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Barolo Rocche di Castiglione – uno dei più pregiati “cru” dell’intera DOCG Barolo – nell’interpretazione dei Fratelli Monchiero

Il vigneto Rocche di Castiglione, nel Comune di Castiglione Falletto (CN), nel cuore delle Langhe, è considerato uno dei più pregiati dell’intera DOCG Barolo: Renato Ratti, storico produttore di Barolo, colui che ha introdotto il concetto di cru nelle langhe, l’ha inserita, nel 1971, tra le 10 zone di “prima categoria” nella sua celebre Carta del Barolo (antesignana della attuale mappa delle MGA, menzioni geografiche aggiuntive).

Venerdì 26 maggio, all’interno dell’elegante ristorante Al Ceppo di Roma, è stata presentata una degustazione di quattro annate del Barolo Rocche di Castiglione della cantina dei Fratelli Monchiero. L’organizzazione è stata curata da Lisa Tommasini dell’agenzia PR Comunicare il Vino, con la presenza di Luca Monchiero.

Ristorante “Al Ceppo”, Roma

La famiglia Monchiero produce vino da quasi un secolo. L’azienda è da sempre a conduzione familiare: i nonni di Vittorio Monchiero, attuale proprietario, erano agricoltori e già prima della guerra possedevano poco più di un ettaro in località Roere di Santa Maria, in uno dei comuni più famosi delle Langhe, a La Morra.  I fratelli Remo e Maggiorino hanno poi proseguito l’attività agricola, fondando l’azienda nel 1954 e concentrandosi sulla vitivinicoltura; hanno acquistato nuovi terreni nella zona di Castiglione Falletto e La Morra e hanno imbottigliato il loro Barolo per la prima volta nel 1971. Vittorio, figlio di Maggiorino, si è specializzato nella scuola Enologica di Alba negli anni ’80 e da subito ha iniziato la sua esperienza da enologo nell’azienda di famiglia e oggi è supportato dalla moglie Daniela e dai figli Luca e Stefano.

La famiglia Monchiero: Daniela, Luca, Vittorio e Stefano

Dal 1999 sono stati acquistati progressivamente altri terreni. In particolare, le vigne si estendono per circa dodici ettari in totale: nove ettari si dividono tra i comuni di Castiglione Falletto – dove, nelle omonime zone (ovvero MGA), nascono il Barolo Rocche di Castiglione (simbolo dell’azienda), il Barolo Pernanno e il Barolo Montanello – e il Comune di La Morra, dove risiedono i vigneti del Barolo Roere di Santa Maria (dal 2016 ha cambiato il nome in etichetta con Barolo del Comune di La Morra). Gli altri tre ettari sono situati in parte nel comune di Alba (frazione Scapparoni), dove si produce Nebbiolo d’Alba, Barbera d’Alba, Langhe Arneis e Moscato, altri possedimenti sono situati nei comuni di Treiso e Verduno.

In azienda non si usano diserbanti e in vigna si applica la lotta integrata. La vendemmia è completamente manuale, vengono prodotte circa 45 mila bottiglie (di cui circa 20 mila di Barolo), l’80% vengono esportate.

Le particelle del vigneto Rocche di Castiglione gestite da Monchiero

I terreni di Rocche di Castiglione sono caratterizzati da una vena sabbiosa che interseca e alterna marne grigie ricche di minerali di età elveziano-tortoniana, donando finezza ed eleganza alla tradizionale austerità e potenza del Barolo. Il vigneto si sviluppa fra i 300 e i 350 metri di altitudine, su una lunga e stretta fascia che bordeggia l’apice del crinale, coincidente con la via stradale (Provinciale 9 Alba-Dogliani). L’esposizione prevalente è a est/sud-est.

 

La degustazione verticale di quattro annate del Barolo Rocche di Castiglione: 2019, 2018, 2017 e 2015.

 

Barolo Rocche di Castiglione 2018: l’annata 2018 è stata caratterizzata da piogge abbondanti per tutta la prima parte dell’anno, compensate da una estate calda che ha consentito una maturazione delle uve abbastanza regolare. Ciò ha dato origine a un vino fresco e pronto, non particolarmente portato per lunghi invecchiamenti ma piuttosto immediato ed espressivo. Floreale, fresco, con intensi toni fruttati (ciliegia, lampone), che si ritrovano nel palato, dove tannini fitti e vellutati, uniti a buona sapidità, danno origine ad una beva elegante, di grande piacevolezza.

Barolo Rocche di Castiglione 2017: tanto il 2018 è stato ricco di piogge quanto il 2017 è stata un’annata calda e siccitosa, con anche una “brinata” improvvisa sul vigneto che ha complicato una vendemmia già difficile. L’annata non perfetta si riscontra nelle note verdi della trama tannica, in parte equilibrate dagli aromi di frutti di bosco rossi, spezie e note terrose che inducono complessità al vino. Il sorso è piuttosto verticale, con acidità ed alcol importanti e media/breve persistenza.

 

Barolo Rocche di Castiglione 2019: la 2019 è stata una annata a clima “continentale”: lunghi periodi di caldo estivi ma anche piogge intense e frequenti ed alcune nevicate invernali, che hanno permesso un ottimo sviluppo del ciclo vegetativo delle piante; uniamoci la bravura del viticoltore e il risultato è stato l’ottenimento di un grande vino. Così giovane e già così equilibrato e armonioso fa prevedere ottime potenzialità di affinamento e longevità. Equilibrio e finezza nei profumi (prugna, mora, amarena, ribes, viola) e nella struttura, piena ma elegante: tannini setosi, acidità, e frutto, con una lunga persistenza nel palato.

Barolo Rocche di Castiglione Riserva 2015: la 2015 è stata una annata molto regolare, senza stress idrici o picchi eccessivi di temperatura. Le uve sono arrivate a maturazione in modo perfetto. Questa annata esce solo come Riserva, perché oltre ad essere una buona annata è stata ottenuta da una porzione ridotta di vigneto e si è scelto di vinificare tutto per la Riserva. Profumi molto fruttati (lampone e ciliegia), con contorno di spezie (pepe e noce moscata) e nuance floreali; nel palato è corposo i tannini consistenti e levigati, nel retrogusto emergono alcol, frutta rossa matura e spezie, tutto in buon equilibrio e con lunga persistenza.

Il Progetto WINETAGE

L’incontro con l’azienda Monchiero è stata anche l’occasione per illustrare un progetto che ha visto la collaborazione tra la Monchiero e Winetage, una azienda composta da esperti artigiani specializzati nella creazione di oggetti d’arte. Matteo De Padova, titolare di Winetage, ha spiegato che l’obiettivo del progetto di Winetage è combinare la grande tradizione dell’artigianato del design italiano con l’utilizzo di materiali sostenibili ed ecologici e che, come nel caso delle botti esauste di Monchiero, raccontino e rappresentino essi stessi una storia di tradizioni e comunità e diventino ambasciatori del vino che un tempo contenevano. Tutto ciò si concretizza nella creazione di oggetti di raffinato design e qualità basati sul riutilizzo del legno delle botti, come lampade ed altri complementi d’arredo, tutti realizzati a mano e fatti per durare nel tempo.

A conclusione degli assaggi abbiamo degustato in abbinamento ai vini di Monchiero un menu proposto dallo chef del ristorante Al Ceppo, tra i cui piatti segnaliamo Gamberi e alici fritti con maionese al lime, Ravioli di ricotta ed erbette di campo con fonduta di parmigiano e guanciola di vitello con morbido di piselli e fiori di zucca in tempura. Nell’occasione oltre al Barolo Rocche di Castiglione abbiamo potuto assaggiare il Moscato Secco “Quattrofilari” 2021 e il “Barolo del Comune di La Morra” 2019 (il cui nome precedente ,” Barolo Roere di Santa Maria”, corrisponde al nome del primo vigneto acquisito dalla famiglia Roero); un Barolo dal classico stile dei vini di La Morra: elegante, tannini morbidi, fruttato e profumato, gradevole e pronto alla beva, di facile abbinamento per carni e primi elaborati.

 

Azienda Agricola F.lli Monchiero
Via Alba Monforte 49
12060 Castiglione Falletto (CN)
Tel. 0173 62820
www.monchierovini.it

 

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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