frutta dolce, anice e spezie, formaggi erborinati e cereali fermentati! Battute a parte, una batteria di buon livello qualitativo, in cui siamo stati tutti molto uniformi nel riconoscere grande dignità a questi distillato orientale quando è lavorato bene come quelli che ci hanno proposti.
Nelle prime due giornate, oltre alle sessioni mattutine di degustazione, c’è stato ovviamente spazio per la visita d’ordinanza alle strutture produttive locali.
Spirits da queste parti è sinonimo di Fenjiu Group, o, a voler essere proprio precisi, Shanxi Xinghuacun Fenjiu Co, la sussidiaria del gruppo specializzata nella produzione di Fenjiu (la versione più popolare di Baijiu dall’aroma leggero). Quotata in borsa dal 1993 impiega oltre 10.000 persone ed è uno dei colossi mondiali della distillazione. Abbiamo visitato vari stabilimenti, sia storici che moderni, sia attivi che trasformati in museo. Spiegare a parole quanto possa essere imponente il Fen Jiu Group è quasi impossibile.
Tanto per dare un’idea, il nuovo nucleo produttivo in costruzione e già parzialmente operativo, la Fen Jiu City, e una città a tutti gli effetti! Avere dati ufficiali qui in Cina è sempre complicato. Da informazioni carpite qua e là, ci è stato detto che si sviluppa su un’area di oltre 1,5 milioni di metri quadrati (praticamente quanto 250 campi da calcio uno a fianco all’altro!), attraversata da una strada principale lunga più di 3,5 km.
Tra locali di lavorazione dei lieviti e stanze di fermentazione, distillazione e affinamento, conta migliaia di edifici, per un totale di oltre 2 milioni di metri quadri coperti. Sono quasi 400 solo gli stabilimenti atti alla produzione dei blocchetti di lieviti, che qui chiamano “qu”, che serviranno poi da attivatori per la fermentazione dei cereali. Oltre 100 sono gli edifici “decorativi”, ricostruiti secondo lo stile degli antichi templi locali, tra le cui mura di collegamento trovano spazio infiniti locali di affinamento.
A pieno regime sfornerà qualcosa come 100mila tonnellate di Baijiu l’anno, che attraverso sedici linee di imbottigliamento parallele, si tradurrà in svariate decine di milioni di bottiglie, vendute principalmente in Cina ma pronte a invadere il mercato mondiale!
La contraddizione, che abbiamo toccato con mano, è che di fronte a tanta maestosità e in un paese che è simbolo di avanguardia tecnologica e automazione, il Fenjiu è ancora prodotto per larghissima parte con metodi tradizionali, che per loro natura richiedono tanta lavorazione manuale e molti spazi. Materia prima, lo spazio, che per loro fortuna qui di certo non manca. A domani per la terza e conclusiva giornata, in cui conosceremo il nome del paese ospitante della prossima edizione!
Abruzzese, ingegnere per mestiere, critico enogastronomico per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, con cui ancora collabora. Vino, distillati e turismo enogastronomico sono la sua specializzazione. Nel tempo libero (poco) prova a fare il piccolo editore, amministrando una società di portali di news e comunicazione molto seguiti in Abruzzo e a Roma. Ha collaborato per molti anni con guide nazionali del vino, seguendo soprattutto la regione Abruzzo (ma va?), e con testate enogastronomiche cartacee ed online. Organizza eventi e corsi sul vino...più spesso in Abruzzo (si vabbè...lo abbiamo capito!).
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