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Proseguiamo la nostra carrellata di recensioni dei migliori assaggi fatti durante Life of Wine a Roma.
Abbiamo recentemente parlato di Collestefano su questa testata riguardo al “Progetto Fragolina” (link).
Da più di un decennio, quelli di Fabio Marchionni sono tra i Verdicchio più territoriali e apprezzati del piccolo territorio di Matelica. Vini schietti, precisi, capaci di restituire in maniera esemplare la spiccata mineralità di quella zona di produzione, tanto amata dagli appassionati che a larghezze e morbidezze preferisco silhouette più affilate e dinamiche. Prodotti, per di più, che da sempre escono sul mercato a prezzi piu che onesti, nonostante il successo di critica e mediatico degli ultimi anni.
Nella verticale proposta a Roma abbiamo avuto la possibilità di indagarne l’evoluzione degli ultimi 5 anni, ben sapendo che il Collestefano è un Verdicchio capace di evolvere per archi temporali ben più lunghi. Di seguito le annate assaggiate.
Verdicchio di Matelica doc 2018.
La classica lama tagliente del Collestefano giovane. Al naso si presenta con un profilo olfattivo di estrema purezza, con spiccate note di agrumi, pesca bianca e zenzero.
Deve ancora aprirsi, ma è sempre così in fase giovanile. In bocca, l’acidità è “elettrica”, stimolando un’intensa salivazione e accompagnando un sorso che piano piano si apre sulla parte fruttata. Se acidità e mineralita è quello che cercate in un vino, questa è la bottiglia per voi!
Verdicchio di Matelica doc 2016
I tre anni non hanno munimamente scalfito il suo profilo severo e affilato. Qui alle note agrumate e speziate, si aggiunge una componente fruttata più espressa e colloquiale. Mela, litchi, pesca noce, con finale di nocciola appena raccolta. In bocca il consueto dinamismo ed energia, in una fase di perfetta godibilità, dove alla spinta acida si contrappone un’ampiezza di frutto che dà dolcezza. Gran bel conseguimento!
Verdicchio di Matelica doc 2015
Qui il vino si dilata in ampiezza e si presenta con un profilo olfattivo più caldo, dove la nota di frutta si fa più matura, impreziosita da una sottile mineralità. In bocca è ampio, pieno ed appagante con una dinamica gustativa sospinta più dalla mineralita che dell’acidità. Un vino che mette d’accordo tutti: i cultori di Matelica ne riconosceranno la sua anima minerale; i bevitori più trasversali ne apprezzeranno la maggior facilità di beva.
Verdicchio di Matelica doc 2014
Un capolavoro! Una botta pazzesca al naso di mineralità ed idrocarburi, che lo farebbero tranquillamente scambiare alla cieca per un Riesling. E poi tante altre sfumature: fiori bianchi, pesca, mandorla dolce, miele d’acacia… In bocca saltella continuamente tra queste note più morbide e la parte minerale, offrendo una beva molto elegante e coinvolgente, di grande complessità e finezza. Un vino da applausi!
Verdicchio di Matelica doc 2013
Il meno in forma della serata, complice forse una bottiglia non proprio “tarata”. I toni ossidativi sono evidenti, con sentori di mela cotta e frutta marmellatosa. In bocca va un po’ meglio, grazie alla solita spinta acida che, seppur in una veste meno sfolgorante, riesce comunque a dare ritmo alla bevuta. Avendo assaggiato versioni con una decina di anni in più sulle spalle, gli diamo comunque fiducia, concedendogli l’attenuante della bottiglia sfortunata…
Abruzzese, ingegnere per mestiere, critico enogastronomico per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, con cui ancora collabora. Vino, distillati e turismo enogastronomico sono la sua specializzazione. Nel tempo libero (poco) prova a fare il piccolo editore, amministrando una società di portali di news e comunicazione molto seguiti in Abruzzo e a Roma. Ha collaborato per molti anni con guide nazionali del vino, seguendo soprattutto la regione Abruzzo (ma va?), e con testate enogastronomiche cartacee ed online. Organizza eventi e corsi sul vino...più spesso in Abruzzo (si vabbè...lo abbiamo capito!).
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