Là dove tutto è nato a Poggio della Dogana. Proprio così inizia il racconto di due fratelli e della loro avventura partita da un piccolo podere al confine tra Castrocaro Terme e Terra del Sole, che li ha portati oggi all’acquisizione dei Ronchi di Castelluccio (Link). In realtà la forte unione di Aldo e Paolo Giovanni Rametta ha radici ben profonde, suggellate dalla dolorosa perdita della sorella Caterina che ha stretto come non mai i germani di Ravenna. Infine si sono aggiunte le forti radici romagnole, quelle del coltivare con le mani ed il sudore la vigna come faceva il loro babbo da ragazzo.
Resto colpito da questo tipo di legami familiari, in un mondo piuttosto avaro di sentimenti e buoni propositi. Certo senza il supporto della famiglia Bordini sarebbe stato molto difficile cimentarsi, pur con passione, in tale impegnativo lavoro. Aldo e Paolo però qualcosa lo masticavano da tempo, occupandosi con successo di energie rinnovabili nel settore produttivo agricolo. I terreni dell’areale soffrono a grandi tratti l’andamento climatico con evidenti (ed innegabili) innalzamenti di temperature e contemporanee riduzioni di precipitazioni piovose. Bisogna avere maggiori accortezze sia in vigna che in cantina, e ci si è riusciti con la maestria di Francesco Bordini esperto conoscitore del territorio e delle varietà coltivate. Ai primi 9 ettari del corpo aziendale si sono aggiunti altri 11 nella sottozona Brisighella con alture ed esposizioni totalmente differenti.
Lì la ferocia dei calanchi marnosi grigi, complessati da inserti calcarei e sabbiosi, si contrappone alle dense argille azzurre di Castrocaro e Terra del Sole per vini che giocano più su note verticali, sapide e meno potenti di altri. Vinificando separatamente le varie parcelle, Poggio della Dogana è tra i pochi a poter offrire prodotti con diverse menzioni geografiche in etichetta da comparare negli assaggi di giornata. Albana e Sangiovese di Romagna trovano casa dai Rametta, il primo espressione della alture di Brisighella che lo aiutano a trovar equilibrio; il secondo gioca su tanti campi a seconda dei cru. Interessante la veste grafica delle etichette, copia di alcune opere del trisavolo Silvio Gordini, ex direttore delle Belle Arti a Bologna.
Romagna Albana Secco Docg Belladama – assaggiato sia nella versione 2020 che 2021. Due facce della stessa medaglia, segno che non esistono vini buoni scissi dalle maturazioni di partenza. La 2021 non è stata semplice, ancora interlocutoria e chiusa a riccio su sé stessa. Abbiamo avuto qualche esempio eccellente, ma poche rondini non è detto che facciano primavera. In generale con la 2020 ti diverti grazie ad equilibrio e piacevolezza di beva, che esaltano il potenziale di un’uva meravigliosa. Sosta solo in acciaio per 8 mesi a contatto con le fecce fini. Fiori di zagara, albicocca, nespola ed erbe aromatiche a profusione. Tipica ed espressiva.
Romagna Sangiovese Superiore 2020 I Quattro bastioni – non vale quanto sin qui asserito per i vini bianchi. Il Sangiovese di Romagna 2020 esce spesso criptico all’assaggio, necessitando attesa per decifrarlo in maniera corretta. Buona la ciliegia matura, condita da un tocco di pepe nero e tanta balsamicità. Tannini da rivedere.
Romagna Sangiovese Superiore Riserva 2017 Poggiogirato – sublime. Ha tutto ciò che abbiamo raccontato del campione precedente, ma con tannini semplicemente perfetti e saporiti. Lunghezza finale tra sbuffi di torrefazione e spezie scure eleganti. Un nativo di lusso.
Romagna Sangiovese Brisighella 2020 Arlesiana – ancora un bimbo carico di troppa estrazione di frutto che copre le altre sfumature. Al momento bisogna soprassedere l’esame, dimostrando comunque una struttura complessiva più discreta rispetto ad omologhi di pari grado.
Romagna Sangiovese Castrocaro e Terra del Sole 2018 Santa Reparata – alziamo le mani per un campione di razza frutto di una stagione ricca di soddisfazioni che porterà la cantina ad ottenere numerosi riconoscimenti. Un autentico Sanzves romagnolo, godurioso ed avvolgente, dagli abbinamenti gastronomici infiniti. Succoso e ardito nelle nuance di piccoli frutti di bosco, noce moscata, tabacco biondo e salinità in chiusura.
Dulcinea Vendemmia Tardiva 2020 – chiudiamo con due particolarità uniche nel loro genere. La prima è una vendemmia tardiva da Albana in purezza. Realizzato in rare occasioni. Verve agrumata di impatto iniziale, con note di pesca matura e confettura di albicocche. Chiude con delicatezza su riverberi di macchia mediterranea e fiori bianchi.
Vermouth Rosso Beldemonio – bello concludere la visita con una novità assoluta di inizio 2022. Un Vermouth Rosso alla romagnola, piacevole e divertente, da utilizzare nella mixology o da solo, naturalmente in buona compagnia. Là dove tutto ebbe inizio.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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