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Life of Wine 2021 – Un viaggio nel tempo in compagnia di alcuni tra i più rinomati vini d’Italia. – VINODABERE – Esperienze nel mondo del vino, della gastronomia e della ristorazione
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Life of Wine 2021 – Un viaggio nel tempo in compagnia di alcuni tra i più rinomati vini d’Italia.

L’evento Life of Wine, è diventato ormai un “Classico” che anche quest’anno, pur ottemperando alle restrizioni imposte dal covid, lo Studio Umami con Roberta Perna Comunicazione e la collaborazione del giornalista enogastronomico e nostro direttore responsabile Maurizio Valeriani, impegnato a rafforzare la selezione delle aziende, sono riusciti a realizzare a Roma. Una manifestazione che costituisce un unicum nel mondo del vino, che permette, dall’operatore del settore fino al semplice appassionato, di seguire l’evoluzione di un vino nel corso di decenni, con delle chicche rarissime – vini di trenta, quaranta, anche sessanta anni di età – impossibili da poter assaggiare in qualunque altro avvenimento di questo tipo. Un evento come questo ti dà anche la possibilità di verificare le differenze, riguardo uno stesso vino, oltrechè in termini di longevità, anche di qualità e complessità tra le diverse annate.
La manifestazione ha compiuto il decimo anno di vita e, novità di quest’anno, si è svolta il 10 ottobre in una nuova location, l’Hotel Villa Pamphili, storica struttura della Capitale nel verde del Parco di Villa Pamphili. L’evento ha visto crescere esponenzialmente negli anni la partecipazione di pubblico e azienda: l’edizione 2021 ha registrato la presenza di quasi 70 cantine da tutta Italia, più di 200 vini in degustazione di cui oltre 120 le vecchie annate, in rappresentanza di tutte le aree produttive del paese e delle varie tipologie di vino.
Abbiamo avuto modo di assaggiare tanti vini “agè” e di confrontarci con i loro produttori. Iniziamo col riportarvi le nostre impressioni sui vini di due cantine che risiedono in alcuni dei territori più vocati d’Italia: l’Alto Piemonte e il Chianti Classico.


SOCIETÀ AGRICOLA LA STRADINA
Gattinara (VC) | Piemonte



Questa piccolissima cantina (produce circa 2000 bottiglie l’anno), formata quasi per gioco da 5 amici a Gattinara, nell’Alto Piemonte, è stata per noi di Vinodabere una grande e inaspettata scoperta: sconosciuta al grande pubblico della critica enogastronomica. Non la conoscevamo, ma nella degustazione alla cieca dei circa 180 vini che hanno dato origine alla nostra Guida ai Migliori Vini dell’Alto Piemonte 2021 di Vinodabere – La Guida Completa , ci ha messo tutti d’accordo nell’assegnargli il massimo punteggio 100/100 per il loro Rusèt Gattinara Docg 2016 . L’evento Life of Wine è stata l’occasione per una ulteriore conferma che il nostro giudizio era pienamente meritato.

Ci siamo fatti raccontare la storia di come è nata la loro avventura. << Siamo amici dai tempi della scuola elementare, ormai più di 40 anni fa… All’inizio degli anni duemila abbiamo deciso di reimpiantare il vigneto S. Francesco, con l’obiettivo di divertirci insieme, di imparare a coltivare la vite, vinificare e gestire il processo di affinamento. Così nel 2004 è arrivata la prima vendemmia e nel 2008 il primo imbottigliamento. Nel 2013 abbiamo costituito ‘La Stradina’, che per noi era il luogo dei giochi in cui ci incontravamo da bambini.

“La Stradina”: Roberto Petterino, Prospero Biondi, Mauro Cometto, Piergiorgio Cerello e Mario Mostini

La nostra scommessa è produrre un vino di alta qualità basandoci soprattutto sulla conoscenza: sull’uso del lievito fresco per caratterizzare il profilo aromatico, delle microvinificazioni per valorizzare la tipicità dei diversi vigneti, dell’affinamento in legno per cercare la struttura ottimale.  Vorremmo fare sempre meglio, vogliamo sperimentare, e quindi le annate non saranno mai uguali tra loro…>>.
Viene prodotto un unico vino, Gattinara Docg, nelle sue versioni annata e riserva. Da uve Nebbiolo (localmente chiamato Spanna). Di seguito i nostri assaggi.



Rusèt Gattinara Docg 2017: Invecchiamento di 24 mesi in barrique usate. Profumi freschi e delicati di frutti di bosco (fragoline), spezie fini, sfumature boschive. Scorre nel palato con grande piacere, piccoli frutti rossi in primo piano, tannini fitti e sottili. Un vino agile, di grande bevibilità, che evidenzia tutti i tratti territoriali della denominazione. Sarà interessante seguirne l’evoluzione riassaggiandolo con qualche anno di bottiglia in più.


Rusèt Gattinara Docg 2016: Invecchiamento di 24 mesi in barrique usate. All’olfatto emergono frutti di bosco rossi (lampone, ribes, fragolina), note ematiche, sottobosco, scorza di agrumi e fiori rossi. Colpisce la “leggerezza”, il sorso raffinato, i tannini fini e setosi e una vena molto sapida e austera che induce freschezza e caratterizza tutta la beva. Ha più struttura, complessità e profondità rispetto al 2017. Già eccezionale adesso promette di crescere e migliorare ancora! Grande esempio di Nebbiolo dell’Alto Piemonte.


Rusèt Gattinara Riserva Docg 2015: Invecchiamento di 36 mesi in barrique usate. Una grande varietà e intensità di profumi: rosa appassita, frutti di bosco maturi, prugna, cenni ematici, balsamico (menta), noce moscata, macchia. Il sorso è sostanzioso e saporito: tamarindo, erbe officinali, ricordi di frutti di bosco, con tannini fini, affilati e una bella acidità. Già alla vista appare di struttura robusta: più corpo e densità rispetto ai precedenti vini (in assonanza con l’annata 2015) fanno capire che siamo in presenza di una riserva.

BADIA A COLTIBUONO
Gaiole in Chianti (SI) | Toscana


Una delle aziende storiche del Chianti Classico, situata a Monti, una frazione di Gaiole in Chianti, Risiede nel comprensorio di una Abbazia millenaria fondata nell’XI secolo dai monaci benedettini, con vigneti locati nel cuore della parte senese del Chianti Classico ad una quota tra i 250 e i 370 metri s.l.m. Dal 1846 appartiene alla famiglia Giuntini/Stucchi-Prinetti, che la gestiscono da sei generazioni. È stata una delle prime aziende ad intraprendere la strada dei vini biologici negli anni ‘90. Si può quindi ben dire che i suoi vini rappresentano perfettamente lo spirito del Chianti Classico, con il loro carattere e tipicità che ne determinano una cifra stilistica riconoscibile e costante nel tempo. Quest’anno a Life of Wine è stata presentata una “orizzontale” dei vini dell’azienda, tutti dell’annata 2011, con l’aggiunta di una Chianti Classico Riserva 2017. Tradizione dell’azienda è quella di fare una “riedizione” delle annate decennali, in special modo per il Chianti Classico. La 2011 ha fama di essere stata una annata calda nel Chianti Classico che, in generale, ha dato origine a vini molto ricchi di estratti ma con non altrettanta freschezza.

Roberto Stucchi Prinetti

Abbiamo chiesto al produttore se questa valutazione generale poteva o no riguardare anche i suoi vini, questa la risposta: << con questo tipo di annate (che ormai stanno diventando la regola..) bisogna essere molto più “leggeri” in vigna: non si dirada, non si defoglia, inoltre con la gestione biologica, i sovesci, anche le viti e il terreno stanno “imparando” a trattenere l’acqua, a gestire l’umidità in modo da mantenere in salute la pianta anche nei periodi di grande siccità. Per le nostre vigne la 2011, benchè caldissima, è stata un’annata eccezionale, con ottima uva; il clima caldo ha indotto un anticipo della vendemmia, un po’ di grandine prima della fioritura ha provocato una “vendemmia verde” naturale ma senza danni per l’uva rimasta sui grappoli, risultata di una qualità fantastica. Molto importante in queste annate anche la selezione massale, che permette di “estrarre” da ogni vigna le uve migliori, magari diverse per ricchezza fenolica e che proprio per questo contribuiscono a realizzare dei vini molto equilibrati.>>

Ci siamo quindi con curiosità “immersi” nella degustazione dei vini presentati.
Queste le nostre impressioni su quelli che più ci hanno colpito.


Chianti Classico 2011. Da uve Sangiovese in prevalenza, con un saldo di Canaiolo, Colorino e Ciliegiolo. Invecchiamento in legno grande 12 mesi. Bella purezza espressiva all’olfatto: speziato (pepe nero), sottobosco (corteccia, radici), fiori e frutti rossi. Nel palato scorre morbido, succoso, perfettamente integro, frutto rosso molto elegante (ciliegia, fragola), tannini fini e vellutati, estrema pulizia che caratterizza tutto l’assaggio.

Chianti Classico Riserva 2011. 90% Sangiovese, 10% uve complementari. Invecchiamento in legno grande 24 mesi. Colore abbastanza denso, rubino con riflessi granati. Frutta rossa matura (amarena) e sotto spirito, frutti di bosco (lamponi, ribes rosso), incenso, spezie dolci; profumi molto integrati e omogenei. Al gusto è molto saporito e profondo, ha una bella sapidità che insieme ad una leggera pungenza trasmette freschezza ed equilibra la beva.


Sangioveto Toscana Igt 2011. Le uve, Sangiovese in purezza, provengono dai vigneti più vecchi, locati a quote più basse dove le condizioni pedoclimatiche danno origine a una materia prima più ricca di estratti. L’invecchiamento avviene in barrique. Ne risulta un vino di maggiore ricchezza glicerica, più strutturato rispetto ai precedenti. Profumi intensi di iris e viola, spezie dolci (vaniglia). Il sorso è corposo, rotondità e morbidezza sono la sua cifra stilistica.

Abbiamo concluso il nostro tour di assaggi festeggiando l’evento con una conviviale e interessantissima cena all’Osteria Poerio di Monteverde a Roma, organizzata da Roberta Perna e Maurizio Valeriani, dove hanno partecipato diversi produttori presenti a Life of Wine (portando al seguito una folta rappresentanza dei loro vini!).



Abbiamo avuto modo di scambiare con i produttori pareri sui vini della serata, capire meglio il loro approccio al “fare” il vino e che cosa loro si aspettano di trovare nel bicchiere quando giudicano un vino. Ci siamo divisi in diversi tavoli, ognuno composto da un mix di produttori e rappresentanti del gruppo Vinodabere. Personalmente ero nel tavolo con Salvatore Molettieri, uno dei padri del Taurasi, che ha contribuito in modo determinante alla conoscenza e alla crescita qualitativa dell’Aglianico Irpino, ci siamo confrontati con lui e il figlio Luigi sulle tante annate di Taurasi presentate all’evento. Era al nostro tavolo anche Antonio Marras dell’azienda Fradiles che si trova nella storica terra del Mandrolisai, al centro della Sardegna. Le vigne dell’azienda raggiungono anche gli 80-100 anni d’età e danno origine a rossi con un profilo speziato di estrema finezza ed eleganza, che ci hanno ricordato i rossi del Rodano.

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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