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AMARCORD IN ROMAGNA

CANTINA TRE MONTI: L’EREDITA’ DI SERGIO NAVACCHIA NELLE MANI SAPIENTI DI DAVID E VITTORIO

Proprio l’anno scorso, di questi tempi, contattai la cantina Tre Monti per visitare una icona della Romagna del vino. Con un velo di tristezza appresi da David Navacchia, fratello maggiore di Vittorio, l’impossibilità di potermi accogliere in una fase delicata della vendemmia. La 2021 fu una vera e propria corsa ad ostacoli, di un tale livello di difficoltà da mettere a dura prova la pazienza del vigneron più esperto. Speravo tanto in quell’incontro e magari di poter scambiare qualche opinione con Sergio Navacchia, padre dei germani e fondatore dell’azienda nel lontano 1971. Il destino, come spesso accade, ha stravolto in maniera irreversibile i buoni propositi con la scomparsa di Sergio lo scorso mese di aprile. Restava ancora un racconto in sospeso: la storia di una dinastia partita dal giornalismo di alto rango ed approdata alla coltivazione della vite nei poderi di Bergullo, sulla strada che da Imola porta a Riolo Terme. Dall’auto si può apprezzare la vista meravigliosa sui campi lungo i morbidi crinali che conducono al Santuario della Beata Vergine di Ghiandolino.

Vittorio Navacchia

I terreni sono prettamente argillosi e ben drenanti, aiutando le piante a non soffrire il caldo siccitoso delle ultime estati. Con gli anni la tenuta venne ampliata acquisendo altri appezzamenti a Petrignone non molto distante da Forlì, con morfologie ed esposizioni differenti. Qui la matrice calcarea, frammista alle sabbie del mare pliocenico scomparso, gioca un ruolo importante per dare sostanza alle componenti fruttate dei vini, in particolare per quelli a base di Albana e Sangiovese, cavalli di razza di Tre Monti. L’esperienza sul bianco è comprovata da numerosi riconoscimenti a livello internazionale ricevuti dal Vigna Rocca e dal Vitalba; ancor più sorprendente però la gradevolezza del Petrignone, cru di Sangiovese che sta riscontrando vette di assoluto piacere grazie ad un cambio nel metodo di vinificazione.

Poco meno di 200 mila bottiglie prodotte, ripartite in 18 etichette tutte a marchio biologico certificato, nate con una precisa identità ed un proprio mercato di riferimento. La passione per le lunghe macerazioni da parte di Vittorio, che cura pure lo sviluppo enologico aiutato da Nicola Tucci e dall’agronomo Patrizio Gasparinetti, ha consentito di concretizzare ai massimi livelli il progetto ANsomigaFORA del 2013 e di ampliarlo ulteriormente con una seconda versione, passando stavolta dall’Albana al Trebbiano di Romagna.

IGP Rubicone Sauvignon Salcerella 2021 – l’eccezione che conferma la regola. Quando si lavora con precisione ne beneficia l’intera gamma dei prodotti, anche quelli considerati (erroneamente) meno espressivi del territorio. Di Sauvignon Blanc in purezza ci sono esempi illustri in Italia e non cercheremo un paragone. Segnaliamo soltanto la piacevolezza del sorso, ricco di erbe officinali e dal gusto di pera bianca e cedro con riverberi iodati. Appena 35 filari che speriamo non vengano tolti per far posto ad altre varietà.

Romagna Albana Secco Vigna Rocca 2020 – un culto per gli appassionati. Le prime espressioni germinarono nel 1973 con il nome di Grifo Bianco soltanto dalle uve imolesi del clone Serra. L’uscita definitiva è targata invece 1998 con l’aggiunta dei grappoli provenienti dalle terre forlivesi (clone Gentile di Bertinoro). Un leggero residuo di circa 5 grammi litro dona equilibrio alla componente tannica dell’Albana. Cambiano anche i contenitori di fermentazione, dal legno grande all’acciaio inox per cercare meno concentrazione rispetto al passato. Vino di carattere, con aromi di propoli e cera d’api su finale minerale arricchito da albicocche disidratate. Molto appagante.

Romagna Albana Secco Vitalba 2020 – nutro dei forti dubbi sulla moda del momento di far vino in anfora ad ogni costo. Per fortuna la varietà consente di potersi divertire anche in cose inusuali e per certi versi affascinanti come le tecniche ancestrali. Il patto è di mantenersi su qualità, pulizia ed eleganza, valori indispensabili per lasciare una traccia indelebile nella mente di chi assaggia. Uno spettacolo di natura, pennellato da oltre 90 giorni di contatto con le bucce in otri di terracotta da 470 litri, aperti e senza controllo di temperatura utilizzando solo lieviti indigeni. Stoffa da vendere con nuance di pesca succosa e note idrocarburiche dalla grande prospettiva. Appena 7.600 bottiglie oltre 100 magnum da collezionare.

IGP Rubicone Trebbiano Macerato Piuttosto 2021 – venendo così bene l’Albana, perché non ripetersi nel Trebbiano di Romagna? Scelta indovinata per l’erede del Vigna Rio, oggi macerato in cemento tre settimane a temperature più elevate per aumentare l’estrazione di aromi e colore. Il bouquet richiama alla mente l’acqua di zafferano, i fiori di zagara e ginestra essiccati ed un corredo amplio di erbe mediterranee, per abbinamenti gastronomici di grande impatto. Vuole giusto qualche grado in meno nel servizio rispetto all’omologo Vitalba, mancando la parte antocianica sul finale di bocca. Chiudiamo i sipari parlando dei due Sangiovese Riserva più rappresentativi, il Petrignone ed il Thea dedicato nel nome alla mamma di David e Vittorio, scomparsa prematuramente negli anni ’80 del secolo scorso.

Romagna Sangiovese Superiore Riserva Petrignone 2019 – il miglior assaggio di giornata. Selezione proveniente da diverse particelle, lavorata interamente in tini di cemento. Succoso quanta basta, con quel tipico tocco balsamico misto tra elicriso e liquirizia. Verticale, in ottima tensione ma dai tannini già avvolgenti e setosi. Sa farsi notare e bere con assoluto godimento. Si prevede in futuro l’indicazione in etichetta della sottozona Oriolo dei Fichi.

Romagna Sangiovese Superiore Riserva Thea 2019 – dalle vigne più vecchie di oltre 50 anni allevate a cordone speronato. Ultima annata in cui verranno utilizzate le barrique di rovere, preferendo per il futuro legni grandi ed acciaio. Molta materia da governare, di sicuro il sorso è meno fluido e dinamico del precedente, maggiormente gastronomico e muscolare. Amarene, visciole e spezie bianche a profusione. Si prevede una nuova tipologia dalla sottozona Serra, assaggiata in anteprima come campione di vasca e dal futuro promettente, che uscirà nella primavera del 2023.

Romagna patria della convivialità e bonarietà (Tonino Guerra).

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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