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Roma Whisky Festival 2024 – Un successo annunciato per l’evento che celebra il Re dei distillati

Grande affluenza di pubblico e operatori per l’evento più atteso dell’anno dai whisky lovers romani. Si è svolta il 24 e 25 febbraio la XII Edizione del Roma Whisky Festival, una manifestazione consolidata ormai da molti anni nella capitale e che rappresenta l’Eldorado per gli amanti del Re dei distillati – Il Whisky – ma che progressivamente ha “aperto” le sue porte anche ad altri distillati come rum e brandy ed a spazi dedicati alla mixology o al food & beer.
Tra le novità di quest’anno la nuova Area Vintage, dedicata agli imbottigliamenti d’epoca. Progetto nato dalla collaborazione con Oro Whisky Bar, ha offerto agli intenditori la possibilità di “entrare in contatto” con etichette rare e particolari, ne citiamo una per tutte: un Port Ellen del 1979.
Una kermesse come questa, con oltre 60 stands, centinaia di etichette, più masterclass ed eventi vari, richiederebbe molto più dei due giorni canonici per un’esplorazione “approfondita” dei prodotti in esposizione. Proviamo a darvi una sintetica panoramica di alcuni degli assaggi effettuati, cercando di evidenziare novità e marchi ancora poco noti al grande pubblico, oltre a qualche bottiglia di maggiore notorietà e indiscusso valore.

Nell’ambito delle novità o di prodotti di nicchia abbiamo assaggiato con piacere alcuni whisky prodotti da distillerie  italiane, il cui numero sta progressivamente crescendo negli ultimi anni (oggi sono circa 14 le distillerie italiane che producono whisky, cit. whiskyclub.it), con prodotti che tendono a evidenziare una impronta territoriale e quindi a diversificarsi dagli stili tradizionali dei più blasonati whisky scozzesi, irlandesi, americani o giapponesi.



Iniziamo con il “Whisky from Sardinia” a marchio Silvio Carta. Un whisky di tipo single malt, con 4 anni di invecchiamento e 43,7 gradi alcol, tutto “made in Sardegna”, partendo dal cereale fino all’imbottigliamento. Ne abbiamo parlato recentemente e in dettaglio nel bell’articolo di Pino Perrone, realizzato a valle di una degustazione del gruppo di Vinodabere (link). Il fattore che più lo caratterizza è la maturazione e l’affinamento in vecchie botti di castagno che hanno contenuto la Vernaccia di Oristano. Ha sentori che ricordano la mandorla amara, la melassa, lo sherry e il malto, con toni affumicati, cenni salmastri e note vinose che ricordano la Vernaccia. La bocca combina forza e morbidezza, con aromi coerenti con il naso e un finale agrumato e speziato, con una certa potenza alcolica.



Rimaniamo ancora in Sardegna per descrivervi EXMU – Italian Single Malt Whisky – Spirit of Sardinia. Alessandro Cossu e Simona Ruda lo producono nella loro azienda agricola, trasformatasi nel 2018 anche in birrificio artigianale e poi in distilleria. Questo whisky (come illustrato in un recente articolo (link) è realizzato distillando il cereale con una filiera di produzione tutta sarda. Invecchiato tre anni e mezzo, viene prodotto in due versioni, distinte per le diverse botti utilizzate: un single cask di virgin oak ed un single cask di ex-bourbon con 45,5 gradi alcol, quest’ultimo è quello che ci è piaciuto di più. All’olfatto emerge una leggera pungenza alcolica, con cenni floreali e vegetali, di legno, vaniglia e prugna. In bocca rivela una beva piuttosto accattivante, un sorso levigato, rotondo, con ricordi di prugna, ciliegia sotto spirito, leggero agrume e caramella alla frutta, con finale pepato. Whisky gradevole di buona complessità.



Passiamo poi ad un whisky “di montagna”, l’eRètico – Italian Single Malt Whisky, prodotto a Termeno dalla distilleria Psenner, conosciuta per le sue grappe ed acqueviti di frutta  ed è stata anche la prima a produrre un single malt tutto italiano. l’eRètico viene prodotto in tre tipologie che si differenziano per i legni delle botti: maturano tutti e tre in parte in piccole botti ex-grappa e in parte, rispettivamente, in ex-sherry, ex- gewurztraminer ed ex-amarone. Ci è piaciuto il 7 anni, affinato in ex- Gewürztraminer, 47% gradi alcol. All’olfatto ha sentori tipici della grappa in purezza (fiori – rosa, gelsomino – e frutta bianca), molto puliti, cui seguono note di liquirizia ed erbe alpine. Al gusto dominano ancora gli aromi di frutta dolce (cedro, uva passa), affiancati da spezie dolci e torta natalizia. Un whisky caratterizzato dagli aromi della botte ex-grappa, ma questo è proprio quello che volevano i produttori.




Ancora una distilleria dell’Alto Adige, Puni, la prima distilleria italiana che ha prodotto un whisky (cit. whiskyfacile.it). Il primo rilascio è avvenuto nel 2015 (un blended whisky). Oggi ha tre linee di produzione per un totale di 10 imbottigliamenti che spaziano dal single grain ai single malt. Tra le etichette in assaggio ci ha colpito il PUNI ARTE Limited Edition 04 – single malt, 48% gradi alcol. Invecchiato per 5,4 anni in botti di ex- merlot. È stato distillato in un alambicco che aveva precedentemente operato con malto torbato, subendo per “strascico” una leggera torbatura. Profumi di legno di sandalo, mallo di noce, con note vinose e leggero fumo. Nel palato ha spessore, si avverte il calore dell’alcol che sale, bilanciato da aromi amaricanti, speziati e cioccolatosi. Whisky di interessante profondità gustativa.



Tra i marchi più conosciuti segnaliamo un whisky raro, di una delle distillerie più cult del momento: uno Springbank 21 anni della regione di Campbeltown, che abbiamo potuto degustare grazie alla cortesia di Max Righi, uno dei nomi più conosciuti nel mondo del whisky: esperto selezionatore, imbottigliatore, rivenditore e collezionista.
Springbank 21 yo – single malt, 46% gradi alcol. Invecchiato in botti di ex-sherry ed ex-porto. Complesso ed elegante, all’olfatto emerge subito una liquirizia intensa, poi rovere, camomilla, miele e agrumi, con una leggera nota salmastra e affumicata (il malto ha una torbatura di circa il 10%). In bocca è armonico, vellutato, con aromi integrati di crema pasticciera e vaniglia, torna la liquirizia dolce, poi canditi e frutta secca. Nel finale rimane una piccantezza di zenzero e peperoncino, accompagnata da ritorni cremosi con cenni di cacao amaro.



Non poteva mancare inoltre un breve “ripasso” del recordman dei whisky torbati, l’Octomore, degustato in una delle ultime release, la 14.1, significativamente diversa (come tutte quelle degli ultimi anni) dalla versione 08.3 che stupì all’epoca gli amanti della torba con i suoi oltre 300 ppm dichiarati. In questo caso si è privilegiato l’equilibrio e l’eleganza, che conducono ad una maggiore bevibilità.
Octomore 14.1 – 59,6 gradi alcol, 128,9 ppm. Invecchiato 5 anni in botti di ex-bourbon first fill, imbottigliato a grado pieno. Il naso conferma la tipica dualità dolce-affumicato del brand, con sentori di vaniglia, miele, pera e toffee, affiancati da note affumicate e di barbecue. La beva è ovviamente potente, emergono la torba e la fuliggine, ma l’alcol rimane sotto controllo per una beva comunque elegante, con aromi che richiamano gli agrumi, le spezie dolci e la frutta bianca.

Negli stands di Spirits & Colori il direttore commerciale e marketing Gabriele Rondani ci ha gentilmente guidato nella degustazione di alcuni whisky appartenenti alla vasta serie di prodotti dell’azienda. Vi diamo una breve descrizione di quelli che più ci hanno impressionato:


The Ultimate Glenlivet 2007, 12 yo – 64,8 gradi alcol. Single malt, single cask e cask strenght, distillato in una delle più importanti e storiche distillerie dello Speyside (Glenlivet), maturato in botti ex-sherry e imbottigliato da uno dei più conosciuti independent bottlers (The Ultimate Whisky Company ha tutte le bottiglie numerate e su ogni etichetta è possibile vedere immediatamente la data di distillazione e imbottigliamento, l’età effettiva, il tipo di botte e il numero di botte). Profumi di arancia, frutta secca, spezie dolci, cioccolato fondente e sherry. Grande piacevolezza al primo sorso, note dolci e fruttate, armonico, suadente, l’alcol perfettamente integrato. Aromi di uva sultanina, fichi secchi, dattero, prugna, malto. Finale piccante da zenzero e pepe bianco, con ricordi di caramello e noce moscata.



Wolfburn Cask Strenght 7 yo – 58,2 gradi alcol. Single malt, invecchiato in botti di ex-bourbon e sherry oloroso, imbottigliato a grado pieno. La giovane (attiva dal 2013) distilleria di Wolfburn si trova a Thurso, nella punta più a nord della Scozia (isole escluse). L’ingresso al naso rivela una leggera torba, secca e terrosa, seguita da note di malto, vaniglia, caramello, con cenni di rovere e sherry. In bocca prevalgono aromi dolci e cremosi di cioccolato fondente, pasticceria, caramella alla frutta, cannella. Finale equilibrato, con ritorni di aromi vanigliati, spezie e leggera affumicatura.





Tra le varie masterclass che si sono svolte durate il festival ricordiamo con piacere quella tenuta da Fergus Simpson, Global Brand Ambassador dell’imbottigliatore indipendente Duncan Taylor – azienda detentrice di una delle più grandi collezioni private di botti di whisky scozzese rare e vintage nella sua sede ad Huntly, in area Speyside -, che con la sua didattica spiritosa e coinvolgente ci ha guidato nella degustazione dei seguenti prodotti.

Glentauchers 14 yo – cask strenght, 54,6 gradi alcol. Distillato nella omonima distilleria dello Speyside e invecchiato in botti di ex-sherry oloroso. Profumi dolci di fichi secchi, dattero, cannella, pera matura e miele. Al gusto rivela aromi coerenti con il naso, è morbido, vellutato, con un finale dolce (amarena sotto spirito, zibibbo) e piccante (zenzero e pepe) ed una leggera affumicatura.


Black Bull 21 yo – 50 gradi alcol. Un blended scotch whisky (55% malto, 45% grano) invecchiato in botti di ex-bourbon ed ex-sherry. Sentori di vaniglia, agrumi, miele di acacia e crème brûlée, con nuance balsamiche. È dolce, levigato, ha sapori di spezie dolci, meringa, caramella al miele, zibibbo e pepe nero. Il finale ricorda il miele, la pera matura, la prugna secca, molto persistente e accattivante.


Kyloe Blended scotch, NAS (maturazione dai 5 agli 8 anni) – 50 gradi alcol. Un blended scotch whisky di malto (in prevalenza) e grano, affinato per il 15% in botti ex-Islay (di whisky molto torbato). Al naso risaltano i cereali, subito seguiti da toni salmastri e di torba leggera ed infine da note dolci di vaniglia e frutta. Al gusto è più semplice, tornano i toni fruttati, di miele, con note tostate.


Battlehill Highland Park 11 yo – 53,7 gradi alcol. Un single malt distillato nella storica Highland Park Distillery, nelle isole Orkney. Invecchiato in botti di quercia e affinato in ex-sherry. Profumi eleganti, floreali, di agrume, di vaniglia e miele, con note costiere, leggeri sentori torbati e di cenere. In bocca ritornano gli agrumi, il miele, la vaniglia, per un finale persistente di pepe bianco e fumo. Un whisky raffinato ed elegante.


Benriach Peated 10 yo – 54,7 gradi alcol. Un distillato single malt della nota distilleria Benriach, nello Speyside, invecchiato in una singola botte ex-sherry, imbottigliato a grado pieno. Molto variegato al naso: spezie dolci, zibibbo, sherry, frutti rossi, note decise di torba, cenni di barbecue e cuoio. In bocca è carnoso, intenso, con ricordi di uva passa, prugna, fichi secchi e zenzero. Il finale è lungo con note dolci e l’affumicato in primo piano. Un distillato ricco, complesso e raffinato.

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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