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Campania

“Mood Steakhouse & Garden Bar” a Salerno propone un concetto di ristorazione dal passo internazionale nel rispetto della tradizione campana

Proporre a Salerno l’idea di una ristorazione dai contorni e dai confini lontani non è semplice. Prima di tutto per le dimensioni della città, autentico gioiellino della Campania. A conti fatti trattasi di circa 100 mila abitanti, cui si sommano quelli della Provincia tra le più estese di Italia.

Non parliamo quindi di una metropoli, ma di un centro miscellaneo di culture mediterranee ove le tradizioni hanno ancora un loro peso. Il Mood Steakhouse & Garden Bar opera in tali contesti, in un panorama radicalmente in fermento rispetto al recente passato.

Il cliente medio salernitano ha imparato ad essere maggiormente esigente, in particolare nella selezione dei vini o nella presentazione dei piatti. Ancora refrattario, invece, ad una gestione dinamica degli orari e delle proposte che fanno del locale un punto distintivo.

Gli attuali titolari Nino Nigro e Gianmatteo Noschese provengono da esperienze lontane dal campo della ristorazione, cosa che invece è presente nel sangue del terzo della brigata, Dragomir Georgiev, un vero “Re” dell’accoglienza. Ad aiutarlo nella gestione delle esigenze e degli abbinamenti cibo-vino Roberto Adduono, pluripremiato sommelier salernitano con esperienza in diversi ristoranti stellati.

In cucina la tecnica dello chef Gianni Mellone, 43 anni, in precedenza assistente del visionario chef Norbert Niederkofler che gli ha insegnato la via di un nuovo modo di intendere l’arte ai fornelli. Ad assisterlo ben 7 addetti, uno appositamente deputato all’affettatrice per la scelta di salumi nostrani ed internazionali.

Tante anime confluite in un unico posto, un locale che consente un orario ininterrotto dalla mattina fino a notte fonda per sedersi ad assaggiare le sue specialità. Il concetto ereditato dalla filosofia anglosassone che non prevede rigidità di orari nel lavoro, così come nei pasti.

Il desiderio dello chef è quello di amplificare su questa falsa riga la parte steakhouse, con pietanze esclusive non inscatolate nell’atavico ricordo onnicomprensivo di “braceria”. Perché tale significato ne pervade ancora adesso la categoria.

Capita così che si possano gustare ricette gourmet, crudi di mare, salse, salumi, formaggi, vino e cocktail, oltre la classica carne alla brace. Elasticità significa, quindi, apertura mentale e abolizione di schemi precostituiti.

La tartare di manzo

Condita da salsa ponzu, acciughe del Cantabrico e puntarelle fresche, evidenzia la grande importanza delle materie prime. Ingredienti di assoluta qualità garantiscono una sinfonia di sapori, evitando stonature od assoli indesiderati.

La costina di maiale

Presentata su fondo bruno, ricoperta da una vellutata di patate con chips e germogli di lenticchie. La versione di un antipasto cotto già strutturata per fungere da portata completa. Visivamente la carne non si vede ed è un peccato, perché il sapore è straordinario.

Il raviolo

Ho preferito mostrarlo senza l’accompagnamento costituito da emulsione di mozzarella di bufala e basilico. L’auspicio è di trasmettere la bellezza della sfoglia tirata a mano, sottilmente perfetta. La farcia è un ragù classico alla napoletana.

Lo gnocco di patate

Proposta invernale con soffritto (sugo piccante ricavato da tagli di quinto quarto del maiale e pomodoro), presto abbandonata per quella primaverile con burrata, acciughe e olive taggiasche.

Il maialino

Il piatto migliore di giornata. Maialino iberico con cavolo cappuccio, cubo di patate e maionese orientale al cumino. Fusion ed essenzialità, quando l’acquolina in bocca inizia già dagli occhi e termina nel ricordo delle spezie aggiunte alla ricetta.

Il Montblanc

Interpretazione del celebre dolce piemontese con mango, mousse di castagne e cuore liquido al cioccolato. Le castagne poste a guarnizione vengono essiccate per 20 giorni in maniera artigianale.

Il vino

La chicca scelta da Roberto Adduono, tra le tante proposte abbinate ai piatti, proviene dalle una delle 700 etichette della carta vini. Morgon La Voûte Saint-Vìncent 2021 di Louis Claude Desvignes, Gamay in purezza da vecchie vigne e uve sottoposte a macerazione semi-carbonica, parzialmente a grappolo intero. Tipiche nuance floreali della zona del Beaujolais unite ad un frutto nitido di marasca matura succosa ed avvolgente.

Per chi volesse chiudere i sipari è presente un’amplia offerta di formaggi, distillati e, dulcis in fundo, persino una carta dei caffè provenienti da ogni angolo del globo. Il Mood Steakhouse & Garden Bar a Salerno ha lanciato il guanto di sfida: chi saprà raccoglierlo?

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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