A dicembre, presso l’Antico Mercato della città siracusana, ha avuto luogo “Vinacria – Ortigia Wine Fest”, una tre giorni pensata dall’Associazione Culturale Godot. “Il nostro obiettivo è stato quello di valorizzare le eccellenze enologiche del territorio, creando un ponte tra produttori, esperti del settore e appassionati per offrire uno spazio di confronto e scoperta” – dichiara l’ideatrice dell’evento Giada Capriotti insieme al socio Silvano Serenari, promotori della manifestazione.
Silvano Serenari, Giada Capriotti ed il sindaco di Siracusa Francesco Italia
Anche i numeri di questa prima edizione, 60 produttori di vino e 13 masterclass, sono lusinghieri ed hanno permesso ai partecipanti di farsi un’idea dello stato dell’arte della vitivinicoltura della Sicilia.
Interessante l’incontro con i giovani produttori (Generazione Next) che ha dato modo di aprire il dibattito sul linguaggio, per certi versi un po’obsoleto e da rivedere, della comunicazione del vino e di capire come con entusiasmo le nuove leve possano cambiare il mondo della produzione.
Giada Capriotti con i produttori di Generation Next
Il focus sull’Etna Bianco, con le differenze all’interno del territorio ben spiegate da Salvo Ognibene ed Emanuele Gobbi, almeno per quel che ci riguarda, ha dato l’ennesima prova, in termini di vini degustati, che, almeno per il momento, ed in assenza di uno storico significativo, si sia buttato un po’ troppo il cuore oltre l’ostacolo parlando di longevità della tipologia (ne avevamo già parlato qui).
Salvo Ognibene ed Emanuele Gobbi
La Masterclass sui vini rosati, condotta dal preparatissimo Raffaele Mosca, ha dato prova della potenzialità della Regione nella produzione di questa tipologia senza cadere nella banalità di vini troppo poco ricchi di colore e senza emulare i cugini d’Oltralpe. In particolare ci hanno impressionato per carattere e profondità di beva il Nerello Mascalese Rosato Camelie 2022 di Stanza Terrena (ed anche gli altri vini dell’azienda degustati ai banchi d’assaggio si sono rivelati realmente convincenti) ed il Turi Rosato 2023 di Salvatore Marino.
Raffaele Mosca
Ma tante altre sono state le occasioni di assaggio interessanti, come i vini delle aziende Marco De Bartoli (straordinari), Alessandro Viola (sorprendenti), Frank Cornelissen (di personalità), Cantine di Nessuno (identitari), Alessandro di Camporeale e Cristo di Campobello (eleganti), Cantina Marilina (coraggiosi), Palmento Costanzo, Pietradolce e I Custodi delle Vigne dell’Etna (vulcanici), Masseria Setteporte (avvolgenti).
In conclusione, l’obiettivo degli organizzatori ci sembra sia stato raggiunto, aspettiamo quindi con curiosità le novità della prossima edizione.
Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.
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