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L’Etna ed alcuni altri territori dei grandi vini bianchi

Una serata d’estate si presta molto bene per una degustazione di grandi vini bianchi. Se a questo aggiungiamo il poter degustare non solo vini dell’Etna, ma anche del resto d’Italia, ed andando fuori dai confini, uno Chenin Blanc francese ed un Grüner Veltliner, potremmo vederne delle belle. L’idea di Antonio Benanti dell’azienda Benanti, ha preso forma in questa maniera: quindici vini bianchi (13 italiani e 2 stranieri) che hanno fornito un’esperienza su come terroir, vitigni e metodi di lavorazione, caratterizzino inequivocabilmente un vino.

Dieci i vini prodotti sull’Etna (fra di cui uno Chardonnay, un Fiano, ed un blend di Riesling, Gewurztraminer, Grecanico, Chenin Blanc e Carricante), uno prodotto in Alto Adige, uno in Veneto, uno in Friuli Venezia Giulia, uno in Francia ed uno in Austria, sono stati i veri e propri protagonisti della serata. La sequenza è stata in tre batterie da cinque, la prima composta da vini ottenuti da Carricante in percentuale maggiore, la seconda di vini prodotti da vitigni internazionali e non, coltivati sull’Etna, la terza da altri vini italiani e stranieri.

Prima batteria:

1. Tenuta di Fessina: D. O. C. Etna Bianco Superiore “Il Musmeci” 2017 (Carricante) – campione di vasca non ancora in commercio;

Il corredo aromatico di questo vino è ampio, nonchè complesso. Sentori agrumati, di banana, di roccia bagnata, e leggero accenno di torbatura. Sorso sapido e di grande freschezza. Ancora ruvido, ma con una beva verticale ed una buona persistenza.

2. I Vigneri di Salvo Foti: Vino Bianco “Aurora” 2017 (Carricante, Minnella Bianca);

Il timbro di Salvo Foti è inconfondibile. Si percepiscono sentori di miele di castagno, camomilla, cantalupo. Vino di grande struttura e pienezza, armonico all’assaggio. Diretto e con una progressione notevole.

3. Barone di Villagrande: D. O. C. Etna Bianco Superiore “Contrada Villagrande” 2015 (Carricante, 10% vitigni autoctoni etnei);

Sentori di note muschiate, di erba bagnata, di macchia mediterranea e della ginestra. Sapido e pieno al sorso, con un’acidità che è ben calibrata. Agile e scattante. Persistenza buona.

4. Benanti: D. O. C. Etna Bianco Superiore “Pietra Marina” 2015 (Carricante);

Ricordi floreali, lievi accenni di torbatura, anice stellato. Acidità ancora ad alti livelli, con un sorso verticale e diretto, ma soprattutto lungo. Persistenza buona.

5. Pietradolce: I. G. T. Terre Siciliane Bianco “Sant’Andrea” 2016 (Carricante);

Accattivante al naso con sentori di pesca gialla e di sorbo, macchia mediterranea, con ricordi mielati e toni salmastri. Grande freschezza e bella struttura. Chiude con un finale leggermente amarognolo. Progressione veramente notevole.

Seconda batteria:

6. Terrazze dell’Etna: Vino Bianco “Ciuri” 2017 (Nerello Mascalese);

Unico blanc de noir della serata. Avvicinando il calice si sentono accenni di banana, fiori bianchi, macchia mediterranea. All’assaggio è fresco e pulito, con una sua verticalità. La persistenza è discreta.

7. Passopisciaro: I. G. T. Terre Siciliane Bianco “Passobianco” 2017 (Chardonnay);

Il vitigno (Chardonnay), conserva le sue caratteristiche, ma il terroir contribuisce (e non poco) a dargli un’impronta differente. I sentori di nocciola e gli accenni di nota burrosa si percepiscono, ma vengono superati dalla piacevole nota iodata. Sorso potente e verticale allo stesso tempo. Assaggiandolo è rotondo con una buona freschezza, concludendo con una scia salina.

8. Santa Maria La Nave: D. O. C. Sicilia Bianco “Millesulmare” 2016 (Grecanico Dorato);

Un vitigno difficile ed un territorio che nel versante Nord dell’Etna non è dei più facili, dando risultanti altalenanti a seconda dell’annata. La parte aromatica è prevalentemente di frutta esotica (ananas e mango), seguita da sentori di sorbo. Spalla acida notevole e sorso verticale, con un finale leggermente sapido. Persistenza discreta.

9. Wiegner: D. O. C. Sicilia Bianco “Elisena” 2017 (Fiano);

Pur essendo fuori casa, anche se le aree per antonomasia sono vulcaniche, i sentori del Fiano si percepiscono. Erba secca tagliata, albicocca, pietra focaia ed accenni di nota marina, danno una completezza di aromi e profumi. Ben equilibrato, con un’acidità non aggressiva ma che allo stesso tempo gli dà nerbo. Persistenza discreta.

10. Federico Graziani: I. G. P. Terre Siciliane Mareneve 2017 (Riesling, Gewurztraminer, Grecanico, Chenin Blanc e Carricante);

Fare un blend con ben cinque vitigni, non è cosa facile. Se a questo aggiungiamo che il vigneto è sito ad una quota di quasi m. 1.300 s. l. m., si può tranquillamente parlare di viticoltura eroica. La componente fruttata si sente ed è accompagnata dall’uva sultanina. Chenin Blanc e Riesling vengono fuori successivamente. Spalla acida ad alti livelli. Sorso verticale e complesso. Persistenza buona.

Terza batteria:

11. Domaine Ogerau: Anjou Blanc “Vent de Spilite” 2017 (Chenin Blanc);

Bouquet ricco che spazia dalla componente di frutta esotica (ananas), a quella della frutta acerba, accenni di erba secca, ricordi di frutta secca. Acidità notevole, ma allo stesso tempo intrigante e che conferma la caratteristica del vitigno. Sorso diretto e di grande pulizia. Buona persistenza.

12. Inama: D. O. C. G. Soave Classico “Vigneti di Foscarino” 2016 (Garganega);

Il Soave, nonostante i cambiamenti degli ultimi 20 anni, rimane uno vini bianchi da invecchiamento e questo vino ne è la conferma pur avendo soltanto tre anni. Molto elegante il suo corredo aromatico. Frutta esotica surmatura, accenni di tabacco, sbuffi delicati di terziarizzazione, il tutto accompagnato da una leggera componente floreale. Ricco e di grande nerbo, dovuto ad una marcata freschezza ed una sapidità finale che è un valore aggiunto. Persistenza notevole.

13. Zidarich: I. G. T. Venezia Giulia Vitovska in pietra “Kamen” 2015 (Vitovska);

Un bouquet complesso con note di frutta secca, nespola, mela cotogna, sandalo. Armonico al sorso, una freschezza ben pronunciata ed una salinità notevole, si amalgamano donandogli una gran piacevolezza di beva. Saggio l’utilizzo del legno. Ottima la persistenza.

14. Weingut Rudi Pichler: Wachau Kollmutz Smaragd 2015 (Grüner Veltliner);

Le complessità aromatiche rendono questo vino accattivante. Nota floreale in evidenza, roccia bagnata e toni salmastri. Assaggiandolo dà il meglio di sé con freschezza “brillante” e pulizia che danno profondità al sorso. Persistenza buona.

15. Cantina Terlano: D. O. C. Alto Adige Terlano “Vorberg” 2010 (Pinot Bianco);

Dopo nove anni, si presenta in forma sfavillante. Un corredo di profumi che è ricco ed intrigante, biancospino, ginepro e lievi accenni di terziarizzazione. Sorso verticale e di grande piacevolezza. Sapido, fresco e ben strutturato. Di grande personalità. Persistenza buona. L’ennesima controprova di come alcuni vini bianchi in determinati territori, possono affrontare tranquillamente il tempo!

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Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.

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