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Maison Janneau e l’Armagnac: il distillato della tradizione presentato da una delle più antiche case produttrici della Guascogna

L’Armagnac è stato spesso considerato (lo è ancora), soprattutto al di fuori della Francia, un po’ il parente povero del Cognac. Questo essenzialmente per motivi “comunicazionali”: il Cognac è diffuso e conosciuto in tutto il mondo, l’Armagnac molto meno. Perché? Circola a questo proposito un aforisma: se si pone la domanda a un Guascone (la Guascogna è il nome storico del territorio dove è nata la produzione dell’Armagnac) vi risponderà che il Cognac è immediato, piacevole, come una donna giovane, apprezzata da tutti, l’Armagnac invece è come una donna di una certa età, da trattare con accortezza, e che non presentereste a vostra madre…La realtà è che la diffusione del Cognac è stata molto agevolata dalla collocazione geografica del territorio: la vicinanza dell’areale di produzione all’importante porto di La Rochelle, via di comunicazione privilegiata con l’Inghilterra, e le diverse vie fluviali interne, navigabili con grosse imbarcazioni, che collegano la zona al porto. Questo contesto ha sviluppato anche una comunità di commercianti abili a trattare con i clienti, che parlano l’inglese. Vantaggi strutturali e “sociali” che la zona dell’Armagnac non ha avuto. Va sottolineato però che in generale l’Armagnac ha un carattere più “spigoloso” e meno morbido del Cognac, e questo probabilmente è un altro motivo che ne limita la diffusione a un pubblico più esperto e ovviamente meno ampio. Nel 2019 le vendite mondiali di Cognac sono state superiori ai 200 milioni di bottiglie mentre l’Armagnac ne ha vendute circa 3 milioni (dati degli Uffici nazionali interprofessionali del Cognac e dell’Armagnac).
L’Armagnac può però vantare una maggior “tradizione” del Cognac. La nascita dell’Armagnac precede di almeno un secolo quella del Cognac: l’Abate, poi Cardinale Vital du Four, lo nomina nel suo libro“Pro Conservanda Sanitate”, del 1310 in cui si parla delle virtù terapeutiche di quella che veniva chiamata “Aygue Ardente”.


La zona dell’Armagnac, situata a sud ovest della Francia (150 Km a sud di Bordeaux) corrisponde circa a un triangolo con vertici nelle città di Tolosa, Bordeaux e Bayonne, compreso nella regione storica della Guascogna. Il clima è un misto di continentale e mediterraneo (giornate più calde, notti più fredde). La zona di produzione del distillato si può differenziare in tre sottozone, da ovest ad est. Il Bas-Armagnac o Armagnac Noir ad ovest, così chiamato per la presenza del fogliame scuro dei boschi di quercia e pini della zona, i cui suoli silicei e sabbiosi conferiscono ai vini e poi ai distillati toni floreali e finezza, è la sottozona più importante e costituisce circa il 67% delle aree vitate atte alla produzione di Armagnac. Il Tènarèze, al centro della regione, con terreni argillosi-calcarei, rilievi poco accentuati, colline coperte da vigneti e foreste, genera distillati duri, destinati a un lunghissimo invecchiamento. Ultimo ad est l’Haut Armagnac o Armagnac Blanc (Auch), caratterizzato da terreni più calcarei, utilizzati più per la coltivazione di cereali che per la viticoltura, e i distillati che vi si producono sono meno pregiati.


La Maison Janneau, rappresentata in Italia da Rinaldi 1957, è stata fondata nel 1851 a Condom da Pierre Etienne Janneau ed è uno dei principali produttori e anche una delle più antiche grandi maison di Armagnac che si occupano di distillazione, invecchiamento e imbottigliamento nella regione AOC dell’Armagnac; possiede una delle più importanti riserve di acquaviti invecchiate della regione: il 65% delle sue acquaviti hanno oltre 12 anni. Per la preparazione dei suoi Armagnac utilizza esclusivamente vini bianchi naturali, senza additivi né conservanti, ottenuti secondo metodi di vinificazione tradizionali. I vini provengono dai migliori vitigni Ugni Blanc, Baco, Folle Blanche e Colombard. Sono le caratteristiche del suolo a influenzare lo stile dei vini: più fruttati e delicati nel Bas-Armagnac, più vigorosi e corposi nel Ténarèze e nell’Haut-Armagnac. Nel 1972 Janneau ha reintrodotto nella regione il metodo della doppia distillazione, un antico metodo di alambicco utilizzato originariamente nell’Armagnac. Gli alambicchi a doppia distillazione della Maison Janneau (due da 125 ettolitri e 2 da 25 ettolitri) restituiscono la quintessenza del carattere di ciascuna delle acquaviti, così come tutta la raffinatezza e la complessità dei suoi aromi. Considerando il volume di distillato prodotto in tutta la zona dell’Armagnac, solo il 5% viene prodotto in doppia distillazione, il 95% con distillazione continua a colonna, utilizzando il tradizionale alambicco “Armagnacais” al cui interno, come liquido di raffreddamento, scorre vino invece che acqua. L’invecchiamento del distillato avviene in botti di legno francese in maggioranza di 400 litri, di varie età e passaggi, in cui il distillato viene nel tempo travasato (un procedimento che può ricordare il metodo “Solera”).

Jean-Noȅl Dollet (a sinistra) e Pino Perrone (a destra)

Abbiamo avuto il privilegio di degustare i prodotti Janneau alla presenza di Jean-Noȅl Dollet, Direttore e Mastro Cantiniere della Maison, e di Pino Perrone, Spirit Expert che ha sempre diffuso la conoscenza di Armagnac in Italia. La degustazione si è svolta presso l’enoteca Arcioni di via Nemorense a Roma, che conosce e commercializza da tempo questi prodotti.



V.S.O.P. – 40%
Simbolo della Maison Janneau e del suo stile, il V.S.O.P. è una miscela di acquaviti accuratamente selezionate, invecchiate per 6-12 anni (alcune anche 20 anni) in botti di rovere all’interno delle loro cantine centenarie. Dal colore giallo chiaro e luminoso, all’olfatto denota frutta secca (prugna, fico), noce moscata, violetta, frutta sotto spirito (ciliegia, prugna) e sentori vanigliati. Il sorso è garbato, rotondo, con leggera pungenza (alcol e peperoncino) e note di anice. Il Finale è delicato, con ricordi di noce tostata e frutta tropicale. Dagli aromi netti e semplici, ha una buona bevibilità.


X.O. – 40%
Realizzato da uve Ugni Blanc e Baco (delle zone della Ténarèze e del Bas Armagnac), X.O. è una miscela complessa di acquaviti distillate in semplice e doppia distillazione, invecchiate dai 18 ai 30 anni all’interno di botti di rovere provenienti dalla foresta Monlezun in Guascogna; il distillato viene controllato e assaggiato durante tutto il periodo di maturazione nelle botti. Ha un colore ambrato con riflessi ramati. Al naso emergono sentori di vaniglia, frutta in confettura (prugna), frutta candita, frutti di bosco, noce moscata, chiodi di garofano e legno vecchio. In bocca è consistente, ricco di aromi, l’alcol si fa sentire. Il finale richiama le spezie del legno, il caramello, la liquirizia con accenni di Crème brûlé. Sentori ed aromi più complessi e maturi rispetto al V.S.O.P, richiede più “attenzione” nella beva.


Single Distillery 12 anni – 40%
Nata in un’unica distilleria, la gamma “Single” è composta da cuvée di almeno 12 anni prodotte con un metodo di doppia distillazione, da sole uve della varietà Ugni Blanc della Ténarèze. Dal colore ambrato luminoso. All’olfatto si impone con profumi intensi di iodio, sale, seguiti da note di fiori bianchi e frutta disidratata (pesca, mela cotogna). Al gusto è scorrevole, energico, le spezie la fanno da padrone (cannella, pepe, peperoncino). Nel finale compaiono anche note legnose e di evoluzione. Un sorso appagante, di grande equilibrio e bevibilità.


Single Distillery 25 anni – 43%
È l’Armagnac più vecchio della gamma Single Distillery. Da sole uve Ugni Blanc e invecchiato in botti di Limousin. Al naso si presenta con un’ampia gamma di aromi: sentori balsamici di canfora, menta, note resinose e di rovere, seguite da frutta scura disidratata e sbuffi evolutivi di rancio. Il sorso è ricco, molto consistente, con note di prugna candita, caramello, dattero e spezie (pepe, paprika). Il finale è complesso, materico, con ritorni speziati e piccanti che si affiancano ad una dolcezza di fondo. I 3 gradi alcolici in più (43% vs lo standard 40%) conferiscono più grinta al distillato.


Vintage Collection 1973 – 43%
I Millesimati Janneau esprimono il carattere unico della loro annata di distillazione. Elaborati principalmente secondo il metodo di distillazione continua (a “colonna”), segnano l’apice della raffinatezza di queste acquaviti. Janneau indica sull’etichetta sia la data di distillazione che quella di imbottigliamento (che ovviamente può essere anche recente). Abbiamo avuto l’occasione di degustare questo raro e splendido Armagnac che nasce da una cuvée di Bas-Armagnac e Tenarèze Armagnac, invecchiato in botti di Limousin e Monlezun. Dal colore ambrato scuro e denso, al naso rivela una molteplicità di profumi: lavanda, sherry, frutta dolce disidratata, miele di castagno, noce, legno vecchio, noce moscata, prugna, cioccolato fondente e cenni di rancio. In bocca ha una lunghissima persistenza; il tannino e una leggera pungenza dell’alcol testimoniano la struttura del distillato, emergono ricordi di erbe officinali, vaniglia, caramello, nocciola tostata; il sorso è profondo, fluido e armonico. È evidente che un distillato di 44 anni (è stato imbottigliato nel 2018) appartiene ad un’altra categoria, non confrontabile con altri se non con suoi coetanei.

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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