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Roma Whisky Festival – XI Edizione: qualche consiglio pratico per i NON addetti ai lavori

Dopo gli eventi dedicati al whisky ed agli spirits di Milano (link) e Firenze (link), c’è attesa per l’undicesima edizione del Roma Whisky Festival, che si svolgerà il 25 e 26 febbraio, presso il salone delle Fontane dell’EUR e di cui vi abbiamo anticipato i dettagli del programma degli svariati eventi (link) che si terranno all’interno della manifestazione.

L’edizione precedente, tenutasi dopo due anni di astinenza causa Covid, ha certificato il grande successo di questa manifestazione: nelle due giornate del ROMA WHISKY FESTIVAL 2022 ci sono stati 4050 visitatori, 60 espositori, oltre 200 brand presenti e 1500 diverse referenze, 25 Masterclass effettuate, 600 cocktail serviti. Quest’anno ci sono le premesse per migliorare ulteriormente questi numeri considerando che oltre al Whisky saranno presenti, per la prima volta, etichette di altri “brown spirits” come Cognac, Armagnac, Brandy e Rum.

Seguiamo questa bellissima manifestazione da diversi anni e vi possiamo confermare che scegliere tra una proposta così vasta di etichette, corsi, masterclass è molto stimolante ma niente affatto semplice, si possono adottare due metodologie; la prima è l’approccio più naturale e spensierato: ci si fa guidare dall’istinto del momento seguendo un percorso casuale di assaggi e frequentazione dei vari eventi all’interno del festival. Il secondo modo è più impegnativo e presuppone una certa conoscenza della materia, in particolare dei brand presenti e dello stile dei loro prodotti, dopodiché – considerando anche la propria capacità “volumetrica” di assaggiatore – si fa un piano di assaggi scegliendo un certo numero di etichette per:  tipo di distillato (whisky, rum, brandy…) , provenienza (Scozia, Irlanda, Francia, Giappone…), stile ( torbato, non torbato, single malt, blended…) e così via,  cercando alla fine di  portare a casa una panoramica il più possibile esaustiva dell’esperienza sensoriale  che il festival ci ha messo a disposizione.

Va da sé che il “piano” in questione, specialmente per chi lo approccia per scopi puramente “voluttuari”, da appassionato amante del distillato e non per dovere di cronaca, è quanto di più personale possa esserci, però, magari per chi ha da poco fatto conoscenza con il mondo degli spirits, qualche indicazione di massima può far sempre comodo. In quest’ottica, considerando la nostra esperienza pregressa sull’evento, ci permettiamo di dare qualche consiglio, qualche traccia da seguire, per chi vuole redigere il proprio piano di assaggi e/o semplicemente godere al meglio delle opportunità che il Festival offre.

MASTERCLASS

al di là del significato che ha la traduzione italiana del nome masterclass (che potremmo assimilare a corso di perfezionamento), si tratta in genere di eventi i cui contenuti risultano interessanti sia al neofita che agli esperti del settore; quest’ultimi naturalmente possono cogliere nella narrazione anche gli aspetti più peculiari. In questa edizione ne sono previste più di 20, vi suggeriamo le seguenti.

La Scozia da sempre esercita la parte del leone nel mondo del whisky, sia per la numerosità che per la varietà di stili delle sue distillerie, ed è quindi ben rappresentata in queste masterclass. Volendo spaccare con l’accetta il mondo dello Scotch Whisky possiamo considerare, dal punto di vista sensoriale, due categorie: i whisky torbati (il cui aroma è caratterizzato da un sentore più o meno intenso di affumicato, dovuto alla lavorazione del malto) e non torbati. La prima categoria è quella che ha forse registrato la maggiore crescita negli ultimi 3-4 lustri in termini di notorietà e consumo dello scotch whisky nel mondo.

  • La piccola isola di Islay, la più meridionale del gruppo delle Ebridi è l’emblema dello Scotch whisky torbato, ospita 9 distillerie attive, che a breve diventeranno 12, che fanno della torbatura il loro marchio di fabbrica. Vi citiamo tre masterclass dedicate alle distillerie di quest’isola:
    • Laphroaig è forse la più conosciuta distilleria di whisky torbato (gli appartenenti al “Friends of Laphroaig Club” si stimano in oltre 700.000), assistere alla omonima masterclass è quasi un obbligo, tanto più che sono in degustazione prodotti di altissimo livello.
    • C’è poi l’evento dedicato a Bruichladdich, distilleria nota per la creazione di linee innovative di whisky improntate all’uso di diversi tipi di malto (tra cui quello originario dell’isola, sempre più raro), utilizzando anche botti di dimensioni e provenienze diverse dagli standard; la sua gamma “Octomore” rappresenta il whisky più torbato al mondo.
    • Kilchoman è l’unica farm distillery di Islay, che produce cioè parte del suo orzo nella sua fattoria (Rockside), lo malta e ne ricava poi il whisky. Il malto coltivato su Islay risulta più profumato e floreale, caratteristiche riscontrabili nei relativi whisky prodotti, tutti relativamente giovani ma di grande ricchezza aromatica. Da seguire quindi la masterclass ad essa dedicata.
  • La regione dello Speyside, che prende il nome dal fiume che l’attraversa, è una delle cinque regioni produttrici di whisky della Scozia, dove si produce il 60% circa di tutto il whisky scozzese. Simboleggia per i whisky non torbati quello che Islay è per il whisky torbato. Situata nella parte centro nord della Scozia, racchiude un ‘alta concentrazione di distillerie (più di 50) il cui stile di produzione è in realtà abbastanza vario, anche se la tipologia per cui è più conosciuta la regione è quella di whisky molto fruttati, a fondo dolce, morbidi e cremosi al gusto. La masterclass “A tour of Speyside: un viaggio indipendente” può offrire una valida panoramica dello stile dei whisky di questa zona, tramite i prodotti di diversi imbottigliatori indipendenti.

 

Per chi vuole approfondire la conoscenza del mondo del whisky giapponese immancabili le due masterclass tenute rispettivamente da Marco Gheza e Salvatore Mannino sulle due distillerie più famose del Giappone: Suntory e Nikka. Nell’arco di qualche anno il mercato dei distillati giapponesi ha avuto una vera esplosione, con una richiesta così intensa e rapida che ha quasi esaurito le scorte dei whisky più rari e pregiati facendo schizzare alle stelle le loro quotazioni; quindi la partecipazione alle masterclass è anche un modo per poter degustare prodotti non facilmente reperibili e di costi non economici.

 

Il mondo del whisky americano – Bourbon, Tennessee e Rye – può essere efficacemente esplorato attraverso la masterclass “Alla scoperta dell’American Whiskey…” con approfondimento di una delle marche più famose, la Wild Turkey.

 

L’Irish whiskey viene trattato nella masterclass dedicata alla Pearse Distillery, dove si parla anche di sostenibilità ambientale.

 

ESPOSITORI

Gli espositori sono più di 140, ognuno con un certo numero di bottiglie, dare anche un suggerimento in questo enorme parco di assaggi potenziali diventa impresa improba. Ci proviamo facendo un breve elenco di marche e imbottigliatori/distributori che a nostro avviso andrebbero “esplorati”.

SCOZIA

GIAPPONE

 

AMERICA

 

IRLANDA

 

FRANCIA

 

IMBOTTIGLIATORI INDIPENDENTI / DISTRIBUTORI

 

Bisognerebbe parlare anche degli altri eventi come i seminari sulla mixology, i corsi sull’ABC del whisky, l’angolo del collezionismo ecc., ma lasciamo a voi che ci leggete il piacere della scoperta!

 

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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