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Nero Buono, il vino del Lazio di Murgo

Con riferimento ai vitigni autoctoni il Lazio viene spesso associato alla Malvasia Puntinata ed al Cesanese, ma in realtà vanta almeno altri due vitigni autoctoni della regione, quali il Bellone ed il Nero Buono. Quest’ultimo ha avuto un andamento molto altalenante. Dopo essere stato iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1971, ha avuto un grande rilancio,  soprattutto grazie al lavoro ed al riscatto qualitativo operati dall’azienda Carpineti a Cori nell’ultimo ventennio. Gli ettari vitati passano da 43 nel 1970 a 90 nel 1982, poi però ricade nuovamente nell’oblio nel 1990 con soli 29 ettari coltivati. Fortunatamente, dopo dieci anni (nel 2000) riesce ad avere un notevole incremento con ben 123 ettari vitati ed arrivare a 135 nel 2010. Le origini di questo vitigno si perdono nella notte dei tempi ed in quanto tali sono quasi sconosciute. È conosciuto anche come Nero Buono di Cori, proprio perchè trova il suo areale di produzione nella zona omonima, in provincia di Latina, a circa Km. 70 da Roma.
L’azienda Murgo della famiglia Scammacca, conosciutissima sull’Etna, ha anche dei terreni a circa un’ora a sud di Roma, in cui coltiva il Nero Buono, oltre ad alcuni vitigni internazionali. Parliamo della Tenuta La Francescana con un’estensione di circa venti ettari, in cui vengono coltivati il Nero Buono, Il Merlot ed il Cabernet Sauvignon, che dopo aver inziato a produrre vini a partire dal 2020 e dopo una prima fase di assestamento ha avviato la commercializzazione. Se per il vino ottenuto con Merlot e Cabernet Sauvignon, il Caffarelli, trovare una richiesta e spazi di mercato può essere una cosa più semplice, cosa ben diversa è quella della produzione del vino Nero Buono in purezza e della forma spumantizzata del Nero Buono. Ma l’azienda Murgo ormai è abituata a “puntare” su vini per certi versi innovativi, basti pensare che è stata la prima in epoca moderna a spumantizzare il Nerello Mascalese ed a ottenere un metodo classico che è divenuto un esempio per tutti i produttori di spumante etneo.

Dal Nero Buono viene prodotto un vino rosso fermo ed uno spumante, un blanc de noir, mentre con i vitigni internazionali viene ottenuto il classico taglio bordolese con una percentuale maggiore di Merlot e con il saldo del Cabernet Sauvignon. Veniamo agli assaggi.

La Francescana Nero Buono 2019 I. G. T. Lazio, colora il calice con un rosso acceso e lucente. Al primo impatto l’essenza fruttata è padrona incontrastata con frutta a bacca rossa (ciliegia acerba, more, piccole bacche di bosco), poi emergono note balsamiche. Fresco all’assaggio con una buona struttura, tannini non particolarmente esuberanti e di buona finezza. Una buona progressione mette in evidenza una nota minerale che con i sentori che emergono dal calice (aromi di frutta) viene in un primo tempo offuscata. Sorso fluido e piacevole con una buona persistenza. Una piccola curiosità sta nell’etichetta, che riproduce le spaccature della pietra tufacea, dove si trova la tenuta.

Con il Nero Buono viene realizzato anche uno spumante Metodo Classico. Il Nero Buono Brut, millesimo 2019 sosta sui lieviti per 18 mesi. Ha un perlage fine e persistente. Profumi di pan di Spagna, frutta esotica e lievi accenni di cappero con ricordi di erbe aromatiche. Ha una buona freschezza gentile e non aggressiva. Non eccelle in struttura, ma complessivamente è equilibrato. Persistenza discreta, ma con una grande corrispondenza gusto – olfattiva.

Ed infine La Francescana, Selezione Caffarelli 2019, I. G. T. Lazio. Riesce ad avere una propria personalità con il Cabernet Sauvignon, da cui si percepiscono in maniera elegante gli aromi tipici del vitigno, accompagnati da note erbacee ed accenni di frutta rossa acerba e sentori lievi di noce moscata. Fresco all’assaggio e con tannini di buona finezza. Di buona struttura, mostra una beva dinamica e per nulla stancante. Persistenza discreta. Anche in questo caso l’etichetta riproduce in maniera stilizzata le crepature della pietra tufacea, dove si trovano i vigneti.

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Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.

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