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Montefalco – Il fascino del Sagrantino e del Trebbiano Spoletino di Devis Romanelli

Devis Romanelli non si smentisce mai. Passano gli anni, ma i suoi vini restano indelebili nell’areale di Montefalco. Il Trebbiano Spoletino (o Spoletino) Le Tese, il Sagrantino Medeo e il Montefalco Rosso Molinetta.

Che altro dire, da Colle San Clemente la famiglia Romanelli riesce a dominare le vette di qualità, ponendosi al centro dei concetti di tradizione (ovvero vini coriacei e marcatamente territoriali) e modernità, con campioni dalla bocca apprezzabile fin da subito.

Ciò non significa abbandonare le idee di evoluzione, di attesa in cantina dei prodotti che meritano la perfetta accondiscendenza nella fase degustativa. Ma il vino si fa (e si vende) anche per il piacere di avere un compagno non troppo irruento, più domo ai sapori dell’appassionato medio. Verticalità, potenza e nerbo rischiano, in un territorio come quest’angolo d’Umbria, di essere un’arma a doppio taglio. Vini magari apprezzati dalla critica, meno dal pubblico. Risultato: chi non vende è destinato a un inevitabile declino, non potendo saziarsi soltanto di elogi e parole poetiche.

Andiamo per gradi, descrivendo l’azienda esistente dal 1978 e che ha visto nel 2003 il reimpianto delle vigne. Vendemmie tardive utilizzate per arrivare al massimo grado di maturazione, macerazioni prolungate e uso sapiente dei contenitori di legno. Pionieri nel credere in un’uva autoctona a bacca bianca che sta creando scompiglio tra i vitivinicoltori locali e che guarda dritta al futuro: il Trebbiano Spoletino.

Prima, però, partiamo dal Fonte Perna Colli Martani 2022, per dichiarare senza ombra di dubbio che il Grechetto di queste zone ha un’anima schietta e sincera, aderente a quanto ci si aspetti sia dal varietale che dal territorio di provenienza. Solo di recente, complice il clima sempre più caldo e la bassa acidità tipica complessiva, si opta per una grande attenzione durante la vendemmia, cercando un compromesso tra freschezza e complessità aromatica.

Le Tese 2021 è il capolavoro dei Romanelli, quella sperimentazione che è divenuta un successo tale da aver ormai ordini in prenotazione per anni. Lo Spoletino ai massimi livelli, complice un contatto con le bucce per 65 giorni e successivi 9 mesi sulle fecce fini con altrettanti di attesa in vetro. Da vecchie vigne maritate, vero patrimonio di bellezza. Prima annata 2015, con ampliamento degli ettari nel 2017 per ottenere le attuali 6000 bottiglie. Pazzesco nelle sue nuance da cedro, erbe officinali (salvia e lavanda), e toni minerali in chiusura di bocca.

Il Montefalco Rosso Molinetta 2018 rispecchia l’annata complicata e anomala, con un frutto maturo, a tratti scuro e speziato, ed un tannino non troppo avviluppante ma ancora nervoso.

Medeo 2016 Montefalco Sagrantino da manuale con trama antocianica compatta e un finale mordace declinato su note balsamiche pungenti. Giovane e irsuto con potenzialità evolutive dichiarate all’origine. Succo di more selvatiche, pepe nero in grani e quel tocco di liquirizia che non guasta mai. Da 20 filari storici, per circa 7000 metri quadri di vigna.

Chiudiamo toccando le corde di un argomento molto delicato: la corretta evoluzione di un Sagrantino al cospetto delle stagioni. La 2009 esprime una parte finale di sorso ancora tannico, ma purtroppo la fase iniziale è carica di sensazioni quasi ossidative.

Eccellente la 2007, fredda in inverno e torrida in estate, un piccolo gioiello di morbidezza e rotondità fatto da frutti di bosco, amarene sotto spirito e tabacco sbriciolato.

Devis Romanelli c’è! I suoi vini… pure.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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