Croce e delizia di ogni famiglia campana che si rispetti. Quando arriva Pasqua non c’è “norma di contenimento” che tenga: s’addà fa o’Casatiell!
Mi perdoneranno le buonanime di nonna Elena e zia Rosaria che lo facevano semplicemente divino. La mia ricetta è più semplice, ma comunque gustosa e rispettosa della regola sacra della preparazione: la LIEVITAZIONE.
A casa mia di questi tempi non potevi aprire i cassetti della cucina perchè rischiavi che saltasse fuori sulla testa una teglia di Casatiello!
Alcune venivano posizionate nei posti più disparati per dargli riparo, persino sotto i letti (ove un tempo le famiglie povere nascondevano le riserve di cibo).
Il teatro immortale di De Filippo, per mano della celebre Napoli Milionaria, ne è un fulgido esempio.
Andiamo dunque agli ingredienti:
500 grammi di farina Manitoba o in alternativa 0. La mischio sempre con 10% di semola di grano rimacinata per dare maggior consistenza
100 grammi di strutto ammorbidito
10 grammi di lievito di birra
250 ml di acqua
4 uova fresche
2 cucchiaini di sale
Pepe q.b.
Per la farcitura:
200 grammi di salame tagliato a cubetti
200 grammi di provolone sempre a cubetti
100 grammi di pecorino romano grattuggiato
Tempi di preparazione
20 minuti per lavorare l’impasto
3 ore di lievitazione iniziale + una notte dopo l’inserimento della farcitura
80 minuti di cottura
Difficoltà media
Armatevi di tanta pazienza ed il risultato sarà delizioso.
Cominciate dalla solita planetaria, in cui mescolerete la farina con il lievito sciolto in acqua tiepida, lo strutto, il sale, il pepe. Aggiungete di tanto in tanto l’acqua restante fino ad ottenere una palla omogenea che andrà in lievitazione al buio e coperta.
Nel frattempo preparate la farcia tagliando a piccoli quadratini il salame (a vostra scelta, meglio se piccante), ed il provolone (potete utilizzare anche lo scamorzone)
Dopo 3 ore stendete l’impasto su una spianatoia ed aiutandovi con farina e mattarello create una sfoglia di spessore poco superiore al mezzo centimetro.
Una bella spolverata di pecorino romano grattugiato, adagiate la farcia sopra la sfoglia in maniera uniforme e arrotolate dai lembi la pasta. Ricordatevi prima di tagliare delle striscioline sottili per “cinturare” successivamente le uova.
Prendete una teglia per ciambelloni e stendete l’impasto. Adagiateci sopra le 4 uova equidistanti, munite di striscioline, e di nuovo a lievitare per tutta la notte al coperto.
Il giorno dopo infornate a 150 gradi in modalità termoventilata per 80 minuti circa ed il gioco è fatto!
Speriamo che la Pasqua sia saporita ed emozionante come questo storico piatto della tradizione partenopea.
In abbinamento proponiamo, in omaggio al citato Totò un vino a lui dedicato, di cui abbiamo parlato in un nostro articolo su questa testata (link):
Rosso Partenopeo Rosso Campania IGP Totò Rosso 2017 – Cantina San Paolo (Claudio Quarta Vignaiolo): da uve Casavecchia (70%) e Piedirosso (30%) della zona di Pastorano (Caserta): succoso e speziato presenta sentori agrumati e toni di frutti rossj. Di grande bevibilità chiude con riferimenti al pepe nero ed alle erbe officinali.