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Alto Adige – I «vin de garage» di Gilfenstein – La ricerca dell’essenziale.

Non solo un’innovativa realtà vinicola quella di Gilfenstein, in Alto Adige, ma più compiutamente un vero e proprio sviluppo di un progetto, di un concept, ispirato al fenomeno dei «vin de garage», nato nell’area di Bordeaux negli anni ’90 e qui ripreso da Helmuth Köcher, creatore e fondatore del Merano Wine Festival e Roberto Di Toro con esperienza trentennale nel mondo del vino.

L’idea nasce da due viaggi in territori non scelti certo per caso, Saint-Émilion e  Andalusia, alla ricerca di una filosofia  e di «piccoli gioielli» enologici  prodotti in quantità così limitate da poter essere vinificati in spazi veramente ristretti da cui deriva per l’appunto il concetto di garage.

Nessun vigneto di proprietà, ma selezione meticolosa di piccole parcelle di vigne, individuate tra i territori di Merano, lago di Caldaro, Terlano e Montagna, al fine di seguirne la gestione con la massima cura. Il tutto coadiuvato dalla mano sapiente di Principe Astronomo, enologo di elevata esperienza professionale maturata in Nuova Zelanda, Sudafrica e Napa Valley, anch’egli letteralmente catturato sin da subito dal progetto Gilfenstein.

Le particelle di vigna, i filari o addirittura i mezzi filari selezionati, per ogni singolo vitigno, possono, pertanto, mutare di anno in anno regalando vini originali, molto diversi ma dall’inconfondibile timbro territoriale esaltato proprio dalla diversità espressiva di esso.

Non può non sorprendere che i contadini conferitori delle uve siano pagati a chilo e non a quintale, proprio a testimonianza di quanto possano essere talvolta esigue le quantità selezionate, alla ricerca esclusivamente dell’essenziale.

Attualmente la vinificazione – ispirata a metodi ancestrali, con il solo intento di ottenere la più alta qualità possibile per trasferirla in bottiglia – avviene presso una piccola cantina non di proprietà, in attesa che sia pronto il maso acquistato nella zona di Merano, a circa a 1600 metri di quota, al momento in fase di ristrutturazione.

Vini identitari, quindi, figli di un terroir dalle caratteristiche variegate ed estremamente vocato alla viticoltura, prodotti in ristrettissima tiratura (dalle 4 alle 5 mila bottiglie per etichetta).

Gewürztraminer, Sauvignon, Pinot Bianco, Kerner, Lagrein e Pinot nero le uve protagoniste del progetto.  Tra le etichette prodotte anche un metodo classico da Pinot Nero prodotto in poco più di 650 bottiglie.

Questa dinamica ed innovativa realtà vitivinicola, nata nel 2015 – anche se il primo imbottigliamento risale al 2016 – ha sede a Postal, in provincia di Bolzano, lungo l’argine destro della Val d’Adige, a circa 8 km a sud di Merano.

Abbiamo assaggiato un’interessante selezione di etichette, riscoprendo in ciascuna di esse eleganza gustativa, intensi profumi e soprattutto una facilità di beva che, in taluni casi, è diventata piacevolmente contagiosa.

Queste le nostre impressioni gustative.

Sauvignon Blanc VASSAL, 2019

SAUVIGNON BLANC VASSAL, 2019

Sorprendente già al naso per la profonda struttura aromatica cadenzata in intense percezioni minerali (pietra focaia), seguite da note agrumate, erbe aromatiche, foglia di pomodoro e frutto della passione. In bocca è croccante, dinamico con un’intrigante progressione fresco sapida che conduce ad un lungo finale su ritorni vegetali. Solo acciaio.

GEWÜRZTRAMINER VASSAL, 2019

GEWÜRZTRAMINER VASSAL, 2019

Un Gewürztraminer caratterizzato da un’aromaticità varietale piacevolmente mitigata ed integrata in un bouquet di seducente complessità. Rosa, chiodi di garofano, frutta esotica, pompelmo, precedono un sorso armonico, morbido, fresco e dalla chiusura su note sapide. Appagante.

LAGREIN VASSAL, 2018

LAGREIN VASSAL, 2018

Frutti rossi, marasca, chiodi di garofano e richiami di liquirizia aprono ad un sorso di grande freschezza, buona struttura, connotato da tannini morbidi e dal piacevole finale. Identitario.

PINOT NOIR VASSAL, 2018

PINOT NOIR VASSAL, 2018

Delicato ed elegante al naso con piccoli frutti rossi in evidenza, fragoline di bosco, ciliegia ed accenni floreali. Fresco, pieno ed avvolgente il sorso, cremoso e con tannini piacevoli, chiude su richiami fruttati che invitano più volte al riassaggio. Solo acciaio. Territoriale.

L’«Essenziale». Una filosofia aziendale che viene ben descritta ne «Il Piccolo Principe» da Antoine de Saint Exupéry come segue: «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi».

 

Gilfenstein

HE.RO Srl – Via Verano, 187
Postal-Burgstall 39014(BZ)

T . +39 0473 320439
M. +39 349 7619754

“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.

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