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La Docg Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, immersa tra terra, cielo e mare

Tipicità, tradizione e orgoglio identitario, concetti che, sebbene dibattuti e controversi in ambito enologico, denotano un indissolubile legame tra un territorio ed il vino che ne è espressione.

Ed è proprio con l’intento di suggellare tale liaison che nel 2003 nasce la Docg Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, unica denominazione controllata e garantita in terra d’Abruzzo, che attualmente vanta una produzione annua totale di bottiglie superiore al milione. La DOCG si estende per circa 1.500 Km2 a nord della regione, su di un’area collinare impreziosita da antichi borghi turriti che dalle montagne dell’Appennino abruzzese, tra cui svetta il Gran Sasso, degrada dolcemente sino alle coste dell’Adriatico.

A 15 anni dal battesimo della denominazione proviamo a fare il punto sui passi compiuti, sugli obiettivi raggiunti e sulle sfide future durante una tre giorni organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane. Una vetrina che ha visto come protagoniste gran parte delle aziende consorziate ed i loro vini, ivi comprese le altre due denominazioni Controguerra Doc e Colli Aprutini Igt, in cui si sono alternati anche momenti enogastronomici, musicali e culturali, nonché visite del territorio e dei vigneti.

«Insieme, seppure piccoli, stiamo procedendo per vincere una sfida difficile quella di far sapere al mondo che il Montepulciano d’Abruzzo può aspirare all’eccellenza e al rango di vino da corona» racconta il Presidente del Consorzio, Enrico Cerulli Irelli.

Disciplinare «rigido» quello della DOCG che limita le rese per ceppo e circoscrive lo svolgimento di ogni operazione di vinificazione alla sola zona di produzione, imponendo, prima della commercializzazione, minimo due anni di invecchiamento. Per la tipologia Riserva, invece, almeno tre anni di riposo.

Ma veniamo ai nostri assaggi che, per il numero di aziende presenti e le bottiglie declinate in varie annate, ci consentono di avere una panoramica molto ampia di stili interpretativi, evidenziando una buona qualità media con distinte sensazioni organolettiche. Il profilo che ne viene fuori è quello di un Montepulciano d’Abruzzo dall’intensa purezza di frutto, dal carattere muscoloso e terroso, robusto, ma allo stesso tempo espressivo di una trama elegante e vellutata. Pregevolmente considerevole la capacità di invecchiamento.

vini in degustazione

Questi i nostri «coups de coeur» del Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg.

Terra Bruna 2015, PODERE COLLE SAN MASSIMO

Rubino intenso. Si concede al naso con sentori delicati di frutta rossa, toni speziati, accenni di sottobosco e note iodate. Diretto ed equilibrato al gusto con una ricchezza tannica ben integrata ad una delicata morbidezza. Piacevole il finale.

Castellum Vetus 2014 e 2007, CENTORAME

L’annata 2014 evidenzia all’olfatto note di mirtilli, prugna matura, chiodi di garofano e richiami pepati. Sorso appagante con freschezza in evidenza e sbuffi minerali ad accompagnare un intrigante finale. La 2007, nella sua veste di color granato, si mostra più improntata su note balsamiche e speziate a far da contorno ad un frutto più evoluto. Colpisce per equilibrio ed eleganza.

Luì 2015 Biologico, TENUTA TERRAVIVA

Intrigante bouquet con note di frutta in evidenza, ciliegia, piccoli frutti di bosco, more e mirtilli e poi  richiami balsamici. Gusto potente e caldo con tannini integrati ma ancora ben presenti al palato ed equilibrata freschezza.

Torre Migliori «Riserva» 2010 e 2005 Magnum, CERULLI SPINOZZI

Piacevoli richiami di visciole, susine nere, erbe aromatiche e accenni balsamici per la Riserva 2010 che colpisce per pulizia ed eleganza. La 2005, in formato magnum, rievoca toni più scuri riconducibili a sentori di tabacco, cuoio, spezie a contornare un frutto maturo ancora ben presente. Piacevole il finale.

Antàres 2016 e Escol «Riserva» 2012, SAN LORENZO

Elegante speziatura, note balsamiche e richiami di liquirizia che ben si sposano a piacevoli profumi di frutta matura per l’Antàres che al gusto si rivela equilibrato e persistente. Concentrazione e finezza per l’Escol che sorprende per l’ampiezza del bouquet e lunghezza del finale.

Notàri 2016 e Neromoro «Riserva» 2014, FATTORIA NICODEMI

Frutti rossi, humus e spezie scure connotano al naso il Notàri facendo da preludio ad un sorso equilibrato e di piacevole eleganza tannica. Perfettamente equilibrato il Neromoro, con erbe aromatiche, cioccolato fondente e note mentolate in evidenza. Davvero persistente.

Pignotto «Riserva» 2008, MONTI

Mora, amarena, prugna matura e liquirizia accompagnano un sorso pieno che sottolinea tannini a grana fine. Elegante e delizioso il finale.

Fonte Cupa «Riserva» 2011, CAMILLO MONTORI

Al naso spezie, vaniglia e note fruttate. Morbidezza setosa al palato, perfettamente bilanciata da freschezza e sapidità, regalano una lunga persistenza.

Amato «Riserva» 2011, LIDIA E AMATO

Confettura di more, cacao, tabacco; note speziate e sentori balsamici precedono un sorso pieno, morbido sorretto da richiami sapidi. Finale piacevole e prolungato.

Pieluni «Riserva» 2011 Magnum, ILLUMINATI

Visciola in confettura, chiodi di garofano, cannella e frutta secca si schiudono in bocca, donando un sorso consistente e voluminoso che accompagna a lungo.

A voler rimarcare le diverse sfumature di questa DOCG, è possibile riscontrare tra i diversi stili produttivi un’ulteriore interessante interpretazione un pò fuori dal coro.

Pathernus 2011, CIOTI

Mora matura, gelso, sottobosco, visciole, maraschino ed una nota tipicamente selvatica a sostenere l’intero quadro olfattivo. Un gusto decisamente imponente con tannini ben evidenti sorretti da freschezza e richiami minerali.

“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.

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