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Copyright Az. Agricola Spadafora dei Principi di Spadafora

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Sicilia – Spadafora, degustazione da Principi

In questo periodo di pandemia, le occasioni per condividere esperienze sul mondo del vino, continuano ad essere possibili grazie ai vari applicativi che internet ci mette a disposizione.
Questa volta, la comunità del Vino, ha avuto la possibilità di incontrare virtualmente le persone collegate alla Azienda Agricola Spadafora dei Principi di Spadafora.

In questo evento via Zoom, ottimamente organizzato dalla terza generazione rappresentata da Enrica Spadafora, nella settimana del Merlot (Merlot Week per gli anglofoni), ci siamo intrattenuti con il padre Francesco, che ha narrato la genesi dell’azienda ereditata dal padre Pietro dallo zio Michele De Stefani.

Francesco ed Enrica Spadafora

La località in cui si trovano gli impianti agricoli si chiama Contrada Virzì situata tra i 200 e i 400 metri  s.l.m. e ricade nella parte più a Sud del comune di Monreale, territorio vastissimo, tanto che come riferimenti geografici è meglio prendere Camporeale, qualche chilometro a nordest, se non addirittura Alcamo  facendolo di fatto ricadere nel cosiddetto Triangolo d’oro.

Virzì si trova a 16 Km dal mare (a nord) che, a buon sentire di Francesco, riesce comunque ad influire su questa vasta area vitata (circa 100 Ettari).

La vastità di tali impianti li espone a eterogenee colture che spaziano dal Syrah al Grillo, allo Chardonnay (vinificato anche in versione spumante), passando per il Merlot, il Nero d’Avola e il Cabernet Sauvignon. Ed altrettanto eterogenee risultano le esposizioni e le nature dei terreni, su cui insistono gli impianti.
L’azienda, come è oggi, nasce nei primi anni ’90, quando inizia la vera startup con prove di vitigni e selezioni di barbatelle e impianti, e con il supporto di Giacomo Tachis, sono nati una serie di vini che venivano messi in bottiglia per la commercializzazione. Prima di allora era una azienda che conferiva uve o produceva vino sfuso.

Ma lasciamo stare i seppur importanti preamboli ed entriamo nel vivo dell’incontro svoltosi il 25 Febbraio: i protagonisti di questo convivio, seppur virtuale, sono l’ultimo vino messo in commercio dall’azienda, ovvero il Merlot 2016 Selezione Limitata e quello che è da considerarsi uno dei padroni di casa: il “Don Pietro dedicato a...”

Retro etichetta Don Pietro 2016

Il Don Pietro, è il vino messo in bottiglia in onore d Pietro Spadafora, probabilmente il primo taglio quasi bordolese in Sicilia (1991), composto da un assemblaggio di Nero D’Avola, Merlot e Cabernet Sauvignon, rispettivamente nelle proporzioni di 40%-30-30 circa.
Al naso, vi si trovano sentori di pomodoro e peperone, mentre al sorso spicca subito una freschezza che non ti aspetteresti da un vino che riporta 14 gradi alcolici in etichetta e che viene da rese per ettaro sui 40 quintali. Molto   equilibrato presenta un lungo finale di bocca.
L’acidità è stata oltremodo apprezzata dal sottoscritto nel pranzo antecedente l’incontro, accompagnando un “semplicissimo” spaghetto condito con datterino a crudo, olio di Nocellara del Belice prodotto negli stessi appezzamenti degli Spadafora e ricotta infornata tenera. L’abbinamento è veramente riuscito, grazie al vino che ha ben tenuto testa alla grassezza della ricotta infornata.

retro etichetta Merlot Selezione Limitata 2016

Ma veniamo all’ospite principale della Merlot Week: il Merlot Selezione Limitata prodotto solo in 7000 bottiglie. Al naso rivela sentori di ricco tabacco trinciato, mentre la beva presenta anche qui, una discreta freschezza con frutta di bosco in centro bocca, facendo trasparire una struttura non comune.
La struttura è veicolata grazie all’utilizzo del clone R12 che partecipa all’assemblaggio, insieme alla massa riconducibile ad altro clone francese. L’annata di esordio è la 2016, ma già sappiamo che la 2017 e la 2018 non verranno prodotte. Aspetteremo il debutto anche della 2019, che qualche insider definisce già notevole.

Un’altra chicca visibile nella retro etichetta di questo “nuovo” vino è la parola Liebe (Amore) in onore della moglie del produttore di nazionalità tedesca.

Don Pietro 2016 e Merlot Selezione Limitata 2016

Ambedue  i vini rispecchiano la filosofia del produttore, ovvero rendere agile la beva tramite la freschezza, raccogliendo l’uva coltivata biologicamente ad agosto-iniziosSettembre, senza sovraestrarre mosto dalle uve ed utilizzando il cemento sia in fase di fermentazione (mosto), che di invecchiamento dopo la svinatura. Il Merlot in realtà fa anche 1 anno in acciaio.
Questa filosofia permette di non doversi fermare al cosiddetto “primo bicchiere”, come sovente avviene in presenza di alcuni dei cosiddetti “Merlottoni” protagonisti degli anni ’90, ma continuare fino alla fine della bottiglia, come successo a chi scrive, durante le quasi 2 ore dell’incontro. Tutti i vini riportano in etichetta anche la parola schietto, come filo rosso di tutta la linea.

Francesco, malgrado possa vantare titoli nobiliari, si è orgogliosamente definito “Viddano” in puro dialetto siciliano, ovvero persona compenetrata alla lavorazione della terra; termine da non confondere con la semplicistica traduzione in italiano (villano) ed utilizzata nell’uso comune, per indicare persona che si distingue per poca educazione.

Ulteriore menzione merita il campione di olio degustato a pranzo e prodotto da Francesco utilizzando la tipica varietà siciliana del Nocellara del Belice, che rende l’orgoglio del produttore ancora più vivido, in quanto questo prodotto è ancor più del vino, direttamente riconducibile alla terra, a cui con passione si dedica. Il colore è verde vivissimo, i profumi delicati riconducibili al Nocellara, mentre al gusto si fa ancora avanti il “verde” con sentori di erba tagliata ed erbe aromatiche. Il gusto è amaro, leggermente piccante, come si addìce ad un olio schietto al pari dei vini assaggiati.

Olio Nocellara del Belice

Olio Nocellara del Belice

Che dire, aspetterò con pazienza il transito di questo periodo che non agevola il nostro “errare per vigne”, per recarmi su queste splendide vallate dell’Azienda Spadafora, per assaggiare i Syrah nelle varie versioni (Sole dei Padri, Siriki, Bio) ed i vari Grillo, Cataratto nelle varie versioni in purezza o in assemblaggio per finire con quell’Amnesia che deve essere capitata a Francesco, visto che raccogliere il Cataratto ed il Grillo a Ottobre deve essere veramente un’impresa.

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Approccia il mondo del vino seguendo corsi di avvicinamento nel 2003. Già da quegli anni partecipa a manifestazioni enologiche come visitatore assiduo. Inizia poi a collaborare nei panel di assaggio della guida "vini buoni d'Italia" per varie regioni, per poi passare per un paio di anni in Slowine per la regione Sardegna. Nel biennio 2016/2017 entra nell'organizzazione e nel panel di assaggio dei "I vini dell'Espresso". In questi anni ha partecipato alle più importanti anteprime di vini per la stampa. Negli ultimi anni partecipa come giurato in vari concorsi quali Grenache du Monde, Radici del Sud, Lucio Mastroberardino. Dal 2018 partecipa al progetto di alcune testate giornalistiche. Oltre che cultore del mondo del vino lo è anche del mondo dei whisky

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