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Tante novità al Roma Whisky Festival 2023 – Alcuni dei nostri migliori assaggi di Giappone e Scozia

Noi di Vinodabere abbiamo partecipato, con grande soddisfazione, all’undicesima edizione del Roma Whisky Festival, che si è svolto il 25 e 26 febbraio, presso il Salone delle Fontane dell’EUR. Vi abbiamo anticipato i dettagli degli svariati eventi (link) tenutisi all’interno del festival, fornendovi anche alcuni suggerimenti su come regolarsi in merito (link).  Anche quest’anno una grande partecipazione di pubblico ha certificato il successo della manifestazione, che ha presentato come novità, oltre ai whisky di tutto il mondo, anche etichette di altri “brown spirits” come Cognac, Armagnac, Brandy e Rum.

Durante la prima giornata della manifestazione abbiamo fatto una full immersion nel mondo del whisky giapponese, partecipando a due delle “masterclass” più ambite, dedicate alle due distillerie (ovvero ai marchi) più famose del Giappone: Nikka e Suntory, che vi andiamo a raccontare.

Breve premessa: negli ultimi anni il mercato dei distillati giapponesi ha avuto una vera esplosione, con una richiesta così intensa e rapida che ha quasi esaurito le scorte dei whisky più rari e pregiati, facendo schizzare alle stelle le loro quotazioni. La partecipazione alle masterclass è stata quindi anche un’ottima occasione per poter degustare prodotti non facilmente reperibili e con prezzi non economici.

La prima interessantissima degustazione a cui abbiamo partecipato aveva come titolo “Storia e Terroir della Nikka: alla scoperta di Yoichi e Miyagykio Single Malt”. Relatore Salvatore Mannino (in foto), una persona di grande disponibilità e considerato uno dei maggiori esperti al mondo di whisky giapponese; è il frontman della Maison du Whisky a Parigi, una vera istituzione per gli amanti del whisky e dei distillati, specializzata nell’importazione e distribuzione di whisky rari.

Nikka ha da poco lanciato la seconda release della serie di premium whisky denominata  Discovery: una sperimentazione in cui l’utilizzo di diversi tipi di lieviti per la fermentazione (a sua volta variabile, utilizzando tempi diversi), dà origine a diverse caratteristiche gustative nei whisky, diversità e originalità che si sommano alle altre variabili sensoriali legate principalmente ai diversi metodi di distillazione nelle due distillerie di Yoichi (riscaldamento alambicchi a fuoco diretto) e Miyagikyo (riscaldamento alambicchi a vapore), che danno il nome agli omonimi whisky. Infine, c’è il ritorno sulla scena di uno degli imbottigliamenti più emblematici di sempre: il Yoichi 10 anni nella sua nuova veste.

Queste le nostre impressioni sui prodotti in degustazione:

YOICHI SINGLE MALT – 45% vol.

Yoichi è la prima distilleria costruita in zona costiera dal fondatore della Nikka, Masataka Taketsuru, nell’isola di Hokkaido, la più a nord delle isole giapponesi. Profumi molto netti di fiori bianchi (rosa, gelsomino), legno di sandalo, vaniglia e cedro, con cenni iodati. Al gusto è morbido, inizia con la dolcezza del miele, seguono lamponi e vaniglia, chiude con note salmastre, di pepe e di leggera torba.  Il sorso è corposo, oleoso ma molto equilibrato.

MIYAGIKYO SINGLE MALT – 45% vol.

Myagikyo è l’altra distilleria di Nikka costruita in zona montagnosa a Honshu, nell’isola più grande del Giappone. È un single malt invecchiato prevalentemente in botti ex-sherry. L’ingresso al naso evidenzia nuance floreali, vegetali, di lievito, frutta gialla e una sottile affumicatura. L’ingresso nel palato è morbido, dolce, di miele, vaniglia, fichi secchi; nel finale emerge la speziatura (zenzero, cannella) e l’affumicato della torba.

YOICHI DISCOVERY 2022 AROMATIC YEAST – 48% vol.

È uno dei due prodotti realizzati per evidenziare l’influenza specifica del lievito nel profilo aromatico dei whisky. Manifesta aromi simili a quelli del sakè (si usano gli stessi lieviti) che sono essenzialmente frutta di vario tipo. Al naso è fine, ha profumi floreali (rosa, gigli), di sandalo, con sfumature fruttate di mela e pera e un sottofondo di torba e iodio. Nel palato domina la frutta bianca, avvolta da una torba più decisa, salina ed elegante. Finale di lunghissima persistenza.

MIYAGIKYO DISCOVERY 2022 AROMATIC YEAST, 47% vol.

Anche in questo caso viene usata una selezionata miscela di lieviti per determinare lo stile del whisky, esaltando in particolare gli aromi fruttati. Sentori delicati di rovere, pesca gialla, albicocca con note di fiori di campo. In bocca è molto dolce (malto), tornano gli aromi fruttati di albicocca e altra frutta gialla, poi miele, vaniglia e spezie bianche; finale molto persistente con retrogusto di erbe aromatiche e dolci da forno.

YOICHI 10 YO SINGLE MALT 2023 RELEASE – 45% vol.

A differenza dei prodotti precedenti è un whisky con età dichiarata, cosa sempre più rara vista la scarsità di vecchie annate. È il capostipite dei whisky realizzati dal fondatore della Nikka, il mitico Masataka Taketsuru. Profuma di fiori freschi, malto, banana e agrumi su un fondo di torba leggera. Al gusto la torba è più decisa, terrosa, ma il sorso, leggermente alcolico, rimane fine e pulito con una vena salina e salmastra e un finale piccante e fruttato.

Abbiamo poi seguito l’altra altrettanto interessante masterclass “Suntory: il padre fondatore del whisky giapponese”.

Shinjiro Torii è considerato il padre fondatore del whisky giapponese perché nel 1923 costruì la prima distilleria giapponese di whisky di malto a Yamazaki, vicino a Kyoto (quest’anno ricorre quindi il centenario della fondazione), e nel 1929 vendette il primo whisky single malt giapponese con il nome di Suntory Whisky Shirofuda. Oggi Suntory è un colosso mondiale del whisky giapponese e produce una serie di marchi, i più conosciuti e pregiati sono Yamazaki, Hakushu, Chita e Hibiki, di cui i primi tre corrispondono ad altrettante distillerie. In generale, la differenza principale di stile tra i prodotti di Suntory e della Nikka è la prevalenza nei primi di whisky che puntano più su aromi e sentori floreali, dolci e delicati, piuttosto che sulla potenza e la torbatura.

Una breve sintesi storica è in questo caso necessaria a spiegare l’evoluzione e lo sviluppo della diffusione del whisky in Giappone e poi nel resto del mondo. Quando Shinjiro Torii iniziò il suo grande progetto con la costruzione della distilleria di whisky a Yamazaki, affidò l’incarico di maestro distillatore a un giovane ingegnere giapponese appassionato di whisky, che era stato in Scozia per apprendere l’arte e i segreti della distillazione dai master distillers scozzesi. Il suo nome, Masataka Taketsuru, diventerà poi un mito, quasi l’emblema stesso (insieme al marchio Suntory), del whisky made in Japan. Come Shinjiro Torii anche Taketsuru seguiva il sogno di produrre il proprio whisky in Giappone e, complici anche alcune divergenze con il fondatore della Suntory sulle modalità di produzione e commercializzazione del whisky, costruì nel 1934 la sua propria distilleria (Yoichi) e fondò il brand Nikka.

La degustazione guidata è stata condotta da Marco Gheza (in foto), Brand Ambassador Italia del marchio Suntory e profondo conoscitore dei distillati giapponesi e non solo (è Brand Ambassador di Beam Suntory, una delle aziende leader nel mondo per la produzione di premium spirits, marchi famosi come Laphroaig, Bowmore, Jim Beam, Maker’s Mark, Courvoisier …). Questi i prodotti in degustazione:

THE YAMAZAKI DISTILLER’S RESERVE – 43% vol.

Proveniente dalla più antica distilleria del Giappone, è un NAS (no age statement) frutto cioè di un blend di varie annate, maturato in botti di diversa provenienza: ex-bourbon, mizunara (legno tipico, e raro, delle foreste giapponesi), ex-vino di bordeaux (Château Lagrange). Ha sentori fragranti di frutti rossi, di malto, con sfumature erbacee. In bocca è fine, leggermente fruttato, con ricordi di bacche rosse, pepe, vaniglia e note di rovere. Molto persistente.

THE CHITA – 43% vol.

È un blended grain, fatto cioè con cereali diversi dal malto (principalmente mais) e distillato in alambicchi a colonna (distillazione “in continua”). Blended va inteso come miscelazione di distillati della stessa distilleria ma realizzati con differenti tempi e modalità di fermentazione, di distillazione e maturazione. Anche in questo caso è un prodotto NAS, maturato in botti diverse, di ex-bourbon, ex-sherry ed ex-vino. Dei prodotti in degustazione è quello più versatile (più semplice se vogliamo), di impatto immediato, che sintetizza lo stile giapponese focalizzato su florealità e delicatezza di beva. Al naso profumi di crème brûlée, rosa, mimosa, miele, legno dolce e frutta bianca. In bocca è morbido, levigato, equilibrato, con ritorni di crema pasticcera e note di menta e zenzero.

THE HAKUSHU DISTILLER’S RESERVE – 43% vol.

L’omonima distilleria si trova a ridosso delle Alpi Giapponesi, in una foresta a ovest di Tokyo, in vicinanza di una fonte di acqua particolarmente morbida e pura che sgorga dai blocchi di granito. È un whisky NAS composto da una selezione di diversi single malt, invecchiati dagli 8 ai 18 anni e leggermente torbato (in modo quasi impercettibile). Ha profumi di frutta bianca (mela verde, pera, melone), rosa, legno di sandalo e note erbacee e mentolate. Al gusto è morbido, fine, con aromi di miele di acacia, pera, zenzero e note leggerissime di fumo. Il grande bilanciamento tra le componenti aromatiche del distillato è l’obiettivo principe dello stile giapponese e questo whisky lo rappresenta in pieno.

HIBIKI HARMONY – 43% vol.

 La complessità di questo whisky si nota già dalla composizione: una miscela di distillati di malto e di cereali, invecchiati in botti di diverso tipo provenienti dalle tre distillerie della Suntory: Yamazaki, Hakushu e Chita. Profumi floreali (rosa, lavanda), di sandalo, rovere vergine, albicocca, litchi. L’ingresso nel palato è morbido, dolce (zucchero filato), emerge poi la frutta (pera matura, arancia candita, uvetta) il miele di acacia. Finale salino, fine, caratterizzato da delicatezza e perfetta armonia.

HIBIKI BLOSSOM HARMONY – 43% vol.

 Questo whisky è una limited edition del precedente whisky Hibiki Harmony, affinato però in botti di Sakura, ovvero in botti di legno di ciliegio. La scelta del ciliegio non è casuale, ma riflette lo spirito e la filosofia giapponese che considera la stagione della fioritura degli alberi di Sakura come l’occasione per celebrare la bellezza della natura e il fiorire della vita. Whisky dal bouquet molto floreale (rosa), di ciliegia, litchi, legno di sandalo, con sfumature di erbe aromatiche. Al gusto è sottile, vellutato, con ritorni fruttati di ciliegie e fragoline, di canditi. Il finale è delicato e molto dolce con chiusura leggermente speziata.

 

Finita la nostra “immersione” nel whisky giapponese, non contenti, abbiamo rivisitato qualche “vecchio classico” del whisky scozzese – torbati di Islay in particolare – perché in queste occasioni non bisogna lasciarsi sfuggire certi assaggi che diverranno sempre più rari, sia per il prezzo che per la disponibilità delle bottiglie, e poi perché, soprattutto, è godimento allo stato liquido.

Allora proponiamo alla vostra attenzione le seguenti chicche:

Laphroaig 10 Cask Strength batch 15 – 56,5% vol. 

Un single malt icona del whisky torbato che annovera migliaia di estimatori nel mondo, proposta nella versione realizzata a grado pieno, come esce dalla botte di ex-bourbon. Uno dei migliori prodotti come rapporto qualità/prezzo. Olfatto pungente, che apre con sentori di smalto, naftalina, alga, carbone, man mano bilanciati da profumi dolci di malto e cedro, con note di rovere nuovo e frutta secca. Nel palato è corposo, ritorna la pungenza dell’alcol e della torba, addomesticati da aromi intensi e dolci di frutta (arancia, pera matura), vaniglia, caramello e miele. Il finale richiama note maltate, speziate e affumicate.

Laphroaig 25 anni cask strength (Release 2022) – 53,4% vol.

Continuiamo con un altro Laphroaig, stavolta un single malt invecchiato 25 anni. Qualità stellare: un whisky single malt di grande pregio e valore. Invecchiato in botti ex-bourbon ed ex-sherry conservate per 25 anni minimo. Al naso si presenta con profumi dolci, avvolgenti e intensi di frutta (arancia, melone, ciliegie) e vaniglia, presto affiancati da una scia fumosa, salina, con nuance medicinali. Nel palato scorre vellutato, dolce (vaniglia, miele, cannella) e cremoso, con un finale di pepe, mela verde e torba marina. Whisky di grandissima finezza ed armonia.

Ardbeg 25 anni – 46% vol.

È il whisky più invecchiato del core range di Ardbeg (ne vengono prodotte circa 6500 bottiglie l’anno). Maturato esclusivamente in barili ex-bourbon, ha toni molto più delicati e raffinati rispetto alla torbosa “aggressività” delle versioni più giovani: è il lavoro del tempo. All’olfatto spiccano note agrumate e di frutta tropicale, accompagnate da nuance di miele e cenni balsamici; la torba è leggera, con toni marini. Nel palato sfodera tutta la sua eleganza e complessità; la beva, di apparente leggerezza (che va interpretata come grande equilibrio delle componenti gustative), evidenzia una nota torbata più vivace, sapidità e spezie, efficacemente bilanciate da una componente dolce e fruttata che richiama gli aromi olfattivi con in più crema di vaniglia; aromi che perdurano in un lungo e morbido finale di bocca.

Per il momento è tutto, ma contiamo di intrattenervi ancora raccontandovi alcuni degli altri migliori assaggi che abbiamo avuto modo di fare in questa  interessante ed affascinante manifestazione.

Un ringraziamento particolare a Giacomo Bombana (uno dei fondatori del blog “Whisky Facile”) e Marco Gheza (Brand Ambassador di Beam Suntory,) che hanno consentito la partecipazione agli eventi sopra citati ed agevolato le nostre degustazioni.

 

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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