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LA “ROYAL RUMBLE” DEL VINO: I SOAVE A CONFRONTO

Nell’attesa del confronto serrato tra Timorasso e Chianti Classico di Radda, ho preferito cedere per un istante il passo (e la penna) ad un piccolo divertissement che avevo chiuso nel cassetto dopo la recente partecipazione alla manifestazione “Soave Stories”.

Del riassunto globale dell’evento (compresa una visita notturna a casa del Presidente del Consorzio di Tutela Sandro Gini) abbiamo già accennato in precedenti articoli (link1,link2) ; mancava all’appello il confronto tutto particolare tra varie etichette di annate differenti, ben condotto da Kerin O’Keefe giornalista di successo, Italian Editor di Wine Enthusiast.

L’evento è riservato solo a taluni vini del nostro panorama enologico; pochissimi infatti riescono a reggere così bene il passare inesorabile del tempo, regalando emozioni e sensazioni sempre nuove.

I vini assaggiati

Partiamo dunque con gli assaggi proposti:

FRANCHETTO – SOAVE DOC 2018 “LA CAPELLINA” – davvero una piacevole novità quella presentata da Giulia Franchetto, dal Cru Roncà e da piante di oltre 35 anni. Note di frutta bianca polposa, fieno, gelsomino, pesca e lime. Bocca agrumata, salina e lievemente erbacea. 88 punti meritati

GIANNITESSARI – SOAVE DOC CLASSICO MONTE TENDA 2018 – zona a Sud del Comprensorio, tra le più assolate. Blend di Garganega (85%) e Trebbiano di Soave da vigneti tra 30 e 60 anni e vendemmia tardiva. Note orange penetranti, lievemente fumè e balsamiche. Sensazioni pseudocaloriche ben evidenti 87/100.

CANTINA DEL CASTELLO – SOAVE DOC CLASSICO “PRESSONI” 2017 – annata torrida, zona Monte Foscarino e Monte Grande. Vino assolutamente verticale, dal taglio minerale, e dalla gradevole frutta gialla matura. Sorso impegnativo, caldo e ricco di pesca, spezie bianche e mandorla. Non supera gli 86 punti.

ROCCA SVEVA – SOAVE SUPERIORE DOCG CLASSICO “CIONDOLA” 2017 – A Rocca Sveva si deve molto, nella ripartenza verso la strada della qualità perduta. Garganega in purezza proveniente dai vigneti di Castelcerino, dotati di un mix fra componenti basaltiche e calcaree. Fenolico, speziato e fruttato al palato, risente anche esso dell’annata hot per un 86/100 idem come sopra.

CANTINA DI MONTEFORTE – SOAVE SUPERIORE DOCG CLASSICO “CASTELLARO” 2016 – cominciamo ad andare più in profondità nell’analisi evolutiva. L’annata è stata vibrante, il frutto è denso e tropicale (mango). Tostature varie, ravvisabili anche all’assaggio,  condite da scorza di cedro, pepe bianco e vaniglia. 85/100.

INAMA – SOAVE DOC CLASSICO “VIGNETI DI CARBONARE” 2016 – il “ragazzo” si impegna, ottenendo sempre ottimi risultati. Suolo basaltico, vigne di oltre 40 anni, prima annata proprio la 2016. Radicale, dalla fortissima ginestra, talco, agrumi. Bocca succosa, con ginger, cardamomo, albicocche e salgemma. 90 pieni.

BALESTRI VALDA – SOAVE DOC CLASSICO “VIGNETO SENGIALTA” 2015 – Il “sengio” è un sasso duro da lavorare, di origine vulcanica, tipico della zona. Laura Rizzotto fa anche apicoltura, nel pieno rispetto delle biodiversità.  Olfatto entusiasmante, di rosa, gelsomino, melone, pera e cocomero. Ama i lunghi invecchiamenti. Una puntina eccessiva di alcool sulla lingua gli impedisce di raggiungere l’eccellenza arrestandosi a 89 meritati punti.

I STEFANINI – SOAVE SUPERIORE DOCG CLASSICO “MONTE DI FICE” 2015 – totale prontezza di beva per questo prodotto proveniente dal CRU Costalunga.  Colore oro, l’evoluzione esprime classici sentori petrolati, fiori secchi, cannella, banana e mandorla. Bocca secca, piena e sapida, annata calda. 92/100.

PORTINARI – SOAVE SUPERIORE DOCG CLASSICO “RONCHETTO” 2012 – Brognoligo, zona piovosa, al punto tale che molti non adoperano irrigazione di soccorso. Famoso per la “doppia maturazione”, effettuata tagliando un tralcio e lasciandolo appassire in vigna o tramite la normale vendemmia, il vino rispecchia l’equilibrio dell’annata, con effluvi di confettura di susine, ananas, pesche sciroppate, fiori di lavanda. Al gusto è quasi carnaceo, minerale e mentolato. Da 91 punti in su.

GINI – SOAVE DOC CLASSICO “SALVARENZA” 2002 – quando tutti buttavano il raccolto in quell’annus horribilis  Sandro Gini ha creato l’ennesimo capolavoro. Certamente meno longevo di altri, è ancora in forma smagliante da autentico fuoriclasse. Ampio, tutto tropical/balsamico con richiami evidenti di maracuja, nocciola, basilico e cedro. Bocca minerale in stile Mersault, miele di acacia, fiori secchi, frutta candita, albicocche disidratate e crosta di pane. 94/100 di pura, purissima emozione.

A presto con una nuova entusiasmante sfida.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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