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NON SOLO WHISKY e il whisky è meno solo – Degustazione prodotti Duncan Taylor

Conosciutisi a un corso tenuto dallo scrivente, Arnaldo Maggiora Vergano e Lorenzo Giovannetti sono gli ideatori di Non Solo Whisky, il canale YouTube sul whisky, con qualche incursione in altre bevande idroalcoliche, più seguito al momento in Italia. Esattamente cinque anni fa il primo video con Arnaldo (Lorenzo si unirà appena quattro mesi dopo) e oggi i contributi sono diventati oltre 500, con più di 4000 persone iscritte al canale.

La necessità nasce dalla percepita lacuna di un canale video italiano dedicato al whisky. A esser sinceri non avremmo mai speso uno zloty sul successo di questi due indisciplinati nostri ex alunni, e se qualcuno non apprezza il loro operato sappia che in parte ne siamo responsabili, quantomeno per averli fatti incontrare. Scherzi a parte, in brevissimo tempo hanno conquistato la simpatia (consentitemi di aggiungere in parentesi quella tipica romana) del pubblico e delle aziende di settore. Ci sono riusciti soprattutto in una maniera: dandosi molto da fare nella divulgazione. Ma è noto che la passione (più correttamente Silvano Samaroli ci ha insegnato che a certi livelli non si tratta di essa ma di amore, privo di risvolti negativi) è un carburante infinito in questo senso.

Ma c’è dell’altro, e ha a che fare con l’approccio di base, volutamente semplice, alla portata delle persone comuni e portabandiera del reale principio che storicamente ha accomunato gli amanti di questo distillato: la convivialità e la condivisione. In questo Non Solo Whisky è in controtendenza con il fenomeno dei geek che ahimè ha attecchito pure in questo campo, lesionando lo spirito primigenio del whisky.

Di Arnaldo e Lorenzo si è accorto anche chi in Italia organizza manifestazioni di spessore sul whisky e sul rum, consentendo che partecipino come “voce” narrante in diretta del loro evento. La novità è che Non Solo Whisky è da poco diventata associazione.

E per celebrare e pubblicizzare la sua nascita si è svolta presso il White Rabbit di Roma, una degustazione concernente alcune selezioni dell’imbottigliatore indipendente Duncan Taylor & Co. che in Italia è distribuito da Spirits & Colori by Vino & Design.

Fergus Simpson – Whisky Ambassador Duncan Taylor

L’azienda nasce il 27 maggio 1938 grazie al commerciante ebreo di New York, Abe Rosenberg, appassionato conoscitore e collezionista di whisky, che decide di recarsi a Glasgow per dare una svolta all’interesse più grande della sua vita. Sebbene di piccole dimensioni, in breve tempo diventa uno dei più stimati broker e commercianti di whisky in Scozia, selezionando le botti più pregiate provenienti dalle migliori distillerie. Alla morte di Abe avvenuta nel 1994, le botti erano oltre 4000, una delle più grandi collezioni private di whisky vintage e rare esistenti.

Euan Shand

Scomparso Abe la direzione dell’azienda passa a Euan Shand che otto anni dopo, nel 2002, decide di trasferire la sede a Huntly nello Speyside, a metà strada fra le distillerie Knockdhu e Ardmore, per aver più spazio e maggiore comodità, e contemporaneamente cessa l’intermediazione di botti di whisky fra le distillerie e gli imbottigliatori per concentrarsi sulla produzione e commercializzazione di propri marchi.

 

Venendo finalmente alla piacevole serata, questi sono stati i whisky oggetto della degustazione:

Girvan 12 anni, distillato nell’aprile 2009 e imbottigliato ad agosto 2021, serie Rare Auld Grain, single cask n. 597000081 con ottenimento di 477 bottiglie, 53.8%.

Nata nel 1963, è l’unica distilleria grain della serata, vale a dire che utilizza l’alambicco coffey in continuo, e altri cereali (qui solo il frumento) oltre l’orzo maltato (che in questo caso ammonta all’8.5%). La distilleria è di proprietà di William Grant & Sons.

Naso lineare, di cereale crudo e ruvido, con note di barretta energetica, alcol denaturato, buccia di patata, olio di semi di girasole, mais tostato, un delicato miele floreale e cioccolato bianco. Sottotraccia troviamo della mela cotta e dell’anice stellato.

In bocca esce maggiormente la nota fruttata, con suggestioni di mela e pesca, e una piccante tipica che richiama lo zenzero. Finale un tantino aggressivo e appena persistente. Migliora di netto con l’aggiunta di alcune gocce d’acqua che fanno tornare le sensazioni dolci di cioccolata bianca percepite al naso, ma anche note di pandoro. Per finire abbiamo un ricordo di cocktail Highball. Lasciato una mezz’ora nel bicchiere, il fruttato trionfa con una evidente pesca pari a quella che si trova in alcuni basic whisky giapponesi.

Aultmore 13 anni, distillato nel settembre 2008 e imbottigliato nel settembre 2021, single sherry cask n. 95900333, con l’ottenimento di 431 bottiglie, 53.9%.

Aultmore è una distilleria dello Speyside, situata a Keith, fondata nel 1896 in un periodo di forte espansione della produzione del whisky in Scozia. È di proprietà del gruppo Bacardi.

Naso presente, con sentore nociato e forti note di frutti a piccola bacca rossa, fragola di bosco e lampone innanzitutto (ma a latere anche ribes rosso). Ulteriori note di sherry, uva e kumquat entrambi sotto spirito, e toni caseari tipo formaggio a pasta pressata come il salers e il comté. Sul finire una nota balsamica di menta.

In bocca torna una piacevole sensazione calda e alcolica, con cioccolato alla menta, miele di castagno e melata di bosco, cioccolatino mon chéri, frutta secca, radice di liquirizia, e per concludere una nota speziata di zenzero e pepe nero.

Coerente con quanto detto anche aggiungendo poche gocce d’acqua.

Benriach (peated) 10 anni, distillato nell’aprile 2011 e imbottigliato a ottobre 2021, single sherry cask n.740017, con l’ottenimento di 431 bottiglie, 54.7%.

Altra distilleria dello Speyside situata a Moray, e fondata nello stesso periodo della precedente, nel 1898. È motivo di celebrità la sua prolungata chiusura, iniziata appena due anni dalla sua apertura e durata per i successivi 65 anni. La distilleria è di proprietà della Brown-Forman e produce anche una versione torbata (una delle pochissime nello Speyside), come quella che abbiamo assaggiato.

Naso certamente di stampo polifenolico, molto complesso e variegato, con tipiche note di cenere e di camino spento, di pancetta affumicata su uno sfondo di sherry, e l’evergreen falò sulla spiaggia. Non mancano il mallo di noce, il burro di arachidi, e percezioni di benzene e ottani. Non ultima una intensa nota di salsa barbecue.

In bocca l’ingresso è pieno, grasso e consistente, lo sherry si fa strada e si nota in maggior misura. Si prosegue ancora con la cenere e con delle note organiche marine di pesce grasso affumicato, su tutti il salmone. Il finale è puro salmiak, la liquirizia salata del nord d’Europa.

L’aggiunta di poche gocce d’acqua lo ingentilisce di netto e rilascia note di caffè, e di cioccolatini pocket coffee e gianduiotto.

Caol Ila 11 anni, serie Battlehill, sherry cask finish, 53.8%. Battlehill è il nome di una collina nei pressi di Huntly dove si svolse una celebre battaglia nel 1307 che vide coinvolti i seguaci di Robert The Bruce contro quelli di John Comyn, conte di Buchan.

La distilleria di Caol Ila, di proprietà della multinazionale Diageo, è situata a Port Askaig ed è la prima a vedersi sbarcando sull’isola. Con i suoi 6.5 milioni di litri l’anno, è anche la più produttiva delle dieci operative sull’isola di Islay.

Naso piuttosto delicato e garbato per un whisky proveniente da questa distilleria. Ci appare l’immagine di una torba servita da un cameriere in guanti bianchi.

È fresco e fragrante, con note di iodio e marine organiche, su tutte l’aringa, l’ostrica e la capasanta, e poi una immancabile rete da pesca. Abbiamo ulteriori sensazioni fruttate di mela verde e di una pera delicata e tenue. Non manca l’etereo, alcol denaturato disinfettante e di mastice tipo colla Artiglio.

Ma è l’ingresso (e permanenza) in bocca la vera sorpresa. Elegantissima, calda e persistente. Ritornano tutte le note olfattive con l’aggiunta di alcune balsamiche, mentolate ma anche eucalipto. Sinceramente non abbiamo sentito alcuna necessità di diluizione. Appagante così com’era, nature.

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Pino Perrone, classe 1964, è un sommelier specializzatosi nel whisky, in particolar modo lo scotch, passione che coltiva da 30 anni. Di pari passo è fortemente interessato ad altre forme d'arti più convenzionali (il whisky come il vino lo sono) quali letteratura, cinema e musica. È giudice internazionale in due concorsi che riguardano i distillati, lo Spirits Selection del Concours Mondial de Bruxelles, e l'International Sugarcane Spirits Awards che si svolge interamente in via telematica. Nel 2016 assieme a Emiko Kaji e Charles Schumann è stato giudice a Roma nella finale europea del Nikka Perfect Serve. Per dieci anni è stato uno degli organizzatori del Roma Whisky Festival, ed è autore di numerosi articoli per varie riviste del settore, docente di corsi sul whisky e relatore di centinaia di degustazioni. Ha curato editorialmente tre libri sul distillato di cereali: le versioni italiane di "Whisky" e "Iconic Whisky" di Cyrille Mald, pubblicate da L'Ippocampo, e il libro a quattordici mani intitolato "Il Whisky nel Mondo" per la Readrink.

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