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Gastronomia

Napoli: da Antica Pizzeria Chiaia si mangia la pizza in un ambiente simile alla casa delle nonne, con 70 etichette di vino al calice

Giovanni Avolio ha il senso dell’ospitalità impresso nei propri geni. Una vita al servizio del cliente nell’hotellerie e nella ristorazione, da manager di sala ed esperto di dati e statistiche. Molte ricerche e pubblicazioni prima di approdare con alcuni amici e colleghi da Antica Pizzeria Chiaia, tra le scalinate pittoresche di Piazza Amedeo a Napoli. Originale l’idea di ricreare un locale simile alle case delle nonne, con tanto di arredi a tema come tavoli in legno, frigoriferi retrò, tiretti aperti con pentole e caffettiere a vista.

Il tempo dei ricordi, quello di cui nessuno vorrebbe fare a meno, troppo spesso sopito. Basta un istante, l’occhio che si posa su di un dettaglio e l’immaginazione riprende a viaggiare. Simona Romano accoglie gli avventori in pantofole e grembiule, stende il mesale – termine dialettale per indicare la tovaglia – e lascia le posate in un comodo cestino. Il menu racconta delle ricette tipiche delle trattorie di una volta, con particolare attenzione alla pizza fritta napoletana (ricotta e cigoli) e alle pizze tradizionali ad impasto diretto.

Colpisce la presenza di una carta vini con ben 70 referenze da scegliere al calice. «Ho sempre desiderato lasciar scegliere al cliente, magari indirizzato dal mio staff e senza l’obbligo di prendere per forza una bottiglia – precisa Avolio – Ciò comporta usare razionalità nelle proposte, facendo attenzione ad evitare sprechi e stimolando le persone a provare sempre qualcosa di nuovo».

L’essenza stessa della cultura enogastronomica che tanto piace in particolare ai turisti, incuriositi dalla bravura dei ristoratori. In Italia si mangia bene, per ricordare le parole di un grande chef come Enrico Crippa e di sicuro progetti come quello di Antica Pizzeria Chiaia aprono le porte ad una visione futurista di Napoli, lontana dalle mode e dagli stereotipi fatti in stile copia e incolla.

Intramontabili la margherita, così come la polacca, la salsiccia e friarielli e il ruotiello alla marinara, che seguono a crocchè di patate, arancini e frittatine, prima di concludere sulle coccole fritte al cioccolato.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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