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Life of Wine 2020 – La Cantina Cieck e l’Erbaluce – Alla scoperta di un vitigno, di un territorio, di un’azienda di grande tradizione

È sempre molto facile parlare di vitigni che producono vini famosi e di territori che per turismo ed altro salgono agli onori delle cronache, ma ha tutto un fascino particolare parlare di gioielli che non hanno la stessa cassa di risonanza mediatica, ma che per qualità e bellezza di territorio non hanno da invidiare ad alcuno. Fondata nel 1985, l’Azienda Agricola Cieck, di San Giorgio Canavese è condotta da Domenico Caretto e Lia Falconieri, che allevano 16 ettari di vigneto principalmente vitigni autoctoni canavesani.

Lia Falconieri

Nasce come piccola casa spumantiera, il cui fondatore è Remo Falconieri con un passato alla Olivetti e con la passione, della viticoltura ereditata dal nonno. Falconieri grazie alla sua precedente attività è stato soprannominato “l’Archimede delle bollicine”, soprannome coniato da Carlin Petrini, per aver adattato alcune sue teorie innovative all’enologia, insieme alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino. “I vigneti circondano la cantina e fatto curioso ci dice Lia Falconieri, che, per l’appassimento delle uve ci avvaliamo di una tecnica tradizionale risalente all’ 800. In base a questa particolare tecnica i grappoli selezionati non vengono adagiati su stuoie, ma appesi uno ad uno ad appositi telai. In questo modo l’aerazione dei grappoli è maggiore e li preserva dall’attecchimento di muffe e batteri nocivi senza ostacolare l’azione della muffa nobile. L’appassimento è naturale, senza alcuna forzatura”. La produzione varia dagli spumanti, vino bianco, vini rossi e vini dolci, ma un’altra perla oltre all’erbaluce è il Neretto di San Giorgio altro vitigno autoctono. Il territorio è quello del Canavese, che dà i natali al vino Erbaluce di Caluso, un territorio del Piemonte ai confini con la Valle di Aosta, ed è una delle più antiche aree viticole, quando già al tempo dei Romani era praticata la coltura della vite. Situata su terreni collinari. a 320 metri s.l.m., con esposizioni sud-sud/ovest. di origine morenica, frutto dello scioglimento e successivo spostamento dei ghiacciai di natura sabbioso ciottolosa. È una zona caratterizzata da scarsità di precipitazioni con inverni rigidi ed estati calde. Una caratteristica dei vigneti locali è quella della forma di allevamento unica nel suo genere, la Pergola Canavesana, una forma di allevamento espansa resa necessaria dall’elevata vigoria dei vitigni locali. La sua conduzione richiede molto lavoro nelle operazioni di potatura, potatura verde e vendemmia che vengono accuratamente eseguite interamente a mano. L’Erbaluce ha una buccia molto spessa che le conferisce una notevole protezione, condizione ideale per l’appassimento. In passato la zona era terra di uve rosse e l’Erbaluce era usato quasi esclusivamente per uva da tavola appassita, poi intorno agli anni ’60 si vede l’affermarsi della vinificazione in bianco. L’Erbaluce di Caluso ottiene la Doc nel 1967 e la Docg nel 2010. Per alcuni l’origine del nome Erbaluce deriva dall’antico nome romano Alba Lux, per altri il suo nome, si deve alla favola di Albaluce, la favola racconta che le colline erano popolate da ninfe e Dei venerati dagli uomini. L’Alba e il Sole, innamorati ma destinati a non incontrarsi mai, erano tra questi. Dal loro amore, grazie ad un’eclissi e all’intercessione della Luna, nacque la ninfa Albaluce la cui bellezza e grazia spinse l’uomo ad offrire ogni sorta di dono e omaggio. Privatosi di ogni sostentamento l’uomo ricercò nuove terre fertili deviando il corso del lago che però travolse ogni cosa seminando morte. Il dolore fu tale che dalle lacrime di Albaluce stillate in terra nacquero tralci di vite dai dolci frutti, un’uva bianca dal nome Erbaluce. La prima traccia storica, intorno alla prima decade del 1600, è quella con il nome Elbalus opera di G. Battista Croce, un trattato in cui illustra le varie metodologie di vinificazione e conservazione dei vini, osservate ed ideate per le uve da lui stesso coltivate nella propria vigna sulle colline torinesi, “Della eccellenza e diversità dei vini che nella montagna di Torino sinfanno, e del modo di farli”. Venendo ai giorni nostri troviamo una pubblicazione, che ci fa capire con la sua poetica l’essenza vera di questa uva, “Le querce, di Remo Appia, Liriche con Prefazione di Salvator Gotta” Edizioni del Cenacolo Torino 1960:

Attendi a bere… Osserva in trasparenza
questo colore quasi d’ambra antica,
l’aroma odora, memore di spica
e di muschio e di fiori in opulenza.
Maturâr l’uve sulla prominenza
dei colli al raggio dell’estate aprica,
poi appassiron nella casa amica
per concentrar degli acini l’essenza.
Quindi, spremuto, il succo al buio attese
che per misterioso incantamento
ogni fragranza srdesse più palese.
Or bevi a sorsi, adagio… Anche se spento
è il giorno, e di neve ammanta il Canavese,
berrai raggi di sole a tuo talento.

È stato accostato per somiglianza all’altro piemontese Cascarolo bianco presente tra le province di Torino e di Asti, altri con il vitigno francese Clairette. L’Erbaluce Docg è prodotto in 37 comuni situati tra le serre di Ivrea e di Caluso principalmente in provincia di Torino, ad eccezione dei comuni di Moncrivello (VC), Roppolo, Viverone e Zimone (BI). Il Disciplinare prevede le tipologie fermo, spumante, passito e passito riserva; è prevista la menzione di vigna purché i relativi vigneti abbiano un’età d’impianto di almeno 3 anni.

La degustazione ha visto in rassegna una linea di Erbaluce: “T” Erbaluce di Caluso Docg e la versione passita con Alladium Passito Erbaluce di Caluso Doc, la Riserva e la Docg.
T Erbaluce di Caluso Docg 2016.
T come Tendone, T come tardiva, T come Top! Tendone è in riferimento alla tecnica colturale della pergola canavesana, Tardiva si riferisce invece alla sua vendemmia, il perché di Top, invece, lo puoi scoprire solo con l’assaggio. Erbaluce 100%. I terreni, situati nelle colline moreniche di San Giorgio, Cuceglio e Aglié, in provincia di Torino, hanno natura sabbioso ciottolosa, sub acido, di origine morenica. Uve raccolte tardivamente e vinificate dopo una macerazione a freddo di circa 48 ore a contatto con le bucce, dopodiché vengono pressate e poste a fermentare in vasche di acciaio a temperatura controllata. Segue un periodo di maturazione sulle fecce fini in tonneaux in rovere. Dopo l’imbottigliamento, che avviene durante l’estate successiva alla vendemmia, un affinamento in vetro della durata di almeno 12 mesi.

T Erbaluce di Caluso Docg 2016

L’inverno è stato mite e poco piovoso, con una caduta delle temperature verso il termine della stagione invernale. La primavera ha portato piogge abbondanti e temperature piuttosto basse e stabili. Colore paglierino con riflessi dorati, al naso intenso, con note erbacee e floreali di iris ed anche fruttate mela e agrumi, al palato bella struttura e una piacevole beva, fresco e sapido, buona persistenza con le note olfattive che ritornano. 13% vol.


T Erbaluce di Caluso Docg 2013
Rispetto alla 2016 il vino ha già raggiunto uno splendido equilibrio, le caratteristiche del 2016 si ripropongono anche in questa annata anche se con minor intensità e con alcune note speziate, il colore è un giallo dorato ed anche nella 2013 si ripropongono le note olfattive mantenendo una lunga persistenza. 13% vol.

T Erbaluce di Caluso Docg 2009
È stata una delle migliori annate del nuovo millennio per l’Erbaluce. Inverno nevoso e primavera piovosa. L’estate ha tuttavia consentito di recuperare eventuali ritardi, arrivando a una raccolta leggermente anticipata, che ha dato vita a ottimi vini. Il segreto della longevità di questo vino è nella sua acidità che è la sua spina dorsale che gli consente di mantenere ancora vivo questo vino mantenendo ancora presenti i sentori fruttati ed erbacei, anche se in tono minore, tipici del vitigno, ed è sempre l’acidità che gli consente di avere questo lungo e persistente finale, sorprendente. 13,5% vol.

L’appassimento dell’Alladium Erbaluce di Caluso Passito inizia durante la vendemmia e termina nel mese di marzo dell’anno successivo, usando la tecnica tradizionale risalente all’800 sopra descritta. L’invecchiamento in piccole botti di rovere dura circa tre anni, cui fa seguito un affinamento in bottiglia della durata di circa sei mesi. È un passito di nuova concezione, di dolcezza contenuta e maderizzazione.


Alladium Erbaluce di Caluso Passito Doc 1996
L’annata è stata caratterizzata da un inverno non troppo rigido, ma nevoso, cui ha fatto seguito una primavera un poco ritardata ma calda. L’estate non è stata particolarmente calda. Frequenti i temporali. Settembre ha invece portato un clima asciutto ottimale per la vendemmia. Colore oro antico, al naso sensazioni mielose e di agrume candito e di albicocca, leggermente muschiato, al palato dolce, fresco il sorso è vellutato con una lunga persistenza. 14% vol.

Alladium Erbaluce di Caluso Passito Doc 2001
La vendemmia giunge dopo una annata particolarmente piovosa. Una primavera un poco anticipata ha portato a una fioritura precoce. Ha fatto seguito una estate poco piovosa e infine una vendemmia con clima caldo afoso. Si è trattato di una vendemmia equilibrata in termini di qualità e quantità. Al naso note fruttate ed anche frutta candita, frutta secca, miele, al palato una freschezza sorprendente ed una dolcezza elegante e mai stucchevole. 15% vol.

Alladium Erbaluce di Caluso Riserva Passito Doc 2006:
Solo le migliori partite vengono etichettate riserva, selezionate, imbottigliate e lasciate maturare in bottiglia per un periodo minimo di 10 anni. Colore oro antico, al naso avvolgente, chinotto, albicocca, tamarindo, note mielate, al palato dolce, il sorso è vellutato, con una piacevole freschezza tornano in finale le sensazioni olfattive. 14,5% vol.

Alladium Erbaluce di Caluso Passito Docg 2013
Al naso ampio spettro olfattivo che denota note fruttate di uvetta appassita, fico secco, e una lieve nota speziata, ai quali si aggiungono sentori, di miele di castagno, mallo di noce, e pesca sciroppata. Al palato dolcezza e acidità rendono il sorso armonioso che conduce ad un lungo e persistente finale. 14% vol.

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