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L’azienda toscana Querceto di Castellina presenta i suoi vini al ristorante romano Al Ceppo

Il ristorante  Al Ceppo di Roma, è stata la sede dove l’azienda Querceto di Castellina che ha presentato alla stampa romana i suoi vini. Un’azienda situata a Castellina in Chianti, al confine con Radda, nel cuore della DOCG Chianti Classico.

Le origini risalgono al 1945 quando Guido Masini acquisì la tenuta con l’iniziale idea di farne il rifugio di campagna della famiglia, dando in affitto le poche vigne presenti.

Nel 1988 la figlia di Guido, Laura, affiancata dal marito Giorgio Di Battista cominciò il restauro degli edifici quattrocenteschi presenti nella proprietà con l’intento di far nascere un complesso agrituristico che rappresentasse appieno il territorio che lo ospitava.

Arriviamo alla fine degli anni ’90 quando il figlio maggiore Jacopo, che ci ha fatto da anfitrione al Ceppo, decise di riprendere in totale gestione tutti i vigneti avendone intuito tutte le potenzialità.

Così nel 1998 vede la luce la prima bottiglia della cantina Querceto di Castellina. Un’azienda a conduzione familiare che vede i membri occuparsi dei vari settori che la compongono. Cinquanta ettari totali che si estendono tra le colline toscane con boschi e oliveti che incorniciano un piccolo borgo che è anche il cuore pulsante della struttura ricettiva presente.

Qui 11 ettari di vigneto su terreni calcareo marnosi ricchi di sedimenti accolgono il Sangiovese, vitigno principe di questa zona a cui si accompagnano pochi filari di Merlot, Viognier e Roussanne, questi ultimi artefici dell’unico vino bianco prodotto.

Certificata biologica dal 2009 vede nel mercato estero elemento principale per farsi conoscere e apprezzare, infatti quasi l’80% della produzione va all’estero.

Parliamo dei vini che abbiamo avuto modo di assaggiare.

Livia IGT Toscana bianco 2020 (Viognier & Roussanne)

Una vinificazione sulle bucce per un vino che il 30% della massa affina per 10 mesi in botti di rovere francese da 500 litri, mentre il restante 70% rimane per 10 mesi in vasche di acciaio inox. Poi 2 mesi affinamento in bottiglia prima di andare in commercio.

Il vino che più ci ha stupiti nell’assaggio, per la sua sapidità, freschezza e succosità, introdotto da note di frutta bianca dove susina e pesca erano in evidenza.

L’Aura Chianti Classico DOCG 2019 (100% Sangiovese)

Affinamento per 12 mesi in botti di rovere francese da 500 litri, poi 3 mesi in bottiglia. Un Chianti ancora giovane ma con buone prospettive,  darà il meglio di sé dopo un affinamento in bottiglia.

Venti IGT Toscana 2018 (Sangiovese e Merlot)

Il Sangiovese affina 20 mesi in legni di rovere francese da 500 litri mentre il Merlot resta 20 mesi in barrique di rovere francese, poi 12 mesi in bottiglia.

Il suo nome scaturisce dai venti anni dell’azienda nel mondo del vino, se ne producono appena 1.200 bottiglie ed è il connubio tra due vitigni che da sempre hanno saputo legarsi con maestria. Su note di frutti rossi con una beva non ancora pronta, da aspettare.

Podalirio IGT Toscana 2018 (100% Merlot)

Dopo un affinamento per 18 mesi in botti di rovere francese di 225 lt. e 12 mesi in bottiglia prima di andare in commercio, il vino non ha ancora raggiuto quella maturità di cui è capace, lo abbiamo trovato ancora molto irruento e poco equilibrato. Aspettiamo un nuovo assaggio tra qualche mese prima di darne un giudizio definitivo.

Sei Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2017 –  (100% Sangiovese)

Un Chianti di buono spessore, che affina per 18 mesi in legni di rovere francese da 500 litri, poi 12 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio.

Su note di frutta sottobosco a cui si accompagnano spezie dolci, anticipa un sorso ricco e fresco allo stesso tempo, con un tannino sempre presente ma mai spigoloso. Intrigante il finale su note di frutti rossi.

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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