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Guida ai Migliori Vini della Valtellina 2022 di Vinodabere – L’Introduzione e La Classifica del Rosso di Valtellina e Valtellina Superiore

Introduzione

Se è vero che – oggi più che mai – il valore profondo di un territorio è proporzionale, ben prima che alla sua ampiezza, alla sua unicità, diventa facile spiegare il perché della reputazione e dell’interesse meritati dalla Valtellina, il bersaglio scelto stavolta da Vinodabere per il suo lavoro di messa a fuoco su aree regionali e zone di minor rilevanza geografica, ma comunque di spicco, nel quadro della produzione enoica italiana.
Zona quasi monocultivar, la Valtellina: visto che è la sua uva bandiera a coprire la stragrande maggioranza della sua (forzatamente limitata) capacità produttiva e della sua superficie vitata. Ma il suo Nebbiolo è diverso, diversissimo da tutti gli altri Nebbiolo, quelli del Nord e del cuore langarolo e roerino del Piemonte e quelli adottati altrove; diverse, diversissime le condizioni in cui si è sviluppato e “allenato”; e diverse, diversissime, giù in profondità (tanto che qui ognuna di esse ha radicato il suo nome e il suo codice di appartenenza da ben prima che si cominciasse a parlare, come ora si fa quasi ovunque, nelle aree di maggior pregio, di sottozone) le “dita” in cui la mano Valtellina si è articolata. Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella: nomi dalle radici colturali e culturali profonde (e per la cui descrizione accurata vi rimandiamo, cliccando qui, direttamente alle caratteristiche disegnate e descritte dal Consorzio di Tutela che ringraziamo sentitamente per la sua collaborazione al nostro lavoro). La stessa pratica, pur difensiva, dell’appassimento – sorta di arrocco scacchistico ricorrente nel repertorio dei terroir più pressati dalle difficoltà naturali, quelli dove l’asticella di compimento del ciclo vegetativo e maturativo è posta più in alto – ha assunto qui, grazie all’accumulo e soprattutto l’affinamento dei “savoir faire” locali, una faccia tutta sua: quella dello Sfursat, stabile e a pieno titolo, da un pezzo, nel borsino dei grandi vini d’Italia.
Merito, ovviamente, della pervicacia, della tenacia dei già citati produttori: cocktail – anzi “short drink” viste le dimensioni del tutto – di un grande nome bandiera, aziende di storia profonda e ben più ampia delle dimensioni e new entry felici e subito intonate degli anni Novanta: tutte, coralmente, mai tiratesi indietro di fronte alle tante ore di lavoro manuale richieste dai clivi scoscesi (premontani, più che di alta collina) ove sono collocate le vigne regine del Chiavennasca, il nome locale dell’uva Nebbiolo che è qui, come detto, dominante, e viene allevata lungo i “2500 chilometri di muretti a secco che sorreggono la viticoltura valtellinese. Un susseguirsi straordinario di terrazzi che percorre la valle, esito di un’armoniosa relazione tra uomo e natura. I terrazzamenti sono esempio vivo di architettura primitiva, ma attuale, riconosciuti come “Paesaggio Rurale Storico”, la cui “arte di costruzione” è annoverata come Patrimonio Immateriale dell’Umanità” (l’inserto in corsivo è ancora tratto di peso dalle info organizzate del Consorzio).
Un habitat prezioso, insomma, e assolutamente sui generis. L’eccellenza dei cui esiti risulta ampiamente confermata dal saggio emerso dalle nostre degustazioni (come sempre, e tutte, effettuate rigorosamente alla cieca). La freccia dei punteggi assegnati punta in su con la stessa inclinazione pressoché verticale che le vigne magiche di Valtellina offrono all’occhio di chi – esperienza sentitamente raccomandata – vada a esplorarle.

La produzione del Nebbiolo in Valtellina si estende per circa 820 ettari che comprendono le zone di produzione DOC e DOCG. La variabilità geografica della Valtellina, i microclimi, il paesaggio hanno permesso nel tempo il riconoscimento di 5 sottozone distinte che si susseguono da ovest verso est e cedono ai vini caratteri differenti: Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella.

   

Il versante retico vitato si distribuisce longitudinalmente, da ovest verso est, controcorrente con il fluire del fiume Adda. In questo tratto di Valtellina, esteso per circa 50 chilometri, il territorio assume angolature differenti, si espone al sole e al microclima locale con sfumature diverse. La Valtellina del vino è quindi, un insieme di tante sfaccettature territoriali che spiega la suddivisione della zona vitata nelle 5 storiche sottozone del Valtellina Superiore.

Le differenze tra i vigneti valtellinesi si possono cogliere anche dal basso verso l’alto. Oltre alle sottozone, i vigneti sono diversi tra loro per via dell’altimetria, per la loro collocazione a partire dai 270 metri fino a sfiorare i 700 metri e oltre. Tutti aspetti che rendono il territorio ricco di biodiversità.

Maroggia

È la sottozona del Valtellina più occidentale. Si estende nella parte più a ovest del comune di Berbenno, al confine con Buglio in Monte, tra i 270 e i 550 metri di altitudine. È anche l’ultima ad aver ottenuto il riconoscimento di sottozona a sé (nel 2002). Il vigneto è raccolto su una superficie limitata. Sono 25 gli ettari della Maroggia, tutti terrazzati, caratterizzati da pendenze importanti. Al suo interno si possono individuare zone produttive distinte tra loro, più o meno inclinate a sud; tra queste Garbisc, Cecca, Al Dosso, Righetta, Piasci, Malenca, Casini.

Ricchissima la quota di vigne vecchie che superano i 40 anni, ma non mancano impianti nuovi, grazie all’opera di bonifica di aree abbandonate da parte di alcuni produttori virtuosi.

 

Sassella

La storica e forse più celebre sottozona della Valtellina si estende tra il comune di Castione Ardevenno e la periferia occidentale di Sondrio. Un patrimonio variegato di terrazzi per una superficie complessiva che supera i 100 ettari. La Sassella prende nome dal Santuario dedicato alla Madonna omonima, uno dei simboli del territorio. Sassella è un richiamo netto ai sassi, al susseguirsi di balze formate da muri a secco incastonate tra loro tra immensi speroni di roccia madre.

La zona è divisa in due, con al centro la frazione di Triasso. La parte più orientale è quella che spinge verso San Lorenzo e si distingue per gli spazi vitati limitatissimi, veri e propri fazzoletti incollati alla montagna che guarda giù verso Sondrio. L’area occidentale coincide, invece, con la frazione Grigioni e giunge fino a Castione: qui la Sassella mira verso l’alto e si apre ad un’esposizione più accentuata ai venti. Ricca la variabilità altimetrica dei vigneti della sottozona, dai 270 ai 600 metri sul livello del mare.

Sottozone di produzione

 

Grumello

Alzando lo sguardo dalla città di Sondrio, in direzione nord, si può cogliere tutta l’essenza di questa storica sottozona, un cuore compatto e al tempo stesso articolato, per un totale di circa 80 ettari. Il Grumello ha come punto di riferimento geografico e culturale il suo castello, da cui prendono strada due settori. Appena sotto, scivolando verso il capoluogo, è presente un importante nucleo vitato caratterizzato da terrazzi rocciosi e molto impervi. Si trovano le zone Ca’ Rossa, Ca’ Bianca, Sant’Antonio. Sopra al castello, la sottozona è più “lineare”, all’interno del quale si trova l’area dei Dossi Salati e delle Prudenze.

Anche nel Grumello la variabilità altimetrica, estesa tra i 350 e i 600 metri, è un fattore chiave di esaltazione delle differenze.

Sottozone di produzione

 

Inferno

Inferno è un nome che risuona a voce alta nella storia del vino valtellinese. Questa illustre sottozona di 55 ettari si allunga da ovest verso est, appena lasciati alle spalle i vigneti del Grumello e la città di Sondrio. L’Inferno è una zona più compatta sul piano dell’altimetria (tra i 300 e i 500 metri), mentre ha significative differenze tra le vigne al suo interno. Il cuore storico della sottozona è collocato al centro, caratterizzato da pendenze vertiginose con un’esposizione in pieno sud. Appena sopra, in risposta all’animo estremo del paesaggio dell’Inferno, si trova il Paradiso, un anfratto di terra con pendenze lievi ed esposizione più fresca. Più a est c’è la zona del Calvario, mentre all’opposto, ai confini con il Grumello, si trovano tracce argillose attorno ai Runsc.

L’Inferno, insieme alla Sassella, dà somme termiche mediamente più alte rispetto alle altre sottozone del Valtellina Superiore.

Sottozone di produzione

 

Valgella

Sono 140 gli ettari che animano la Valgella, la sottozona più estesa e variegata. È considerato un ampio promontorio che si inclina seguendo lo sperone roccioso. La Valgella ha inizio appena superato il comune di Chiuro, con la zona Fracia esposta a ovest, per voi virare verso sud. Chiude con gli ultimi vigneti della zona Quigna, che guardano a est. 

Il nome deriva da valgel, forma dialettale per indicare i piccoli torrenti che caratterizzano la zona.

Rispetto alle altre sottozone, la Valgella si distingue per il livello più contenuto di precipitazioni, una maggiore profondità dei terreni, anche se l’ampiezza della zona e le variabilità altimetriche (dai 350 ai 650 metri) arricchiscono di complessità i diversi microterritori.

Sottozone di produzione

L’alto livello dei vini assaggiati ci ha consentito di inserire in Guida ben 39 etichette, rappresentative di tutto l’areale (con una unica eccezione: non ci sono pervenuti campioni che indichino in etichetta la sottozona Maroggia)
In particolare ed in maniera trasversale rispetto alle sottozone le annate 2017 e 2016 sono apparse molto convincenti, la prima per succosità e lunghezza gustativa, la seconda per eleganza, freschezza e qualità del tannino.

Metodologia

L’impostazione vede confermate le scelte delle Guide di Vinodabere. L’obiettivo rimane quello di rivolgersi al consumatore finale, ai ristoratori e tutti gli esercenti dei circuiti commerciali che ruotano attorno al vino. Che abbiamo dunque messo al centro del nostro lavoro, creando delle classifiche per tipologia ed insiemi omogenei, provando a rispondere alle esigenze di chi vuole orientarsi nell’acquisto di una bottiglia o nella costruzione di una cantina o anche di una carta dei vini se titolare di un locale. Non mancano le descrizioni delle aziende e le loro storie, ma solo dopo ciascun vino recensito; per questo alcune – quelle di cantine presenti con più vini – saranno ripetute per non costringere il lettore ad andare a cercarle altrove nella Guida.
Utilizziamo alcuni simboli per spiegare ancora meglio le differenze qualitative tra i vini recensiti.
Abbiamo scelto di fare riferimento ad un mondo diverso da quello enoico, e vicino a quello delle emozioni di tutti i giorni, attribuendo 1 applauso per quelle etichette che si attestano tra i 90 ed i 94,9 centesimi (vini decisamente buoni), 2 applausi tra i 95 ed i 97,9 (vini ottimi), ed una standing ovation tra 98 e 100 (vini eccellenti). I punteggi, essendo frutto di una media di degustazione in panel, possono prevedere anche i decimi di punto. Le classifiche sono in ordine inverso (gli ultimi vini indicati sono quelli con il punteggio più alto).
Per rendere più compiutamente comprensibili e trasparenti le nostre valutazioni vi ricordiamo che abbiamo usato una scala di punteggio internazionale (quindi in media più alta di quelle in uso in Italia) e che tutti gli assaggi sono stati svolti rigorosamente alla cieca presso l’Osteria Poerio di Roma, che ringraziamo per l’ospitalità.

La Squadra

Curatori: Maurizio Valeriani e Antonio Paolini
I testi che leggerete in Guida sono di: Salvatore Del Vasto, Paolo Frugoni, Luca Matarazzo, Gianmarco Nulli Gennari, Antonio Paolini, Emanuela Pistoni, Carlotta Salvini, Franco Santini, Marco Sciarrini, Gianni Travaglini, Maurizio Valeriani.
Hanno completato il panel di assaggio Ruggero Faliva e Giuseppe Picconi.

 

La classifica dei Migliori Rosso di Valtellina

2

Rosso di Valtellina La Malpaga 2018 – Cà Bianche (Davide Bana) 97,3/100 (territorio/zona dei vigneti: Tirano), prezzo a scaffale enoteca 14,00 euro circa.

Rosso di buona intensità olfattiva e grande complessità, giocato su note di frutta rossa scura (ciliegia, lampone) e scorze di agrumi, arricchito da richiami di resina e note balsamiche. In evidenza freschezza e sapidità che accompagnano una struttura importante, con la parte fruttata sempre in primo piano e un tannino ben avvertibile. Vino ancora in divenire, che va aspettato con fiducia perché, pur essendo già godibilissimo ora, saprà regalare una beva ancora più elegante e succosa.

L’azienda: Cà Bianche (Davide Bana)

Ca’ Bianche
Via S. Stefano, 15 – 23037 Tirano (SO)
Tel. 339 2045524
info@cabianche.it

Cà Bianche è il nome della località vicino Sondrio in cui si trova questa piccola realtà gestita da Davide Bana, da una quindicina d’anni alle redini dell’azienda di famiglia. Due gli ettari coltivati a vigneto a quota 750 metri. Le uve sono vinificate seguendo procedimenti tradizionali, in cui le operazioni manuali ancora ricoprono gran parte del processo di lavorazione. I lieviti usati sono quelli autoctoni di zona e l’affinamento avviene in genere in botti di rovere o anfore di terracotta. Ne nascono vini eccellenti, altamente aderenti al territorio di appartenenza, godibili ed espressivi sia da giovani che in prospettiva.

1

Rosso di Valtellina 2017 – Gianatti Giorgio 98,3/100   (territorio/zona dei vigneti: Montagna in Valtellina), prezzo a scaffale enoteca 12,00 euro circa.

Nebbiolo Chiavennasca 95%, Rossola e Pignola 5%. Le uve vengono vinificate secondo un processo di macerazione-fermentazione di circa 12/14 giorni. Dopo un passaggio in tini d’acciaio per 6 mesi, il vino matura in botti di legno di castagno per 18 mesi. Prima d’essere posto in commercio, riposa 6 mesi in bottiglia. Il colore è rubino con riflessi granati, al naso emergono sentori di frutti rossi mora e ciliegia, con speziature dolci di tabacco, cannella, ginepro e liquirizia, e sensazioni floreali di viola. Al palato è succoso, fresco, sapido, con tannino presente ma nobile, bella struttura e note olfattive ribadite, con finale lungo e persistente. Di grande piacevolezza e bevibilità.

L’Azienda: Gianatti Giorgio

 

Logo di Gianatti Giorgio

Via Paini, 31 – 23020, Montagna in Valtellina (SO)
Tel.: +39 0342 380033, +39 0342 200373
Fax: +39 0342 200373
Email: gianatti.giorgio@alice.it

La cantina ha sede nel borgo di Montagna in Valtellina, in località Paini, e proprio sotto il Castello di Grumello si trovano le vigne: ripidi filari per due ettari e mezzo totali. Vi si pratica una viticoltura a basso impatto ambientale, basata sulla lotta integrata. Siamo a nord del lago di Como, che mitiga le temperature, mentre a Nord e ad Est le Alpi Retiche e a Sud le Alpi Orobie le difendono formando una specie di anfiteatro tagliato dal fiume Adda. L’azienda è partita vendendo sfuso fino al 1983, quando inizia la vendita di vino in bottiglia. Ed è in quegli anni che Giorgio prende in mano la cantina affiancando inizialmente e poi sostituendo il padre. Nel 2019 nasce una cantina – capienza 550 ettolitri – nuova di zecca sia negli ambienti che nelle botti e le attrezzature per la vinificazione, ma ricavata ristrutturando in parte la vecchia azienda e in parte recuperando edifici antichi ubicati all’interno del centro storico della contrada di “Ca Paini”.

La Classifica dei Migliori Valtellina Superiore (senza sottozona)

10

Valtellina Superiore Riserva La Gatta 2017 – Triacca   94,5/100  (territorio/zona dei vigneti: vari vigneti), prezzo a scaffale enoteca  19,00 euro circa.

La Riserva La Gatta nasce da un’attenta selezione dei migliori grappoli dei vigneti aziendali. La raccolta tardiva consente alle uve di raggiungere un elevato grado di concentrazione e maturazione, mentre lo spettro aromatico è reso ampio e sfaccettato dalle forti escursioni termiche tipiche della Valtellina. Ne deriva un vino molto intenso e dal profilo capace di parlare a un pubblico internazionale. Morbidezza, ricchezza glicerica e grande eleganza sono i tratti distintivi ben riconoscibili nel bicchiere. Un Nebbiolo che parla una lingua meno “rude” e più cosmopolita, pur senza tradire il suo animo montanaro.

L’azienda. : Triacca – Tenuta La Gatta

Via Gatta 33I – 23030 Bianzone (SO)
Tel. +39 0342 720004
lagatta@triacca.com

Azienda a conduzione familiare molto dinamica. La sede principale è a Campascio, subito dopo il confine svizzero. Da lì vengono coordinati i lavori in diverse cantine, che la famiglia Triacca haacquistato: in Valtellina, ovviamente (Tenuta La Gatta, ex residenza nobiliare oggi trasformata in cantina di charme), ma anche in Toscana, nelle zone “che contano”, tra Maremma, Chianti Classico e Montepulciano. Viticoltori dal 1897, i titolari vendono i vini italiani prevalentemente sul mercato svizzero, anche se riscuotono anche in altri paesi un buon successo grazie alla lungimiranza imprenditoriale che contraddistingue da quattro generazioni il loro operato.

9

Valtellina Superiore Riserva 2017 – Mamete Prevostini  94,8/100  (territorio/zona dei vigneti: vari vigneti), prezzo a scaffale enoteca 35,00 euro circa.

Uve provenienti dalla vendemmia tardiva dei vigneti più alti dell’area del Valtellina Superiore, tutti oltre quota 400. La macerazione prolungata e maturazione in rovere fino a 30 mesi, e poi l’affinamento in bottiglia per circa un anno generano un vino rosso rubino, con unghia che vira al granato, di lunga persistenza olfattiva, sottile e gradevole. E che all’assaggio regala fruttato maturo, note di amarena candita, speziato dolce, tabacco e cacao. Il sorso è di grande forza. Bella espressione di Nebbiolo, deciso e con personalità, caldo e avvolgente, arricchito da una lieve percezione di tostato e cioccolato. Il finale è asciutto, con nota tannica intensa, ma ben inserita in un complesso armonico.

L’Azienda: Mamete Prevostini

 

Via Don Primo Lucchinetti, 63,
23020 Mese (SO)
T. +39 0343 41522
F. +39 0343 41521
info@mameteprevostini.com

Azienda storica che nasce nei primi anni ’70, affiancata oggi da una nuova cantina a Postalesio, la “Casaclima Wines”, progetto – come anticipa il nome scelto – completamente ecosostenibile. I vigneti si trovano ad un’altezza compresa tra i 300 e i 700 metri e conta su diversi cru come Sommarovina, la prima vigna in Sassella che fu acquistata nel 1996, San Lorenzo, La Crus, Veremate.

8

Valtellina Superiore 2009 – Le Strie  96/100 (territorio/zona dei vigneti: Teglio), prezzo a scaffale enoteca 28,00 euro circa.

È figlio della della tecnica del “rinforzo”, con circa il 30% di uve – 95% Nebbiolo Chiavennasca e per il rimanente 5 % Rossola, Pignola e Brugnola – parzialmente appassite in fruttaio. Colore rosso rubino carico, al naso ricordi di piccoli frutti di bosco insieme a sensazioni speziate e di liquirizia. Al palato il vino è asciutto, giustamente tannico, molto persistente. il sorso è fine con tannino nobile e una bella freschezza sulle note olfattive con lunga persistenza finale.

L’Azienda: Agricola Le Strie s.s.

via San Gervasio, 13/a 23036 Teglio (SO)
Tel. 3351273509 Stefano Vincentini – Tel. 3402935760 Paolo Culatti

info@lestrie.it

La Società Agricola Le Strie nasce nel 2003 per volontà di Stefano, Paolo, Luciana e Marisa, tutti non valtellinesi. La prima vinificazione – dopo il giusto periodo di lavoro sui vigneti – è del 2002. E l’obiettivo è subito chiaro: fare vini di territorio cercando di esaltare al massimo le caratteristiche del Nebbiolo del “terroir” Valtellinese, ma iniziando a riconvertire a guyot i vigneti, cercando, di preservare il patrimonio genetico delle vecchie vigne, sostituendo le vecchie strutture di sostegno ormai obsolete con pali in cemento e doppi fili per aumentare la parete fogliare e favorire la perfetta maturazione delle uve. Tutte le operazioni in campagna sono svolte manualmente perché i terrazzamenti non permettono di fatto forme di meccanizzazione. Il terreno è gestito mediante lo sfalcio dell’erba e i trattamenti fitosanitari vengono effettuati secondo le regole della lotta integrata. Per tutti i vini, ad esclusione dello Sforzato di Valtellina Docg, la fermentazione è spontanea e i lieviti sono quelli autoctoni.

 

7

Valtellina Superiore Prestigio 2017 – Triacca   96,3/100  (territorio/zona dei vigneti: vari vigneti), prezzo a scaffale enoteca 30,00 euro circa.

Un vino di grande concentrazione ed eleganza, ottenuto da uve appassite in vigna per circa un mese e poi affinato per 15 mesi in piccoli fusti di legno nuovo di particolare pregio. Al naso si presenta ricco e potente, con le spezie scure e un leggero boisée a far da contraltare ad un sottofondo di frutta scura matura (prugna, amarena, mora) e frutta secca. In bocca il sorso è coerente, con un corpo pieno e di gran piacevolezza, dove la parte tannica si palesa naturalmente morbida e vellutata. Finale lungo e appagante.

L’azienda. : Triacca – Tenuta La Gatta

Via Gatta 33I – 23030 Bianzone (SO)
Tel. +39 0342 720004
lagatta@triacca.com

Azienda a conduzione familiare molto dinamica. La sede principale è a Campascio, subito dopo il confine svizzero. Da lì vengono coordinati i lavori in diverse cantine, che la famiglia Triacca ha acquistato: in Valtellina, ovviamente (Tenuta La Gatta, ex residenza nobiliare oggi trasformata in cantina di charme), ma anche in Toscana, nelle zone “che contano”, tra Maremma, Chianti Classico e Montepulciano. Viticultori dal 1897, i titolari vendono i vini italiani prevalentemente sul mercato svizzero, anche se riscuotono anche in altri paesi un buon successo grazie alla lungimiranza imprenditoriale che contraddistingue da quattro generazioni il loro operato.

6

Valtellina Superiore La Mossa 2015 – La Perla   97/100  (territorio/zona dei vigneti: Valgella), prezzo a scaffale enoteca 20,00 euro circa.

 

 

Coerenza e tipicità per un vino assolutamente aderente alle aspettative che si possono avere da un Nebbiolo della Valtellina, La Mossa mostra carattere e qualità di spicco. Le note di frutti di bosco e spezie scure anticipano un tannino setoso e ben integrato. Bello e caldo il finale, arricchito da una vena sapida.

L’Azienda: La Perla di Triacca Marco Domenico

Via Valgella 29/B – 23036 Tresenda di Sotto (SO)
Tel.: +393462878894

info@vini-laperla.com

Marco Triacca è l’autore e conduttore di questo progetto-sogno che ha voluto intitolare col soprannome della mamma Elisa. Quasi 4 ettari di vigna con unico ed esclusivo sistema di allevamento della vite che consente di esporre al sole la massima superficie fogliare della pianta. Si tratta di un graduale passaggio in vigna a un nuovo impianto con “pali a chiave di musica”. Il resto è frutto di tanta pazienza in cantina e uso sapiente dei contenitori di legno per dare il giusto riposo a “sua maestà” Chiavennasca.

 

5

Valtellina Superiore 2018 – Dirupi   97,6/100  (territorio/zona del vigneto: Montagna in Valtellina e Poggiridenti), prezzo a scaffale enoteca 25,00 euro circa.

 

Ottenuto da vecchie viti di Chiavennasca, allevate ad un’altitudine compresa tra i 450-600 metri, il vino affina 12 mesi in botti di rovere francese da 20-35 ettolitri, e ha come timbro stilistico la finezza. L’assaggio sciorina seducenti note di ciliegia, violetta selvatica, erbe aromatiche e accenni balsamici che anticipano un sorso appagante, avvolgente, armonico, segnato da intensa freschezza, piacevole sapidità e finissima grana tannica. Lunga e intrigante la persistenza su rimandi fruttati.

L’Azienda: Dirupi 

Via San Carlo – Ponte in Valtellina Sondrio

tel. 3493627973

info@dirupi.com

Dinamismo, visione e intraprendenza. Questi in sintesi gli elementi caratterizzanti la filosofia produttiva della cantina Dirupi, una delle realtà vinicole più sorprendenti oggi presenti in Valtellina. Non solo produzione di grandi vini territoriali, ma un vero e proprio progetto di tutela e valorizzazione del patrimonio vinicolo e paesaggistico quello realizzato dai due giovani enologi fondatori, Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini, in arte Birba e Faso. Pochi ettari vitati, organizzati in terrazzamenti separati da muretti a secco e popolati anche da cloni molto vecchi. Le piante sono curate in maniera rigorosa e meticolosa, rispettando al massimo quello che è l’equilibrio di ambiente, natura ed ecosistema.

4

Valtellina Superiore Il Pettirosso 2017 – Arpepe   98,5/100  (territorio/zona dei vigneti: vigneti vari), prezzo a scaffale enoteca 25,00 euro circa.

Un vino che fa dell’equilibrio e dell’eleganza il suo punto di forza. Al naso seduce con raffinati toni di frutti di bosco, ciliegia sotto spirito, spezie dolci, richiami di liquirizia. In bocca è perfettamente coerente, succoso, sapido con rimandi minerali e richiami speziati. Il finale, su ritorni fruttati, è di quelli ammalianti e interminabili, tanto da meritare la nostra Standing Ovation. Un anno in tini e botti da 50 ettolitri, poi acciaio e bottiglia preludono al grande risultato finale.

L’Azienda: Arpepe

Via Buon Consiglio, 4 – 23100 Sondrio, Italy

Tel +39.0342.214120

info@arpepe.com

Tra i grandi interpreti del Nebbiolo di Valtellina un ruolo di tutto rilievo riveste la Famiglia Pelizzatti Perego capace di coniugare, con magistrale sapienza, conoscenza e tradizione con grandi innovazioni tecniche in vigna e cantina. Oggi Arpepe, fondata nel 1984, ma con radici risalenti al 1860, è una cantina dinamica e in evoluzione condotta da Isabella ed Emanuele Pelizzati Perego, figli di Arturo il fondatore, dal quale hanno ereditato il grande amore per questa porzione di territorio che continuano a preservare sposando in pieno i principi di sostenibilità in ogni scelta produttiva. I vini targati Arpepe lasciano il segno per la straordinaria eleganza e la spiccata capacità di raccontare il Nebbiolo di montagna, allevato in un territorio così difficile da lavorare, ripido e scosceso, dove ogni pianta deve letteralmente conquistare ogni raggio di sole.

3

Valtellina Superiore Riserva La Tèna 2016 – Cà Bianche (Davide Bana)   98,7/100  (territorio/zona dei vigneti:Tirano), prezzo a scaffale enoteca 24,00 euro circa.

Un vino equilibrato e perfettamente centrato, che fa dell’armonia e dell’eleganza il suo marchio di fabbrica. La struttura è importante, ma esibita senza pesantezza. Il tannino ha ancora un bel grip, tipicamente “nebbiolesco”, anche se di grande finezza. È un vino che coniuga immediatezza e complessità, con un bouquet articolato e ricco, dove la componente speziata è ben evidente. Un finale lungo e pulito completa un quadro d’insieme che ci convince appieno e che merita senza remore la nostra Standing Ovation.

L’azienda: Cà Bianche (Davide Bana)

Via S. Stefano, 15 – 23037 Tirano (SO)
Tel. 339 2045524
info@cabianche.it

Cà Bianche è il nome della località vicino Sondrio in cui si trova questa piccola realtà gestita da Davide Bana, da una quindicina d’anni alle redini dell’azienda di famiglia. Due gli ettari coltivati a vigneto a quota 750 metri. Le uve sono vinificate seguendo procedimenti tradizionali, in cui le operazioni manuali ancora ricoprono gran parte del processo di lavorazione. I lieviti usati sono quelli autoctoni di zona e l’affinamento avviene in genere in botti di rovere o anfore di terracotta. Ne nascono vini eccellenti, altamente aderenti al territorio di appartenenza, godibili ed espressivi sia da giovani che in prospettiva.

2

Valtellina Superiore Goccia 2016 – La Grazia   99,3/100  (territorio/zona dei vigneti: Tirano), prezzo a scaffale enoteca 20,00 euro circa.

 

La vinificazione di questa etichetta si rifà all’antico uso del rinforzo. Al vino ottenuto dalle uve Nebbiolo fermentate ai primi di ottobre, a circa metà novembre viene aggiunta l’uva lievemente appassita delle “murache” per favorire la ripresa della fermentazione alcolica e il completamento della trasformazione malolattica. Al naso si esprime con un ampio e articolato bouquet: frutta matura: prugna, ciliegia e piccoli frutti a bacca nera, bella spezia dolce, tabacco biondo, nocciola tostata, erbe officinali. “Palette” ribadita al gusto, in equilibrio elegante e aristocratico. Vino completo e complesso, marca il suo finale con una sensazione leggermente amarognola.

L’Azienda: Azienda Agricola La Grazia

Via del Progresso, 7 – 23037 Tirano (SO)

Tel.: + 39 348 6707071

Email: info@lagrazia.eu

L’Azienda Agricola “La Grazia” è un progetto che prende vita negli anni ’90, periodo nel quale la famiglia Oberti, già attiva in campo agricolo con la Oberti S.r.l., comincerà ad acquistare le prime vigne. L’azienda da viticoltura “eroica” prende vita nel 2012, quando gli Oberti cominceranno a valorizzare le piccole produzioni di viticoltura di montagna. Il progetto è seguito da Paolo, dalla moglie Grazia, da cui la cantina prende il nome, e dai quattro figli. La cantina si trova in una palazzina dello storico stabilimento della Cartiera di Tirano, che al pian terreno ospita l’Associazione di volontari “Fiori di Sparta”. Il logo dell’azienda è una carrozza del trenino rosso del Bernina, visibile dal vivo nel giardino della cantina e adibita a spazio per degustazioni. Le vigne caratterizzate dal terrazzamento di muri di sassi e dalle “murache”si trovano in area DOCG a 450/500 metri di quota, nel comune di Tirano.

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Valtellina Superiore 2016 – La Spia   99,4/100  (territorio/zona dei vigneti: Sassella), prezzo a scaffale enoteca  20,00 euro circa.

 

Ottenuto da vigne vecchie da uve 100% Chiavennasca (Nebbiolo), dopo una lunga maturazione sulle bucce matura per 30 mesi in botte grande e affina quindi per un anno in bottiglia. Dal colore rubino vivace, ha profumi intensi di piccoli frutti (lamponi e fragoline) e note di spezie dolci (cannella, vaniglia). Il sorso è ricco, succoso, di grande profondità, con ritorni di frutta rossa matura integrati da una vena sapida e amaricante che dona freschezza ed eleganza alla beva. Un vino di grande carattere e tipicità, un vero e proprio capolavoro che merita la nostra Standing Ovation.

L’Azienda: LA SPIA S.R.L

Indirizzo: Viale Bruno Tirelli, 70 – 23012 C. Andevenno (SO)

Tel.: +39 0342 1892250
email: info@laspia.wine

L’azienda, 4,5 ettari di proprietà della famiglia Rigamonti, ospita tra i suoi vigneti terrazzati l’omonimo costone roccioso da cui deriva il nome, e che nel XVII secolo aveva la funzione di posto d’avvistamento. Situata nel cuore della sottozona Sassella, a ovest di Sondrio, è una cantina giovane – la prima vendemmia è del 2006 – guidata oggi da Michele Rigamonti.  Le piante abitano suoli rocciosi, coperti da un sottile substrato di sabbia e limo, con PH leggermente acido e quota sui 400 metri circa, soleggiati e con grandi escursioni termiche: tutti fattori “graditi” al Nebbiolo (qui Chiavennasca), che permettono di ottenere vini longevi, di grande finezza e armonia Il Nebbiolo è il vitigno principe di zona e per l’azienda stessa, che però produce anche vini da uve come Moscato Giallo Trentino e Sauvignon Blanc.

 

Rimanete sintonizzati su Vinodabere per visualizzare le prossime Classifiche della nostra Guida ai Migliori Vini della Valtellina.

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