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Cortona – La grande personalità dei Syrah di Fabrizio Dionisio

Lo stile è tutto si dice. Scegliere il proprio stile fa parte di quel processo di crescita che coinvolge l’animo umano prima delle sue stesse imprese fisiche. Fabrizio Dionisio ha rappresentato la mia prima visita a Cortona: ho difficoltà, pertanto, a trovare il taglio giornalistico più adatto a raccontarne le continue prodezze da avvocato prestato alla vitivinicoltura di qualità.

Partirò, dunque, dall’esser semplice, così come lo sono Fabrizio e la moglie Alessandra, inizialmente titubante del grande passo compiuto da suo marito. Si è dovuta presto ricredere ed anzi, adesso è la prima a consigliarlo su tecniche e sperimentazioni di cui Dionisio è avido di sapere.

Si punta a creare tante etichette di Syrah quanto le possibilità espressive del varietale, mancando all’appello solo la versione passita ritenuta, al momento ed in futuro, non essenziale allo scopo. La Syrah dunque, divenuta la regina assoluta di queste lande fertili e produttive, dopo gli studi effettuati negli anni ’90 dall’azienda Tenimenti d’Alessandro, deus ex machina del territorio. Avevamo già accennato a questa parte storica durante l’evento Chianina & Syrah edizione 2022 (Link).

Qui si coltivava maggiormente Sangiovese ed uve bianche classiche per il Vin Santo, compreso il Grechetto Gentile conosciuto localmente come Pulcinculo. Poi la svolta, l’attrazione verso nuovi capitali (si potrebbe fare ancora meglio) e le prime produzioni inizialmente di nicchia ed adesso consolidate realtà.

Fabrizio parte da Roma e recupera, a cavallo tra la fine del secolo scorso ed il 2000, una vecchia proprietà acquistata dal padre, con annesso casale e chiesetta privata. Le vigne ricadono nel toponimo denominato Il Castagno, una zona riparata, quasi in pianura. Via i vecchi impianti di Sangiovese e Trebbiano, utilizzati per vino da tavola, e subito grande partenza con le giovani barbatelle di Syrah.

Attualmente sono 15 gli ettari destinati alla vite. Agli inizi fu costretto a cedere i tre quarti della produzione di uve per consentire la sopravvivenza dell’attività; adesso, complice la notorietà della denominazione Cortona Doc e dei suoi prodotti, riesce a vendere rapidamente le circa 50 mila bottiglie annuali, vinificando l’intero quantitativo di vendemmia.

Consapevole che il lavoro di avvocato fosse molto diverso da quello di vigneron si è affidato all’enologo Valentino Ciarla che gli ha indicato la strada da percorrere. Ad esso si è aggiunto il catalano Oriol Parés Marcé, dalla visione poco incline ai compromessi ed orientata verso la miglior cura ed attenzione possibile in vigna ed in cantina.

I suoli, ricchi di argille e limo, consentono di poter lavorare con ottime aspettative, modificando all’occorrenza la filosofia stilistica da vini che insistevano (ad esempio) su estrazioni e maturazioni, a quelli attuali più verticali e con un controllo perfetto della potenza, in linea con i parametri del gusto richiesti dai mercati odierni.

Un successo il progetto Linfa, che dall’anno scorso vede tra le fila anche l’ingresso del Viogner targato 2020. Le parole di Dionisio rendono bene il senso del lavoro svolto: <<Superati i soliti, per me indispensabili, due-tre anni di prove ed esperimenti, abbiamo così deciso di lavorare interamente dentro alcune giare della migliore terracotta dell’Impruneta e di altre parti d’Italia una piccola partita di uva, proveniente dalle stesse parcelle dei nostri vigneti destinate a formare la massa di vino da cui, ogni anno, ricaviamo Il Castagno e il Cuculaia, i nostri vini più complessi ed evoluti. Il suo nome, tanto evocativo, nasce dalla casuale, e bella, scoperta di come questo sia l’acronimo dei nomi dei membri della mia famiglia, mia moglie Alessandra, i miei figli Isotta, Lavinia ed io.>>

Partiamo nella degustazione proprio dal Linfa Viogner 2021, che effettua breve sosta tra barrique e cemento per offrire maggior struttura. Poco più di un ettaro e circa 3000 bottiglie annue in commercio. Abbiamo valutata la nuova uscita, trovandola ancora piuttosto erbacea e dai riverberi fumosi, subito surclassati da un sorso esplosivo, tropicale e salmastro. Pesca ed albicocche mature condite da scie minerali che stimolano l’appetito enologico di chiunque.

Bolla Galeotta 2021 è, invece, l’ancestrale a base di Syrah con 10 grammi/litro di residuo zuccherino, adatto ad un rilassante aperitivo e, perché no, a crudi di pesce. Versatile e differente dalle solite proposte.

Il Castagnino 2022 rappresenta la Syrah sbarazzina e gioviale, con fermentazione in acciaio e maturazione in cemento per circa 12 mesi. Parte tannica ancora vivace, corredata da un frutto di mora selvatica nitido e molto immediato.

Linfa Syrah 2021 resta a contatto sulle bucce in anfora per 10 mesi. Grande austerità, con prevalenza di note balsamiche, mirtillo e prugna selvatica. Finale da pepe nero di straordinaria eleganza, rispetto totale di quanto di meglio possano regalare queste terre.

A Il Castagno 2019 mi lega un particolare affetto, da consumatore abituale che ha idealizzato il proprio gusto della Syrah. Pepe in polvere, parti scure boschive ed essenze gliceriche sul finale. Seta pura, nato da una stagione equilibrata che gli garantisce ancora lunga vita.

Del Cuculaia 2019, super selezione proveniente dal Podere Il Castagno e realizzata soltanto nelle annate eccellenti, abbiamo già dato menzione nell’articolo Chianina e Syrah 2023. Di esso apprezziamo la densità muscolare e saporita ed il controllo perfetto dei tannini, cesellati ad arte.

E tu… di che Syrah sei? 

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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