Lo stile del whisky Lagavulin si può intuire dal colpo d’occhio che si ha arrivando alla distilleria: si staglia compatta e pulita – come il suo whisky – davanti all’insenatura Lagavulin Bay. L’interno del visit center è arredato in puro stile british: il verde chiaro è il colore prevalente di intonaci ed arredi; dopo l’atrio con il bancone dell’accoglienza, un piccolo corridoio conduce ad un ampio salotto con camino e mobili d’epoca da cui occhieggiano preziose bottiglie di whisky, le poltrone sono rivestite con il tipico tessuto a quadri scozzese (tartan).
Ambiente caldo e accogliente, come se foste nel salotto di casa di un amico. Anche lo stile del personale è sullo stesso livello, amichevole e molto empatico. La sala degustazione è in un edificio separato, con il tetto a vista e tramezzi in legno e forma un tutt’uno con il whisky bar.
In sintesi, classico e di grande eleganza sono gli aggettivi che meglio descrivono il luogo e, come vedremo, il carattere del whisky Lagavulin.
Iniziamo il distillery tour con un po’ di storia sulla nascita di questa distilleria e della sua rivalità con la vicinissima Laphroaig. Nata nel 1816, si fonde nel 1837 con la Kildalton e successivamente ingloba altre due piccole distillerie che giacevano nello stesso sito: la Ardmore e la Malt Mill; quest’ultima si narra fosse stata costruita dall’allora proprietario della Lagavulin, Peter Mackie, per ripicca contro la distilleria Laphroaig che nel 1908 decise di commercializzare direttamente i suoi prodotti, togliendo la relativa licenza a Mackie.
Le parti più interessanti del distillery tour:
– la descrizione del Grist (il malto macinato) utilizzato per la produzione del whisky: ce ne sono 3 tipi e sono usati in percentuali diverse nel processo di infusione del malto; 2 tipi derivati dalla macinatura del chicco – in uno di questi, detto husk, il chicco rimane quasi intero e conserva la pellicola che lo avvolge dove si deposita e viene assorbito il fumo di torba – , un tipo derivato dal macinato del fiore del malto, che appare bianco e fine come sale.
– la sala di fermentazione con dieci vecchi contenitori in legno, ognuno contenente il wash (il liquido fermentato che alimenterà gli alambicchi per la distillazione) a un diverso stato di avanzamento nel processo di trasformazione dello zucchero in alcol. In uno di questi si può riconoscere l’effervescenza del liquido che origina la birra.
– la sala di distillazione, con alambicchi wash still (più grandi, per la prima distillazione) e spirit still (più piccoli, per la seconda distillazione) e la teca di vetro e ottone (spirit safe), affascinante da vedere in funzione ( ma non si può fotografare…): contiene dei rubinetti da cui sgorga come fossero fontane, un liquido trasparente che altro non è se non il distillato che arriva dai vari alambicchi e che poi, con successive distillazioni, si trasformerà nel “whisky bianco”, quello che opportunamente diluito (all’origine ha circa il 90% – 95% di contenuto alcolico) andrà a maturare nelle botti per un congruo numero di anni per trasformarsi, anche nel colore, nel whisky che conosciamo.
TASTING NOTES
Lagavulin, insieme a Laphroaig e Ardbeg costituisce la triade di whisky torbati più conosciuti al mondo e tra questi Lagavulin è, a nostro avviso, la distilleria che più ha costruito il suo stile sull’eleganza piuttosto che sulla “potenza” della torba; questo si deduce anche dal livello medio di affumicatura dei suoi whisky: ci sono circa 37-38 p.p.m. di polifenoli nel suo malto rispetto ai 50 p.p.m. ed oltre delle altre due distillerie.
Di seguito le nostre note di degustazione sull’assaggio di 4 whisky Lagavulin
Lagavulin 8 y.o. 200th Anniversary, 48% – Islay Single Malt scotch whisky.
Creato per commemorare il 200 ° anniversario della fondazione della distilleria Lagavulin da parte di John Johnston nel 1816. Colore giallo paglierino. All’olfatto è fresco, con note marine, emerge poi uno spiccato sentore di malto e vaniglia, seguiti da agrumi e fumo. In bocca la nota affumicata è più evidente, mostra sapori netti, dove le spezie dolci si sommano a una scia salina e ad una carica alcolica ben presente ma la beva risulta comunque morbida e persistente.
Lagavulin 2001 Distillers Edition, bottled 2017, 43% – Islay Single Malt scotch whisky. Invecchiato in botte di bourbon e affinato tre mesi in botte di sherry Pedro Ximenez. Colore ramato. Al naso note delicate di cenere, miele, frutta candita con note di cioccolato. In questo whisky il sorso netto e pulito, caratteristico dei whisky Lagavulin, è meno secco e più morbido, quasi cremoso e fuso con aromi dolci di vaniglia, uva passa, miele e frutta gialla matura insieme a fumo di torba, acqua di mare e pepe. Il risultato è un whisky complesso estremamente morbido e rotondo, con un range di aromi vario e di grande piacevolezza
Lagavulin Distillery Exclusive Bottling, bottled 2017, cask strength 54,1% – Islay Single Malt scotch whisky. Questo whisky acquistabile esclusivamente nella distilleria è un No Age, composto principalmente da whisky invecchiato 16 anni e in piccola parte di 25 anni, in botti di solo ex bourbon di diverso passaggio. Colore oro carico. Al naso è fine, balsamico, l’alcol non è pungente ma perfettamente integrato, il profumo è un amalgama di uva passa, rovere, iodio, note di caffè, zucchero a velo e spezie dolci. Ingresso in bocca di grande finezza, strutturato e ricco di aromi. La progressione nel palato denota anche grande pulizia ed equilibrio. Un finale di una dolcezza grassa, mielata, con frutta candita, pera e pepe bianco; chiude molto persistente e fine con l’affumicato e note marine in sottofondo. Un whisky complesso, di grandissima eleganza e purezza, l’intensità del fruttato e il perfetto bilanciamento di sapori fa sì che i 54 gradi di alcol non disturbino la beva.
Lagavulin 12 y.o. bottled 2018, 57,8% – Islay Single Malt scotch whisky. Questo whisky é uno small batch, cioè viene prodotto ogni anno da un numero limitato e selezionato di botti e quindi ogni anno può assumere caratteristiche diverse dall’anno precedente. Come il precedente é’ un whisky a gradazione piena, così come esce dalla botte. Colore oro chiaro. Profumi floreali (fiori bianchi, lavanda), di frutta bianca fresca (nespola, litchi), buccia di limone, leggero miele di acacia, malto,…tutti profumi molto netti e puliti. In bocca è potente, piccante, l’affumicato della torba è intenso ma raffinato e fa da contorno a tutti gli altri aromi, con una trama tannica finissima; sensazioni di grande pulizia, corrispondenza naso-bocca, ritorni di frutta bianca. Whisky che unisce finezza ed eleganza alla potenza. L’aggiunta di acqua nel bicchiere smorza l’alcol ed evidenzia i profumi di frutta bianca e miele.
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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