Pietro Uras, Renzo Manca, Simone Urru, in arte I garagisti di Sorgono. Per chi si fosse perso le puntate precedenti della rubrica di Vinodabere “Sardegna on my mind”, stiamo parlando di Mandrolisai con le sue vigne ad alberello capolavoro di bellezza Link 1 Link 2 Link 3. Che sorpresa, dunque, incontrare durante il Merano Wine Festival edizione 2022 un’altra realtà della denominazione, stavolta nel territorio di Sòrgono. I titolari utilizzano il termine garagisti tipico delle micro cantine francesi non perché novizi del settore: fanno vino infatti da 5 generazioni. Pietro, Renzo e Simone hanno invece dedicato il nome ai locali angusti nei quali ancora adesso vinificano, compiendo autentici miracoli enologici. Nove ettari di vigneti impiantati prima dai rispettivi nonni e poi dai genitori, alcuni dai 60 agli 80 anni di età nelle migliori colline Burdaga, Figu, Pischina, Pardu e Cresia a circa 550 metri di quota. Oltre al tipico uvaggio del Mandrolisai viene posta attenzione alle singole varietà presentate in purezza nel totale delle loro 6 etichette: Cannonau, Muristeddu (o Bovale piccolo) e Monica.
Mandrolisai Rosso Doc 2021 Garage
Prevale una nota erbacea data, con ogni probabilità, da una estate climatica e siccitosa stressante persino a queste altitudini.
Mandrolisai Doc 2019 Uras
Meraviglia succosa da piante che superano gli 80 anni di vita. Ne consegue concentrazione, materia e tanto sottobosco. Presenza antocianica equilibrata, praticamente un velluto.
Monica di Sardegna 2020 Murru
Assaggiato in anteprima, prevede affinamento solo in acciaio inox. Molto piccante, con spezie scure in chiusura. Da vigne storiche su terreni nati da disfacimento granitico. Buono ed identitario.
Bovale di Sardegna 2020 Parisi
Vino che gioca su verticalità impressionanti. Insolito trattandosi per un vitigno dalla tenue forza antocianica, ma negli esperimenti d’altura tira fuori il carattere spesso celato da fiori e frutta di bosco a base glicerica. Iodio ed agrumi alla massima potenza.
Mini verticale di Cannonau di Sardegna Manca
Tre annate differenti per capire al meglio il potenziale del principe di Sardegna Cannonau. La 2020 verdeggia con sbuffi tra mentolo ed eucalipto, tralasciando la macchia mediterranea. Una parte di chinotto unita a salinità richiede il giusto tempo per esprimersi al meglio. Un futuro campione di razza? Chissà…per intanto: 92/100
2019 il miglior assaggio di giornata, semplicemente strepitoso. Succo di ribes rossi, nuance tipiche di mirto e mineralità appagante. Gioca sull’immediatezza, da sicuro attore protagonista. Prima annata seguita da Simone Urru che prende in mano le redini da Roberto Cipresso. 96/100
2016 qui le botti di primo passaggio hanno condizionato il sorso con note vanigliate pregnanti a scapito dell’eleganza. Di ossidazione nemmeno a parlarne, ma a tutto bisogna porre un limite. 87/100