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Sicilia – DiVino Festival – I nostri migliori assaggi

Castelbuono è un paese nella provincia di Palermo adagiato in quota collinare nelle Madonie, che vanta ottime tradizioni di pasticceria, basti pensare che Fiasconaro ha sede qui. Inoltre nel territorio di Castelbuono, oltre a quello del territorio del Comune di Pollina, si ha la produzione della Manna, che è la linfa estratta dalla corteccia di alcuni alberi (frassini in maggioranza), che viene usata per i dolci e la pasticceria. Oltre a questa particolarità, o per essere più precisi a questa unicità a Castelbuono si tiene il DiVino Festival. Ogni anno per tre giorni il paese diventa un vero e proprio percorso nel vino, si tengono anche masterclass ed a conclusione della manifestazione un ricco banco d’assaggio di vini di tutta Italia con qualche incursione estera. Basti pensare che per l’edizione 2022, i vini sono stati oltre 290. Giorno e notte, nelle strade centrali del paese c’è  un continuo viavai di persone che desiderano conoscere, assaggiare, degustare.

Durante la giornata conclusiva è stato possibile degustare di Assuli, il Dardinello 2021 D. O. C. Sicilia – Zibibbo vinificato in secco, con i suoi sentori agrumati e floreali (zagara e sambuco e tanti altri), che sono il suo biglietto da visita. Spalla acida in evidenza con una buona struttura e complessità. Buona persistenza. L’azienda Assuli di proprietà della famiglia Caruso, si contraddistingue per la scelta precisa e decisa di voler produrre in regime biologico solo ed esclusivamente monovarietali.

Facendo un salto virtuale in Friuli Venezia Giulia, abbiamo assaggiato una Malvasia di Livon, Soluna 2020 D. O. C. Collio. Le note di mandorla, zenzero, i sentori di erbe aromatiche, in particolar modo rosmarino ed origano, lo rendono un vino molto accattivante. Sorso di carattere che riempie la bocca, rotondo e potente. Buona persistenza. Le componenti dure e morbide sono ben bilanciate.

Sempre nel Friuli Venezia Giulia, di Villa Russiz abbiamo degustato il Sauvignon Bleu 2018 D. O. C. Collio, che è un CRU di Sauvignon Blanc. Foglia di pomodoro e pompelmo fanno da apripista ed una leggera nota di biancospino che arricchisce il bouquet. Morbido al palato e di estrema piacevolezza.

Interessante il Lugana D. O. C. 2021 dell’azienda Farina. Dal calice pervengono dapprima le note agrumate, poi quelle di acacia, per poi passare a lievi accenni di zenzero. Sorso verticale, agile e scattante con una bella progressione ed una buona persistenza.

Proseguendo il percorso enoturistico, dal Veneto, ci si sposta in Piemonte per assaggiare l’Erbaluce di Caluso di Cieck, il T 2019. Si esprime con un bouquet ricco, accenni di miele ed in parte sensazioni erbacee, con profumi di campagna e di camomilla. Vino di buona struttura e buona personalità. Il tempo giocherà sicuramente a suo favore. Per l’azienda Cieck l’Erbaluce è il vitigno principe e viene prodotto in tutte le forme (spumantizzato, secco, passito). Il T viene prodotto facendo fare alle uve un leggero appassimento e poi al vino un affinamento in botti nuove, di primo, di secondo e di terzo passaggio.

Si ritorna in Sicilia con il Passiperduti 2021, Grillo in purezza di Donnafugata , con la particolarità che le vigne dove viene raccolta l’uva si trovano a 720 metri di quota. Profumi floreali e di erba tagliata, con ricordi di frutta a polpa gialla. Corrispondenza gusto – olfattiva notevole con una elevata freschezza.

In Sicilia, versante orientale, Etna, Castiglione di Sicilia, Contrada Rovittello, ha i vigneti Tenuta Ferrata e produce l’Etna Bianco D. O. C. Cielo Cèneris 2021. A distanza di quasi un anno inizia a dare note evolutive. Avvicinando il calice, si sentono note canforate, di cedro e di cardamomo. Grande acidità che lo rende molto verticale. Lungo al sorso.

Ci si sposta, ma non di molto, per un Etna Bianco D. O. C.. La produttrice è Giulia Monteleone e le uve per ottenere l’Anthemis, provengono dal territorio di Sant’Alfio, Comune limitrofo a Milo. L’altitudine della vigna (900 metri) gioca un ruolo fondamentale per il vino e l’Anthemis 2020 ne è una valida conferma. Il bouquet è sia ricco, che vasto, con note primarie composte da note floreali, ricordi di sambuco, tiglio ed accenni di cedro e con note secondarie e terziarie (affina per ben dodici mesi in botti da 700 litri) composte da sentori torbati e di tabacco. Spalla acida ed agilità di beva con grande verticalità. Finale che ricorda la mandorla amara. Lungo al sorso.

In Liguria Roberto Rondelli produce il Migliarina 2015 Rossese di Dolceacqua D. O. C.. La nota balsamica, i sentori di origano, la nota fumé e la pietra focaia, compongono il suo corredo aromatico. Spalla acida pronunciata, con un finale sapido. Tannini molto fini. Di carattere. Persistenza ottima. Una produzione di nicchia, circa 1500 bottiglie annue, fanno di questo vino una piccola rarità.

Dalla Liguria al Piemonte, il passo è breve. La zona è quella di Vergne, fra Barolo, La Morra e Narzole, uno dei territori più conosciuti e vocati per il Nebbiolo. L’azienda si chiama Vaira Aurelj ed il vino assaggiato è F. Z. 2020, dove F. Z. sta per fuori zona, con il significato che per poco non rientra nel territorio della D. O. C. G., ma questo non significa che non abbia le caratteristiche e le credenziali del vino langarolo. Dal colore che è un rosso scarico e tenue, a quanto trasmette con i suoi profumi folreali (viola soprattutto), i ricordi di piccoli frutti di bosco e le note di humus. Al sorso è snello con una buona verticalità ed una beva agile e scattante. I tannini sono molto fini. Buona persistenza.

Infine, trovandosi a Castelbuono è giusto concludere con un vino della zona. Il Litra 2018 è un Cabernet Sauvignon, che nacque su intuizione di Giacomo Tachis, il vino più importante di Abbazia Santa Anastasia. Classificato come D. O. C. Sicilia. Il suo corredo aromatico è complesso, si sentono note di grafite, pietra focaia ed inizia a farsi percepire la nota di peperone. Acidità e tannini in grande evidenza. È ancora in fase giovanile.

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Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.

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