Partire da zero. Un significato insito in ognuno di noi che presuppone quanto sia difficile, a volte, la stessa vita. Elisa Mazzavillani lo sa bene quando dovette rimboccarsi le maniche, dopo la scomparsa del padre Delio, per aiutare sua mamma Marta Valpiani. Elisa era praticamente astemia se non per qualche piccolo assaggio alle feste familiari. Lavorava in tutt’altro settore al Porto di Ravenna e vestiva abiti ben diversi da coloro che vivono la terra da vicino. Restavano, però, quei due ettari di vigna in eredità acquisiti per un sogno del babbo, quello di realizzare una piccola fattoria agricola come si usa fare in Romagna.
Siamo in località Bagnolo della sottozona denominata Castrocaro e Terra del Sole. Ampio areale, con appena sette produttori sparsi tra luoghi morfologicamente e climaticamente differenti. Qui dominano le argille, in particolare quelle azzurre chiamate così per intuizione di Leonardo da Vinci. Un particolare tipo di suolo difficile da lavorare e che soffre il cambiamento climatico dato dai frequenti periodi di siccità. Ma gli impianti vitati, quasi 13 ettari su 34 aziendali, sono spostati in zone meno calde verso Rio Cozzi dove prevale la roccia spungone, un materiale sedimentario di origine marina compattato da inserti calcarei. In aggiunta vi sono presenze di natura ciottolosa rilasciate dai movimenti tensivi del fiume Montone.
Versante a Sud raffrescato da correnti appenniniche con ottime escursioni termiche. Zona termale ricca di fonti salsobromoiodiche risalenti in superficie tramite stratificazioni di sale massiccio. Una passione iniziale della Mazzavillani per i vini rossi, convertita con il tempo anche ai bianchi a base di Albana. Come racconta Elisa: <<ho cominciato a capire le vere difficoltà di vinificare in rosso quando ho affrontato la fermentazione in bianco. Per fare quest’ultima ci vuole molta tecnica, ma per realizzare un gran Sangiovese serve anche l’uva giusta!>>. Della Romagna pensa all’anima bianchista ancora inespressa: <<per coltivare una vite di Albana bisogna utilizzare il doppio del tempo nonostante un ciclo vegetativo più corto. Le potature devono essere eseguite con tralcio umido per evitare che si spezzi. Le prime gemme non sono fertili e ciò rappresenta una minaccia seria in presenza di gelate tardo primaverili. Insomma..è un gigante con i piedi di argilla>>.
In regime biodinamico si preferiscono legni grandi stagionati, non tostati, con tempi di affinamento variabili in funzione delle tipologie. L’Albana di Romagna Secco Docg Delyus, ad esempio, necessita del minor intervento possibile in cantina, con uve provenienti da vigne giovani poste su molasse (sabbie gialle antichissime) ed arenarie compatte. Una parte va in pressa a grappolo intero in modo soffice. Meno tannico dell’usuale (nonostante si parli di un bianco), immediato e salino nel riverbero finale dalle tendenze idrocarburiche in fase evolutiva. Vengono utilizzati, a scanso di equivoci e per complicare le cose, tutti i cloni di Albana presenti sul mercato compreso uno rinvenuto di recente nelle Marche, pur preferendo l’AL 7 T o Gentile di Bertinoro per le sue espressioni delicate. Vediamo gli assaggi di giornata.
Albana di Romagna Docg 2021 Madonna dei Fiori – vino semplicemente unico. Nonostante un’annata affatto semplice per quantità prodotte, la maggior vetustà delle vigne ha dato prova di forte resistenza ai colpi climatici restituendo speziature e toni mielosi stuzzicanti. Fermenta in acciaio ed affina in cemento, elegante e dinamicamente concreto.
Romagna Sangiovese Doc Castrocaro e Terra del Sole 2019 Rio Pietra – fiori violacei, spezia scura e carattere fumoso con lievi tostature e sbuffi di zenzero. Il tannino marca visita in maniera energica: serve ulteriore riposo per domarlo.
Igp 2021 La Farfalla – nasce nel versante nord dominato dalle argille azzurre. Solo cemento, salato sin dall’impatto in bocca, denso e succoso al contempo. Equivale alla categoria “Sangiovese Superiore” pur non essendo indicato in etichetta. Buonissimo nelle sue fragranze di ciliegie mature.
Romagna Sangiovese Doc Castrocaro e Terra del Sole 2019 Crete Azzurre – petali di rosa rossa, note tipiche di incenso e pepe bianco. Ravvisa qualche piccola irruenza che sfocia in una parte verde vicina a note di eucalipto e che migliorerà con i mesi. Si punta ad un tipologia “perpetua” nel futuro prossimo. Diraspato, fermenta ad acino intero senza pigiatura. Lo spungone funge da catalizzatore d’acqua, mantenendo uno stile agile senza toni surmaturi.
Sangiovese di Romagna Riserva Doc Castrocaro e Terra del Sole 2019 La Fugarena – dedicato nel nome all’antica festa di bruciare le cataste vecchie di legna potata. Carattere da glicine e ciliegie croccanti con trama tannica saporita in fase di assestamento. Chiosa su macchia mediterranea, elicriso e pepe nero in grani. Assaggiato en primeur per Vinodabere, a pochi giorni dalla sua uscita in commercio, promette già lunghissima vita.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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