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Montefalco – Scacciadiavoli – un’azienda con una storia di più di cento anni

Ancora una videodegustazione, stavolta però organizzata dall’azienda Scacciadiavoli di Montefalco attraverso l’agenzia di comunicazione di Francesca Pelagotti.

Scacciadiavoli è un’azienda che risale alla fine dell’1800.

La leggenda narra di una giovane posseduta dal diavolo alla quale un esorcista (che dimorava presso la zona dove adesso è la Cantina) fece bere il vino locale che allontanò la presenza demoniaca. Da qui deriva appunto il nome.

La proprietà è dal 1954 della famiglia Pambuffetti, oggi alla quarta generazione.

Interessante la sequenza dei vini in degustazione.

Ecco le nostre impressioni:

 

 

Montefalco Bianco 2018: Trebbiano Spoletino 50%, Grechetto 30%, Chardonnay 20% – un vino che è ancora in cerca di un’identità territoriale (ogni anno aumenta la percentuale di Trebbiano Spoletino e diminuiscono le parti di Grechetto e Chardonnay) : sentori di frutti tropicali si uniscono a note di fiori bianchi ed agrumi. Fresco, sapido, di buona progressione gustativa, ma poco rappresentativo dell’areale di riferimento.

Vino Spumante Brut Metodo Classico Scacciadiavoli Rosé (da uva Sagrantino): iodio, sale e agrumi, queste le parole che ci vengono in mente insieme a frutti rossi, freschezza e ottima persistenza. Versatile negli abbinamenti, gastronomico.

 

Montefalco Rosso 2017: a dispetto di un’annata calda si presenta acido, fresco e di buona sapidità con sentori di piccoli frutti di bosco, erbe officinali e macchia mediterranea.

Montefalco Sagrantino 2016: è la dimostrazione dei grandi passi avanti fatti non solo da Scacciadiavoli, ma dall’intero areale di Montefalco verso il miglioramento qualitativo e di come un vitigno come il Sagrantino, così ricco in polifenoli e tannini, possa trovare una grande espressione senza necessariamente giocare su rusticità e ruvidezze.

 

 

 

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Scritto da

Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice del Concorso Mondiale di Bruxelles e membro del Comitato Editoriale del Concorso Mondiale del Sauvignon, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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