Ci sono tutti gli ingredienti per consentire ai coniugi svizzeri Manuela e Luzius Caviezel, cantina Savignola, di offrire prodotti con buona qualità ed ampi margini di miglioramento davanti a sé. I pochi ettari, circa 5 vitati, sono idonei ad essere seguiti ancora a livello familiare. La zona scelta per acquisire gli stessi nel 2014: Greve in Chianti, celebre Unità Geografica facente parte del Chianti Classico. Non ultimo la storia della tenuta, posseduta in passato da Paolina Fabbri prima donna ad entrare nel Consorzio di Tutela del Gallo Nero. Luigi Veronelli in persona sosteneva l’alta qualità dei vini proposti, arrivando a spendere paragoni importanti con il talento geniale di Mozart nella musica classica.
Noi cercheremo di volare leggermente più in basso, constatando invece l’importanza, per raggiungere certi obiettivi, di non servirsi di ricette fantasiose ma soltanto di sano pragmatismo. Ciò che abbiamo notato in positivo durante la visita al termine dell’evento creato per la stampa dall’Associazione Viticoltori Greve in Chianti, è stata l’assoluta cura per i dettagli in vigna ed in cantina. Un taglio consistente delle rese, locali idonei alla vinificazione, una struttura in profondo restauro atta a garantire al turista accoglienza e calore. Luzius è l’anima commerciale, Manuela quella ospitale e la giovanissima enologa Alessandra Pianti autentico deus ex machina dei loro prodotti. I precedenti consigli di Lorenzo Landi, consulente esterno, si vedono pienamente compiuti in termini di eleganza, piacevolezza e succosità.
Luzius non è del tutto estraneo all’agricoltura. Per anni la sua professione principale riguardava il commercio dei semi da ortaggi, cereali e piante, con relativo sviluppo tecnologico di nuove varietà. Il primo suggerimento applicato fu quello di interrompere la produzione del Supertuscan di casa per concentrarsi unicamente sul Sangiovese declinato nelle tipologie del disciplinare. Con l’arrivo della Gran Selezione ecco riproporsi l’opportunità di ragionare su di un monovarietale a base Merlot per ricolmare l’assenza dell’etichetta Granaio. E adesso andiamo più nel dettaglio con i consueti assaggi di giornata.
Chianti Classico 2018 “Ora” – riusciremo mai a superare la fase interlocutoria di questa vendemmia? Ad ogni modo la parte verde, alla lunga, cede al ritmo sostenuto di ciliegie e tabacco da pipa. Buona l’espressività, con un finale da arancia sanguinella che meriterebbe spinte ulteriori. Forse ancora austero, ma lo attenderemo al varco dell’evoluzione.
Chianti Classico Gran Selezione 2017 “360°” – verve agrumata energica. Ottima la progressione verso una trama tannica gustosa e vellutata, fortificata da spezie suadenti ed aromi di torrefazione. Si sente il marcatore tipico del Sangiovese toscano: la marasca matura ed avvolgente. Finale persistente ed appagante, viste le esposizioni fresche dei poderi una stagione calda non può che avergli fatto bene.
Igt Toscana 2017 “Mio” – Sangiovese in purezza da singola vigna. Selezione dei migliori grappoli per un quantitativo risicatissimo di bottiglie. Superbo, a tratti ruvido come si addice al varietale ormai troppo addomesticato nell’accontentare gusti e mercati. La sana rustichezza del passato è un fattore distintivo quando si ha la fortuna di poterla ritrovare nel calice. Chiude denso e salino con un tocco stuzzicante di genziana.
Igt Toscana 2018 “Granaio” – anticamente era un blend divenuto ora 100% Merlot. Molto sapido con note di macchia mediterranea, piccoli frutti di bosco e spezie amaricanti. Differente da altri campioni omologhi si mantiene su immediatezza e dinamicità, seppur lievemente corto in chiusura.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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