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Un sorso di Chianti Classico

Castellinuzza proprietà Cinuzzi – La longevità espressa dal Chianti Classico di Lamole

Torniamo a parlare di Lamole, posto magico per il Chianti Classico. Ad elevate altitudini ed esposizioni più fresche i vini sanno raccontare tutto il loro potenziale in termini di longevità ed eleganza. Poniamo l’attenzione, questa volta, sulla storica azienda Castellinuzza di proprietà della famiglia Cinuzzi. Andrea e Claudia, rispettivamente padre e figlia, raccolgono un’eredità frutto del lavoro delle numerose generazioni susseguitesi dal 1400 ad oggi.

Il poeta Walt Whitman sosteneva che il segreto per la creazione delle persone migliori è crescere all’aria aperta, mangiando e dormendo con la terra. L’impatto visivo di tali luoghi lascia a dir poco di stucco il visitatore, fra piccoli borghi antichi quasi disabitati, ove la mano dell’uomo scende necessariamente a patti con la forza degli agenti esterni. Ne conseguono prodotti delicati all’aspetto ed al gusto, ma di forte carattere per profondità e tannino. Sangiovese utilizzato quasi in purezza, perché con basse rese e maggiori concentrazioni ci si può permettere di non costringerlo in matrimonio ad altre varietà. Si suggerisce, invece, di utilizzare il giusto tempo di riposo in cantina ben oltre quanto previsto dal disciplinare di produzione. Ecco il motivo dell’apprezzamento, tra i nostri assaggi quotidiani, delle annate considerate ormai mature.

Prima una breve considerazione sul Rosato del Chianti 2021, novità assoluta per l’azienda, voluta dai titolari con la consulenza enologica di Jurij Fiore. Ne parliamo volentieri, certi del futuro che può rivestire una simile tipologia per l’areale nel suo complesso. Il caratteristico marcatore finale resta il sale marino, evidenziabile nonostante morbidezze di frutti di bosco. Si sgancia dai confini territoriali ammiccando verso mercati lontani, conservando comunque buona eleganza ed equilibrio.

Davanti al Chianti Classico 2019 non si può che alzare le mani. Annata strepitosa ovunque e non da meno a Lamole. Acciaio inox e botte grande di rovere per un anno ciascuno. Molto verticale su spinte agrumate toste da intenditori della materia. Punteremo al riassaggio in fasi successive, quando la verve polifenolica avrà trovato una perfetta dimensione. Curiosamente la 2017 dimostra di aver già imboccato il lento declino, cosa per nulla accaduta alla 2012 in stato di grazia per freschezze, tolta qualche piccola sbavatura sul finale.

La verticale coinvolge anche il Chianti Classico Riserva, sublime nella 2018 ciliegiosa e balsamica quanto basta. Di ottima beva, particolarmente succoso con riverberi di spezia scura instancabili. La 2017 soffre gli stessi limiti del base, con nuance da maturazioni eccessive e toni erbacei redivivi delle evoluzioni non facili del varietale. Più brio nella 2015 seppur tenue nelle freschezze e molto ricca di terziari. Nulla da fare per la 2014: poteva anche sfuggire in positivo ai vini austeri di Lamole in giovane età, ma non gode certo della resistenza di Matusalemme.

E veniamo ai fuochi d’artificio, le Gran Selezione autentici gioielli di casa Cinuzzi. La 2017 riscatta i campioni precedenti, presentandosi su un passo lungo impressionante. Scatta su amarene ed amaricanze tipiche, muscolari, da brividi. La 2016 è Lamole in ogni sorso. Floreale di rosa rossa e giaggiolo con nuance dolci di cannella e baccello di vaniglia. Sapore tonico, agrumato, chiosa su elicriso e lavanda. Nella 2015 le parti gliceriche rispecchiano la potenza dell’annata. I tannini sono perfetti, giocando il ruolo da protagonisti assoluti. Terminiamo il percorso sui rossi con la Gran Selezione 2013, forse la più timida, tra china e chinotto dall’abbrivio corto.

Caliamo il sipario consci del fatto che non si parli mai abbastanza (e nei dovuti termini) della bellezza dei vini dolci italiani, come il Vin Santo di Caratello di Castellinuzza, millesimo 2017. Puro velluto, tra pesca melba ed albicocche disidratate accompagnate da frutta secca e composta di fichi. Tanto per non dimenticare.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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