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Toscana – Un assaggio di… Rosambra il nuovo rosato di Tenuta di Arceno

Il nuovo rosato di Tenuta di Arceno, Rosambra, Igt Toscana 2024, da uve Sangiovese, fa centro pieno, in bellezza, bontà e fascino. L’azienda è una delle più note in Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga, ma ve la andiamo a raccontare dopo l’assaggio.

Degustato in una fresca giornata estiva, come aperitivo, Rosambra ha accompagnato piacevolmente la serata. Ha un colore acceso, un rosa cerasuolo intenso e brillante. I tre mesi in acciaio inox lo aiutano nella resa dei sentori, tipici e puliti. Il contatto soffice con le bucce e infine il riposo in bottiglia ne definiscono i contorni. Profumi che si susseguono in un’affascinante complessità, dalla nota di lampone a un sentore agrumato di pompelmo rosa, mai troppo acceso. Si veste poi di ribes, melagrana e nespola. Si affacciano note di cosmesi e un richiamo alle erbe speziate e macchia mediterranea. Al gusto emerge una lieve nota dolce sorretta da piacevole freschezza. Un’armonia sensuale invade il palato per finire con le note minerali che sostengono la morbida eleganza. Degustando questo vino, pervade una sensazione che riporta ai dolci declivi collinari della Toscana, le vigne bagnate dal sole e ingentilite da notti fresche.

L’azienda

Con Tenuta di Arceno siamo a Castelnuovo Berardenga nella parte più meridionale del Chianti Classico, tra i 300 e i 650 metri di altitudine, dove regnano ampia ventilazione e giuste esposizioni al sole.

L’azienda vanta antiche tradizioni, dai sapienti etruschi ai nobilissimi Piccolomini portatori di classe ed eleganza, è un racconto che non ha mai avuto pause.

Fino al 1994, anno della grande innovazione grazie a un personaggio bizzarro e geniale, il milionario uomo d’affari Jess Stonestreet Jackson, che ha comprato l’azienda con i suoi 1000 ettari di terreno, di cui 90 vitati, insieme alla moglie Barbara Banke, annettendo la proprietà alla Jackson Family Wines che estende i suoi confini in ogni parte del mondo, dal nord America al Cile, alla Francia, Sud Africa e Australia con una produzione media di 60 milioni di bottiglie. Jess Jackson è re dello Chardonnay e del Pinot Nero dell’Oregon, di cui la moglie Barbara è profondamente appassionata.

Credere nel Chianti Classico non è stato difficile per Jackson, uomo dalle grandi facoltà economiche. Ha fatto costruire strade per giungere là dove era impossibile arrivare, ha acquistato un bosco in Francia da dove far arrivare i legni per la tonnellerie di sua proprietà. Ha creduto nei microcru, andando a fare un lavoro certosino di zonazione e esaltazione di ogni microparticella, grazie al lavoro instancabile di due enologi di eccellenza, Pierre Seillan e Lawrence Cronin. Dagli anni ’90 sono stati reimpiantati 112 ettari di vigneto in 100 parcelle diverse tra blend bordolesi, per produrre i cosiddetti Supertuscan, cominciando nel 1997 gli impianti di Sangiovese (oltre 20 i cloni selezionati), per una produzione media di 400 mila bottiglie. Ad oggi la filosofia produttiva punta al monovarietale a scapito del blend bordolese, e il top di gamma è Arcanum che viene fatto da 12 vigneti diversi. Gli ettari comprendono, oltre al Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit Verdot.

Gli assaggi degli altri vini ci hanno ulteriormente convinto sulla coerenza in vigna e cantina anche dopo la morte di Jess Jackson, e sulla capacità della moglie di gestire l’azienda sempre a buoni livelli di qualità sul mercato.  La cura del potenziale espressivo del terroir è il filo conduttore di una ricerca maniacale sulla gestione di ogni parcella, secondo le sue caratteristiche con vinificazioni dedicate e attente.

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Classe 1976, mi laureo in filologia classica alla Sapienza di Roma. Da sempre appassionata alla storia antica e alle lingue classiche, inizio a scrivere per giornali e testate online fin da molto giovane, occupandomi di costume e spettacoli. Divento prima pubblicista e poi professionista nel 2024, occupandomi di vino dal 2019, quando inizio a curare la rubrica Sulla Strada del Vino insieme al mio collaboratore Massimo Casali. Non ho ancora un blog e scrivo per chi ha voglia di approfondire e capire il vino non solo come consumatore, convinta che questo settore possa aprire scenari e mondi magnifici e inaspettati.

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