Napoli è contaminazione, inventiva, arte d’arrangiarsi; un vero melting pot fatto di culture profondamente eterogenee, che si fondono come nelle architetture variegate dei suoi Quartieri. Qui non poteva mancare lo street food in versione orientale, dall’idea dei fratelli Riccardo e Vincenzo Giammarino.

Tra Fuorigrotta ed il centro della città partenopea Lala Noodles invoglia le persone a combinare i propri gusti con una vasta carta di opzioni. Si parte dagli snack d’ingresso tra involtini e ravioli gyoza fatti a mano, cotti su piastra alla base e a vapore al centro o i bun farciti tra carne, pesce e persino una versione vegan.

I noodles – spaghetti giapponesi – sono le specialità di casa, arricchiti da salse create in cucina sulla base delle antiche tecniche rivisitate in chiave mediterranea. Grano, grano saraceno, riso e soia per accontentare anche le esigenze di chi è intollerante al glutine, ormai una realtà sempre presente tra le esigenze del pubblico.

In Largo Lala a Fuorigrotta il cliente è più residenziale: famiglie, amici e coppie che vogliono testare qualcosa di nuovo dalle normali proposte. In via Guantai invece, a pochi passi da piazza Municipio, lo scenario cambia con turisti e dipendenti che cercano una rapida pausa prima di tornare alle proprie occupazioni.

«Abbiamo sperimentato anche l’introduzione di condimenti, salse e ricette derivate dalla cultura campana, come la genovese o la parmigiana di melanzane – racconta Vincenzo – Ma paradossalmente abbiamo ottenuto l’effetto opposto di far avvicinare ancor più gli avventori verso la gastronomia asiatica». Il cibo di casa, in effetti, non stuzzica l’idea di un momento di relax, magari viaggiando con la fantasia in luoghi inesplorati. È rimasto comunque lo “Special del mese” che integra però diversi tipi di cucina internazionale.

E poi il trionfo del ramen, antica pietanza le cui origini si perdono nella notte dei tempi seguendo le usanze dei cuochi provenienti dal Paese del Sol Levante. Riccardo Giammarino, un passato da giornalista sportivo, descrive i segreti per un ramen da manuale: «Cominciamo con la preparazione del brodo da scarti di pollo e maiale marinato alla soia. Si aggiungono parti di tessuto connettivo di bovino e uova marinate al mirin di sakè. Infine, i noodles ed i vari topping come pancia di maiale, verdure, funghi e alga nori».

Le consistenze fanno la differenza e il brodo è caldo e appetitoso, ideale quando le stagioni fredde cominciano a farsi sentire. Interessante la teriyaki facoltativa all’assaggio e che dona quell’attacco salato e da glutammato, dal finale piccante.