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Dopo Lipari con Tenute di Castellaro, Massimo Lentsch racconta l’Etna

Quattro vini al momento, la cantina in costruzione ed un racconto che trasuda di bellezza e passione.

L’azienda è giovanissima (nata alla fine del 2018), i vini pronti e in cantina sono iniziati i lavori.

Massimo Lentsch dopo aver sperimentato con i vitigni autoctoni delle Eolie e la bellissima avventura con Tenute di Castellaro, sbarca sull’Etna. Siamo a Randazzo, in Contrada Calderara Sottana, mentre alcuni vigneti si trovano nel comune di Castiglione di Sicilia, in Contrada Feudo di Mezzo.
Il gioco di contrasti della lava e dell’acqua, rappresentato dal vulcano attivo più alto d’Europa e dal fiume Alcantara, che scorre nei pressi dell’azienda, creano un ambiente naturale unico al mondo. Questi suoli sono particolarmente fertili perché ricchi di elementi minerali, in particolare fosforo, potassio, ferro, magnesio e calcio. L’altitudine è un fattore molto importante su questo tipo di suoli vulcanici, perché le colate laviche difficilmente raggiungono le zone più a valle: ne consegue che l’apparato radicale delle piante che si trovano a questa altitudine è completamente immerso nel suolo vulcanico.

La nuova cantina, i cui lavori sono iniziati recentemente, godrà di un sistema di raffrescamento adiabatico grazie all’acqua e alla terra e agli elementi naturali che caratterizzeranno il “cratere verde”: una sorta di giardino arabo ai piedi della montagna. Una torre del vento andrà a creare un sistema di raffrescamento naturale, garantendo umidità e temperatura ideali per l’affinamento dei vini. Grazie ad una progettazione che sfrutta la pendenza naturale del suolo, il processo di vinificazione avverrà interamente sfruttando la forza di gravità, in modo da effettuare travasi o spostamenti del mosto senza consumo di energia e senza danneggiamento del prodotto attraverso l’utilizzo di sistemi meccanici. Sarà un’opera architettonica in simbiosi con l’ambiente e un’interpretazione artistica del contesto naturale: un grande tributo all’armonia possibile tra uomo e natura.


L’impegno, come già apprezzato con Tenute di Castellaro, è rivolto verso una viticoltura artigianale, che cura meticolosamente ogni vite, per dar voce a tutte le sfumature di un suolo generoso e complesso sotto gli occhi attenti dell’agronomo Alessandro Zanutta e del consulente enologo Emiliano Falsini. Quattro i vini: un bianco da Carricante, un rosa da Nerello Mascalese e poi i due rossi Cosentino e San Teodoro che abbiamo assaggiato.

Cosentino (circa 3.500 bottiglie) è frutto di alberelli centenari (con diverse piante pre-fillossera) di Nerello Mascalese che si trovano in un terreno di 1,35 ettari nella Contrada Feudo di Mezzo, esposti ad Est a settecentocinquanta metri sul livello del mare. Rosso rubino intenso nel calice, al naso profuma di spezie dolci, ciliegia, note iodate ed erbacee. Al palato gode di una trama tannica complessa, dove acidità e volume riescono ad essere in perfetto equilibrio. Elegante con tannini ben integrati e sorretti da una buona spalla acida.

San Teodoro (circa 9.000 bottiglie), invece, è una vigna di Nerello Mascalese costituita da piante di circa sessanta anni coltivate su suolo sabbioso vulcanico, di trama fine, fertile e ricco di microelementi, a reazione sub acida. Rosso rubino tendente al violaceo alla vista, profuma di piccoli frutti rossi, note minerali e leggeri sbuffi di erbe aromatiche. Palato succoso e dinamico con tannini piacevoli che allungano il sorso.

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Nato in Toscana e cresciuto in Sicilia, dove vivo. Ho iniziato a scrivere quasi per caso, poi anche qualche libro sul rapporto tra mafie e chiesa. Promuovo il Turismo Esperienziale in Sicilia e mi occupo di comunicazione digitale. Scrivo di vino, di cibo e delle cose belle che mi circondano

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