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La storia del Refosco dal Peduncolo Rosso nella degustazione online guidata di “Doc Friuli & Friends”, organizzata dal Consorzio della DOC Friuli e MG Logos

Nel precedente appuntamento con il Merlot friulano, sempre organizzato online in maniera impeccabile dalla Mg Logos e dal Consorzio delle Doc FVG (Friuli Venezia Giulia), l’amico e collega Gianni Travaglini ha optato per una impaginazione nello stile Vinodabere delle guide sui vini (vedere Guida ai Migliori Vini della Basilicata 2021), perfettamente idonea a rappresentare l’eterogeneità delle aziende proposte in degustazione.

Mi atterrò, dunque, fedelmente a tale schema, raccontando di un vitigno autoctono fuori dai radar delle catene commerciali, eppure ricco di storia e di sostanza.

Del Refosco dal Peduncolo Rosso abbiamo traccia ancora con Plinio il Vecchio nel celebre compendio Naturalis Historia, sotto il nome probabilmente di “Pucinum“.

Uso volutamente l’avverbio in maniera dubitativa, in quanto le fonti storiche sono state spesso oggetto di confusione e travisamento, per non parlare dell’assoluta mancanza di prove concrete che il ceppo genetico fosse davvero identico a quello odierno.

Un po’ di poesia serve comunque allo scopo ed ecco allora l’episodio di Livia, moglie dell’imperatore Augusto, morta a 86 anni, che avrebbe scoperto nel progenitore del Refosco il suo elisir di lunga vita. O di Papa Gregorio XII che nel 1409 avrebbe organizzato un piccolo banchetto di solo 72 portate innaffiate da litri di vino friulano denominato all’epoca “racimulus fuscus“.

Leggende a parte, il Refosco deve l’appellativo di peduncolo rosso alla colorazione del rachide; anche nel Sud Italia abbiamo un paragone simile nel Piedirosso, pur appartenendo a due famiglie completamente differenti.

Di certo invece è il DNA imparentato con il Terrano e la Cagnina di Romagna, simili anche nelle loro sensazioni organolettiche.

Solo 686 ettari vitati, sui complessivi 26.524 del Friuli, pensate che il paragone è inclemente persino con la Glera, non così diffusa come in Veneto, nel magro rapporto numerico di 1 a 10.

Come in una tremenda corsa a ostacoli, la pianta possiede persino il ciclo vegetativo più lungo tra i vini rossi, germogliando precocemente e maturando nei frutti a fine settembre, seconda per tempistiche soltanto al bianco Verduzzo.

Compreso il sentiero da percorrere, abbiamo potuto degustare con la mediazione di Matteo Bellotto, consulente del Consorzio, ben quattro espressioni dalle varie connotazioni territoriali, di cui tre ricadenti nel Disciplinare Doc Friuli ed una in quello Doc Friuli Grave (che prevederebbe anche la versione “superiore” non consentita nel primo caso).

I disciplinari riescono raramente a descrivere le caratteristiche organolettiche dei vini che si sottopongono alle loro regole. Pertanto racconteremo e descriveremo le cose come sempre a modo nostro, per renderle fruibili a tutti, neofiti compresi.

I vini degustati:

Ronco Margherita Doc Friuli Venezia Giulia Refosco dal Peduncolo Rosso 2017

Colore violaceo denso, naso opulento e secco. Frutta in cottura, da lampone e mora con un lieve riverbero alcolico. Gradevole nelle persistenze speziate, tendenzialmente scure tra chiodi di garofano e pepe verde, con chiusura balsamica. L’annata non è stata semplice, seppur meno torrida di altre zone, ma il prodotto finale è decisamente “ruffiano” e non stanca al gusto. Selezione tra le diverse parcelle, subisce tra i 15 ed i 20 giorni di appassimento in pianta. Segue fermentazione ed affinamento in acciaio inox per ulteriori 6 mesi prima del lungo riposo in bottiglia. Si beve bene.

 

Oltre ai circa 28 ettari distribuiti tra le colline pinzanesi e la zona dei magredi di Dandolo, nel comune di Maniago, l’azienda include anche una vasta produzione nei colli Orientali del Friuli. Alessandrio Bellio, classe 1975, da pilone della Benetton Rugby di Treviso si scopre abile viticoltore. Abituato al fango e al sudore dei campi di gara, diventa enologo a Conegliano e fonda nel 2009 Ronco Margherita. La sede ufficiale diverrà nel 2015 Pinzano al Tagliamento, nell’antica tenuta di Ruggero Forti padre della viticoltura moderna friulana. Pinzano si diversifica dalle pianure adriatiche per essere rivolto verso i primi rilievi pedemontani, maggiormente freschi e piovosi, ai piedi del Col Colàt. I suoli sono in prevalenza argillosi, differenti dalle “terre magre” (o Magredi), composte da sassi calcarei-dolomitici meglio predisposti per i bianchi.

Le Favole – Tenute Cadorin Doc Friuli Venezia Giulia Refosco dal Peduncolo Rosso Vigneti Bosco Bando 2018

“Purpurei intensi riverberi incontrano respiri di viola, prugna, vaniglia e pepe, per fondersi in un’ammaliante melodia sensoriale”. Per una volta siamo totalmente d’accordo con quanto indicato in etichetta. Aggiungiamo il buon  mix tra erbe aromatiche e fiori di lavanda uniti ad una forte spezia nera ed un tannino ancora mordace, tipico del vitigno. Teso e vivace, da una delle lande più assolate nei pressi della laguna di Marano, non lontana dalle spiagge di Lignano Sabbiadoro. Lunga macerazione in acciaio per tre settimane, ivi prosegue la sosta per ulteriori 14 mesi oltre 5 mesi in vetro.

 

Evio ed Angelo Cadorin hanno creduto fortemente nella propria favola, quella di acquisire e valorizzare una azienda agricola nei pressi di Sacile, per ritrovare le sensazioni provate da giovani nelle terre dei nonni. Il clima fresco, mitigato dalle correnti lagunari, con buoni escursioni termiche ed un suolo sabbioso frammisto ad argille compatte, sono le caratteristiche ideali per il Refosco dal Peduncolo Rosso. I boschi di Carlino antistanti, rappresentano ormai l’ultimo lembo della storica foresta planiziale a cavallo tra Veneto e Friuli, molto importante già all’epoca dei romani.

Vialetto Gabriele Doc Friuli Venezia Giulia Refosco dal Peduncolo Rosso Modeano 2018

Grande attacco floreale, da petali di geranio e rosa rossa. La parte erbacea si sente meno che in altri campioni, distinguibile soltanto da un piccolo accenno di humus selvatico. Nitide, invece, sono la liquirizia e la marasca croccante; a esser pignoli ti aspetteresti al sorso un brivido ulteriore in lunghezza ed invece le parti acidule si attestano in un canone di media ampiezza. Rispecchia l’annata particolarmente fresca. Rimontaggi frequenti, effettua malolattica per il 20% in tonneaux ed il resto in tini di acciaio.

Modeano è un piccolo borgo agricolo a metà tra Venezia e Trieste, dove dal 1982 Gabriele Vialetto e la moglie Emanuela coltivano con passione le vigne di famiglia. Il corpo aziendale consta di ben 32 ettari e la sede si trova nella Villa Bertuzzi-Ferrari, circondata da bellissimi alberi secolari. Due fiumi scorrono rispettivamente a ovest e a est: il Tagliamento e lo Stella. I loro depositi fluviali hanno costruito nel corso delle ere glaciali i terreni rendendoli profondi e ricchi di minerali, con una tessitura tra il franco e l’argilloso, ben drenati e resistenti alla siccità estiva.  Il clima presenta le minori precipitazioni di tutto il Friuli ed è temperato dalle brezze marine, ne conseguono vini dotati di particolare eleganza e longevità.

Le Due Torri Doc Friuli Venezia Giulia – Grave Refosco dal Peduncolo Rosso 2016

Certamente il più enigmatico degli assaggi, nonostante un lustro di vita possiede ancora delle note marcate boisé, e presenta una discreta dicotomia tra naso e bocca. Evoluto all’olfatto, con terziari riconducibili a cuoio, sigaro e vaniglia, decisamente fresco e agrumato al palato, tra scorze di tamarindo e astringenza da china Martini. Si fregia della menzione “Grave”, provenendo dalla punta dei Colli Orientali in direzione Rosazzo, ove i terreni hanno maggior scheletro rispetto alla pianura e le temperature sono inferiori persino di 2 gradi. Ciò spiega anche un tannino particolarmente rude, che abbisogna di ulteriore tempo per rendersi perfettamente godibile.

“Uve sane vino sano” è il loro motto; sembra l’uovo di Colombo eppure resta una verità spessa amara da digerire per molti produttori che vogliano raggiungere la perfezione. Le rese si riducono, le attenzioni devono essere quasi maniacali, come negli 8 gli ettari gestiti dalla A alla Z da Ermanno Maniero, esperienza nel settore della meccanica nautica con il pallino per l’agricoltura. Ermanno è talmente preciso nel suo lavoro da aggiungere una retro etichetta delle sue bottiglie esaustiva quanto (se non più) di una scheda tecnica. Il consumatore deve essere edotto di ogni singola lavorazione, in vigna ed in cantina. Complimenti a lui.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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