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Toscana – nasce La Regola Bianco, il bianco di punta dell’omonima cantina

Ci eravamo recati alcuni anni fa alla presentazione della nuova versione del vino rosso di punta dell’azienda toscana sita a Riparbella, La Regola, con il quale si abbandonava il blend Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, per puntare solo sul primo vitigno.

Tale scelta si rilevò indovinata dato l’enorme successo ottenuto negli anni a seguire permettendo all’azienda di ottenere uno svariato numero di riconoscimenti (link).

Oggi dopo ben 6 anni veniamo invitati alla presentazione dell’omonimo vino, stavolta bianco, un assemblaggio di Chardonnay e Sauvignon in pari proporzioni. Una nuova sfida per la Famiglia Nuti. A Luca e Flavio , i due istrionici fratelli artefici di questo ambizioso progetto, si sono oggi avvicinati anche i figli: Valentino, Nicolò e Vittoria.

Ci si accinge ad intraprendere un nuovo percorso che strizza l’occhio al passato. Infatti i vitigni utilizzati per questa nuova etichetta sono quelli in uso nel lontano 2002 (ed abbandonati dopo quell’annata) per quello che fino ad oggi è stato il vino bianco di punta dell’azienda: il Lauro.

Proprio con il Lauro si è organizzata la verticale che ci porterà alla presentazione del nuovo nato. Nel tempo, uno dei due vitigni, inizialmente usati per l’assemblaggio con lo Chardonnay, più precisamente il Sauvignon, è stato sostituito dal Viognier.

Dagli assaggi effettuati si è anche constatato che il Sauvignon utilizzato sembra meglio adattarsi all’invecchiamento rispetto al Viognier nell’assemblaggio con lo Chardonnay e questo fa ben sperare nella capacità di evoluzione del nuovo nato.

A tal proposito ecco di seguito le nostre impressioni sui vini degustati.

Lauro 2002 (50% Chardonnay – 50% Sauvignon)

Nonostante gli oltre 20 anni risulta molto piacevole riuscendo ad accompagnare quella sapidità tipica del territorio a una freschezza che non ti aspetti. Fanno da contorno note fumé con cui si fondono sentori di miele, frutta secca e fiori gialli appassiti.

Lauro 2005 ( 50% Chardonnay – 50% Viognier)

È cambiato l’assemblaggio, il Viognier ha preso il posto del Sauvignon. Anche se più giovane del precedente, mostra segni ossidativi evidenti, pur mantenendo una nota sapida che riscontreremo essere la caratteristica di tutti i vini assaggiati.

Lauro 2007 e il 2011 (50% Chardonnay – 50% Viognier)

Fortemente caratterizzati da notevoli note evolutive dove miele, pietra focaia e fiori secchi la fanno da padrone. Ritroviamo la sapidità tipica del vino e un’acidità ancora in parte presente. Peccato per quella nota dolce che accompagna entrambi i vini durante il nostro assaggio.

Con il Lauro 2017  (50% Chardonnay – 50% Viognier) la musica cambia, la freschezza la fa da padrona, sempre accompagnata da quella caratteristica e piacevole sapidità. Rotondo, elegante e punteggiato da note mielose e di pasticceria secca a cui si accostano fiori e spezie, e un finale lunghissimo che rende la beva veramente intrigante.

Ma è con il Lauro 2019  (50% Chardonnay – 50% Viognier) che la grandezza di questo vino trova la massima espressione, fresco elegante e sapido allo stesso tempo. I fiori gialli si accompagnano a note di frutta bianca in un assaggio che termina con accenni di mandorla.

Anche il Lauro 2020 (50% Chardonnay – 50% Viognier) si esprime ad altissimi livelli con un freschezza e sapidità accompagnate da note fruttate e floreali, che ci confermano le grandi potenzialità di questo assemblaggio nel primo decennio di vita.

Si termina il nostro percorso con il vino protagonista della giornata: La Regola Bianco 2021 (50% Chardonnay – 50% Sauvignon).

Luca e Flavio insieme all’enologo esterno Luca Rettondini ritornano al passato per quanto riguarda i vitigni, con Chardonnay e Sauvignon che vengono utilizzati in egual misura nell’assemblaggio. Un affinamento sulle fecce fini per 8 mesi, in parte in anfora e in parte in barrique di secondo passaggio, per poi restare 12 mesi di bottiglia prima di andare in commercio.

Si presenta con profumi di fiori bianchi a cui si accompagnano note fruttate con la pesca in evidenza. Il sorso è elegante, ricco, ben integrato da freschezza e sapidità. Va a terminare su note di mandorla molto persistenti che lo rendono  accattivante e spingono ad un nuovo assaggio.

Nonostante la gioventù la beva risulta essere molto interessante e se ripercorrerà la strada del primo vino che abbiamo assaggiato (Lauro 2002) siamo certi che darà grandi soddisfazioni nel tempo alla famiglia Nuti.

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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