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CANTINA RADIKON: nel Collio goriziano, tra le dolci colline di Oslavia, si perpetua la tradizione dei vini bianchi macerati – Vini senza tempo

All’ingresso della cantina di Radikon c’è una “insegna” composta di piccoli quadretti in pietra che compongono un mosaico, dove prima ancora del nome della cantina compare la scritta “fuori dal tempo…”. Ecco, se si cerca di definire i vini di Radikon bisogna fare un esercizio di astrazione dai canoni classici con cui si esamina e si giudica un vino, tra cui il “tempo”, ovvero l’età di un vino, che siamo abituati a stimare dal colore ma anche e soprattutto dai profumi e dalla complessità e maturità degli aromi che si manifestano durante la beva. Da questo punto di vista i vini di Radikon sono senza tempo: abbiamo degustato un vino del ’94 dove colore, profumi e aromi sembravano aver appena raggiunto il giusto grado di maturità.

I comuni del Collio Friulano

Dobbiamo a questo punto allargare il nostro orizzonte per collocare la nostra analisi nel contesto di riferimento, nel territorio che dà origine a questi vini. Siamo nel Collio Friulano, una delle zone d’Italia più vocate per la produzione dei vini bianchi fermi. Una piccola area geografica (1500 ettari di vigneti DOC) estesa tra le alpi Giulie e l’Adriatico, i cui confini sono delimitati dal fiume Isonzo a est e il suo affluente Iudrio a ovest, ripartita in otto comuni della provincia goriziana. Un insieme di dolci colline e piccoli borghi dove la vite ed il vino sono i protagonisti assoluti. La storia vitivinicola del Collio ha origini antiche, risalenti all’epoca romana (documenti dell’età imperiale romana, 238 d.c., testimoniano la pratica della viticoltura in quei luoghi già da allora) e perpetuatasi fino ai nostri giorni, con diverse tappe evolutive che hanno portato i vini del Collio ad essere tra i primi ad aver acquisito la denominazione DOC nel 1968. I principali vitigni coltivati in questa area, a grande maggioranza di uve bianche, si possono dividere in due grandi categorie: gli autoctoni – Ribolla Gialla, Friulano, Malvasia e altri – e gli internazionali – Pinot Grigio, Sauvignon, Chardonnay, Pinot Bianco, Riesling, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Pinot nero e Merlot.

Nella piccola frazione goriziana di Oslavia, al confine con la Slovenia, si trova la Cantina Radikon che, insieme ad altri sei produttori della zona (Dario Princic, Fiegl, Gravner, Il Carpino, La Castellada e Primosic), ha dato vita nel 2010 all’associazione APRO (Associazione, Produttori Ribolla di Oslavia); con l’intento di perpetuare la tradizione locale e valorizzare la Ribolla Gialla, un vino e un vitigno che a Oslavia trova la sua terra di elezione. Radikon ha fatto della Ribolla il suo vino bandiera, caratterizzando la sua produzione (e anche quella di quasi tutti gli altri suoi vini) con la metodologia della lunga macerazione sulle bucce, dando origine ai cosiddetti vini bianchi macerati (internazionalmente conosciuti come orange wine). Non solo lunga macerazione, ma anche fermentazioni spontanee, assenza quasi totale di uso di solforosa, lunghi invecchiamenti in botte e altrettanti affinamenti in bottiglia fanno di questi vini qualcosa di unico, che richiede tempo, pazienza e tanto lavoro per produrli; attenzione, ancora pazienza e passione per assaporarne al meglio le sensazioni intense e le innumerevoli sfumature aromatiche che sanno dare.

Stanko Radikon e i suoi vini

L’era “moderna” nella gestione della vigna e nella produzione dei vini di Radikon è stata avviata da Stanko Radikon: diventato “operativo” in azienda alla fine degli anni ‘70, negli anni ’80 inizia una serie di sperimentazioni innovative per l’epoca, sia in vigna – vengono fatti nuovi impianti con alta densità di piante per ettaro, da cui si ricaveranno pochi grappoli, per ottenere così un’elevata qualità delle uve – che in cantina (uso di tini in legno per la fermentazione), abolendo l’uso dei solfiti. Lui fu il primo, nell’area di Oslavia, ad intuire che la lunga macerazione sulle bucce avrebbe arricchito la Ribolla di aromi e profumi che altrimenti sarebbero andati persi e nel ’95 decise di adottare, o meglio di riprendere, questa metodologia di vinificazione che faceva parte delle antiche tradizioni vitivinicole della zona. Insieme al suo confinante e amico Josko Gravner ha sviluppato e affinato questo metodo, creando un vero e proprio stile innovativo poi ripreso anche da altri viticoltori. Un concetto di vino diverso dallo stereotipo di vini bianchi giovani e freschi che aveva caratterizzato i bianchi del Collio sino ad allora.

Saša Radikon insieme al padre Stanko


Oggi l’azienda è guidata dal figlio di Stanko, Saša (coadiuvato dalla mamma Suzana, la sorella Ivana e la moglie Luisa), che ha ideato la “Linea S” dei vini della gamma aziendale. Vini con meno invecchiamento, più fruttati, con macerazione più breve e aromi meno “estremi” degli altri; che hanno lo scopo di far avvicinare agli orange wine anche quella parte di consumatori che non conosce i vini macerati ed ha bisogno di un approccio più soft per iniziare ad apprezzare questi vini così “anomali”.

In primo piano il vigneto storico, piantato negli anni ’80 da Stanko Radikon (ripiantato nel ’97) e in fondo, circondato dal bosco, il vigneto Slatnik (anno ’89) da cui si produce l’omonimo vino

Sulla collina i vitigni vengono impiantati tenendo conto dei loro tempi di maturazione e delle specificità vegetative: La Ribolla va in alto perché ha bisogno di tanto sole, il Friulano in basso perché ha bisogno di zone più fresche. 

La Ponca

I terreni sono composti da una miscela di marne e arenarie stratificate di origine eocenica che qui viene chiamata Ponca (o Flysch): si sbriciola tra le mani rivelando minuscoli fossili, e si ritiene apporti mineralità e salinità ai vini.


In occasione della manifestazione Enjoy Collio Experience 2021, il press tour organizzato a fine giugno dal Consorzio Collio, dedicato alla stampa italiana e straniera per favorire la conoscenza di questa straordinaria terra friulana (di cui vi abbiamo parlato in precedenza, Link1, Link2) abbiamo avuto l’occasione di visitare la Cantina Radikon e di assaggiare alcuni dei suoi vini, che vi andiamo a descrivere.

Tutti i vini di Radikon, hanno colori che variano da un giallo più o meno intenso all’arancione e all’ambrato, con riflessi dorati. Inoltre, non subendo chiarifiche o filtrazioni, hanno una velatura tipica dei vini pensati in questo modo 


RIBOLLA 2016
da uve Ribolla Gialla 100%. Macerazione in tini di rovere per 2/4 mesi. Maturazione in botti da 25/35 hl per 2,5 anni. Affinamento in bottiglia per 2 anni. Ha un bouquet speziato (pepe, cannella), uvetta, è balsamico, minerale, con sentori di leggera volatile. In bocca scorre sapido e speziato con ricordi di agrume e pepe. Il sorso è corposo, ha tensione e volume, il tannino è ben presente ma fine e la persistenza è molto lunga. È l’ultima annata in commercio, un vino di grandi potenzialità.


RIBOLLA 2009
Profumi delicati, floreali e fruttati. Sensazione tattile raffinata, acidità sottile, mineralità, i tannini sono fitti e smussati, molto bilanciati con il frutto; ne risulta un sorso agile, pulito, di grande eleganza. Il vino dà la sensazione di aver raggiunto il giusto grado di maturità.


RIBOLLA 2004
Sentori estremamente complessi: frutta matura (albicocca , pesca gialla, arancia bionda), miele, spezie, minerali e una scia erbacea che dona balsamicità e freschezza. Lo sviluppo palatale è ricco, avvolgente, il tannino deciso ma levigato, di ottima persistenza e ben equilibrato.

JAKOT 2011
Jakot è Tokaj scritto alla rovescia. Uve Friulano in purezza. Segue un ciclo di fermentazione simile alla Ribolla e all’Oslavje. Profumi intensi e fruttati (frutta tropicale) con note aromatiche, ammandorlate e speziate. Al gusto è ampio, materico, polposo, con note di frutta secca e sfumature ossidative.


OSLAVJE 2012
Un uvaggio di Chardonnay e Sauvignon  al 50%. Fermentazione in tini di rovere per 3/4 mesi, maturazione in botte per 4 anni e bottiglia per 2 anni. Colore giallo denso e aranciato. Profumi fruttati (mela, albicocca). La beva è fresca, ricca, nel palato emergono mineralità e sapidità, tutto in grande equilibrio, con un finale amarognolo elegante e persistente.



SLATNIK 1994
le uve, di Chardonnay 80% e Friulano (ex Tocai) 20% provengono dall’omonimo vigneto. Fermentazione in tini di rovere per 8/14 gg, maturazione in botte per 18 mesi e bottiglia per 2 mesi. Ha profumi articolati ed estremamente raffinati (pepe, frutta essiccata, carruba). Nel palato denota grande morbidezza e armonia. La notevole età ha reso il vino equilibratissimo, con un ampio spettro di profumi e aromi profondamente integrati tra loro. Nessun cenno di cedimenti o stanchezza. È una testimonianza della longevità che possono raggiungere questi vini.


Radikon
Località Tre Buchi, n. 4, 34170 – Gorizia
Tel. +39 0481 32804
info@radikon.it

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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